L'intreccio tra elezioni politiche ed elezioni regionali
diventa sempre più complicato e rischia di "strangolare" alcuni
protagonisti della scena molisana.
Nei due principali
schieramenti il caos continua ad essere totale anche se alcune posizioni
si vanno ormai chiarendo. Il PD ha sistemato le sue pedine per Camera e
Senato e quindi ora può dedicarsi alla situazione regionale. Non ci sono
molte novità anche perché non ci sono decisioni definitive. Il partito di
Bersani dovrebbe sciogliere nelle prossime ore il nodo della candidatura
di Paolo Di Laura Frattura. Quest'ultimo è praticamente in "stand by" da diverse settimane.
Il
PD non si pronuncia, anzi dai Democratici sarebbe arrivato chiaro e tondo
l'avvertimento che, se dovesse spuntare un nome "gradito" anche
a Massimo Romano su cui fare sintesi e ritrovare unità, Frattura sarà
abbandonato al suo destino. Il già candidato alla presidenza della
Regione per il centrosinistra, che poco più di un anno fa per un soffio
non è riuscito a battere Iorio costringendolo comunque a rimisurarsi con
le urne grazie al ricorso vinto al Tar e al Consiglio di Stato, stava
lavorando ad una sua lista che avrebbe dovuto aggiungersi a quelle dei
partiti che, almeno a chiacchiere, nei mesi scorsi hanno dichiarato di
volerlo sostenere, vale a dire Idv, Pd,
Socialisti, SEL e Comunisti Italiani. Un lavoro interrotto perché
potrebbe anche accadere che il PD faccia cadere il castello rimettendo
tutto in discussione. Per la verità c'erano anche voci di accordi già
presi con i vertici del partito democratico con una
"triangolazione" che dovrebbe vedere Francesco Totaro candidato nel "gratta e vinci", il
sindaco di San Martino, Facciolla, nel
proporzionale e Petraroia, che dovrebbe farcela ad essere eletto,
chiamato a far parte della giunta regionale con le contestuali dimissioni
da consigliere per far entrare il primo dei non eletti in provincia di
Campobasso. Intese che restano bloccate ma che possono essere riproposte
ad un altro eventuale candidato presidente. Il PD non sembra intenzionato
ad esprimere un proprio nome al vertice della coalizione anche perché in
circolazione sembra che non ce ne siano di esponenti in grado di
compattare il partito e mettere d'accordo gli alleati. L'Idv di Di Pietro continua
dal canto suo ad insistere su Frattura ritenendo che non sia possibile
mettere in discussione la sua candidatura. I dipietristi
hanno ribadito che in Molise stanno nel centrosinistra e appoggiano
Frattura. Ma se Frattura dovesse "saltare" cosa farà l'Idv? La domanda, per ora, è senza risposta. Si sa
intanto che l'Italia dei Valori anche in Molise alle politiche non
presenterà il suo simbolo ma correrà sotto la bandiera del pm Antonio Ingroia, che sarà capolista alla Camera anche in
Molise. In caso di elezione però opterebbe per un collegio siciliano
consentendo al numero 2 della lista di essere eletto. Il numero 2
dovrebbe essere proprio Antonio Di Pietro. Ingroia
sarà candidato capolista in tutte le circoscrizioni, quindi i veri
capilista saranno tutti i numeri due. L'indicazione di Ingroia come capolista potrebbe far saltare la
candidatura alla Camera del segretario regionale dell'Idv,
Pierpaolo Nagni, a meno che Di Pietro non
rinunci a candidarsi in MOlise e scelga
un'altra circoscrizione. Al Senato "Rivoluzione Civile"
dovrebbe invece candidare un esponente comunista. La sfida, secondo le
ultime indiscrezioni, sarebbe tra il consigliere regionale Salvatore
Ciocca e il dirigente del PRC molisano Silvio Arcolesse.
Ma non si esclude una candidatura "pescata" nella società
civile ma molto riconoscibile a sinistra. Alle politiche sarà in campo
anche il nuovo soggetto politico nato dalla "fusione a freddo"
tra i centristi di Bruno Tabacci e gli ex dipietristi di Massimo Donadi.
Si chiama "Centro Democratico" e da oggi ha anche un commissario
regionale che è l'ing. Luigi D'Orsi di Isernia, in passato dirigente del
Partito Socialista. L'incarico gli è stato conferito dopo una riunione
tenutasi a Campobasso alla presenza dell'ex dipietrista
Nello Formisano. "All’ing. D’Orsi - si
legge in una nota ufficiale - è stato dato mandato di favorire, con
idonee iniziative, il radicamento territoriale del partito anche in
Molise, procedere alla proposta di lista per le prossime elezioni
Politiche e prendere immediati contatti con gli alleati della coalizione,
Pd e Sel, per la presentazione di una lista di
Centro Democratico alle prossime elezioni regionali”. Sulla lista alle
politiche non dovrebbero esserci problemi. Capolista al Senato sarà il
senatore uscente Giuseppe Astore, eletto nell'Idv
ma poi passato al gruppo misto. Alla Camera ancora non circolano nomi
anche se una indiscrezione delle ultime ore parla di contatti con Franco
Capone, attualmente esponente molisano dell'Idv,
molto legato a Formisano ma soprattutto molto
legato a Luigi D'Orsi con il quale in passato ha condiviso la militanza
nel PSI oltre a molte battaglie elettorali. Che Tabacci
e Donadi vogliano ripartire proprio da Capone
per costruire la lista per le prossime regionali? L'obiettivo non è
facile e alla fine potrebbe non essere raggiunto. Si chiarisce anche il
quadro in SEL. Il partito di Vendola non ha
tenuto le primarie nella nostra regione (con la Val
d'Aosta le uniche dove gli elettori non sono stati chiamati a scegliere
chi candidare al Parlamento) lasciando la scelta alla dirigenza locale.
Il leader di SEL dovrebbe essere candidato capolista alla Camera in
Molise. Dietro di lui probabilmente una donna (si parla di Laura VIncelli, coordinatrice del circolo di Campobasso),
ma potrebbe esserci anche il segretario regionale Paglione. Al Senato
diventa sempre più concreta la candidatura di Gigino
D'Angelo, ex PD che mira a raccogliere il voto di molti scontenti dei
Democratici che sono "anti-Ruta". Mentre ancora si cerca di
definire i giochi per il Parlamento, come detto, c'è chi sta giocando la
sua partita sullo scacchiere regionale. Il PD - questa è la voce
insistente che circola negli ultimi giorni - avrebbe il "terzo
nome", quello che metterebbe fuori gioco Frattura e farebbe
rientrare nel centrosinistra Massimo Romano. E sembra che non si tratti
di nessuno dei tre di cui si parla sui giornali, vale a dire Nicola
Magrone (di recente vicino a Romano), di Marcello Veneziale
(candidato già nel 1995) e addirittura Giovanni Cannata, il rettore
dell'Università del Molise da sempre molto vicino a Michele Iorio.
Secondo alcuni osservatori i vertici del PD stanno lavorando addirittura
ad un nuovo scenario: un'alleanza con i "centristi" dell'Udc
per mettere fuori dalla coalizione anche in Molise l'Idv
di Di Pietro. I dipietristi,
che continuano a perdere pezzi (l'altro giorno ulteriori abbandoni in
Abruzzo, dove il consigliere regionale Palomba è passato con il
"Centro Democratico", seguito da un paio di importanti
esponenti Idv al Comune di Vasto, altra
roccaforte di Di Pietro), sono fuori dal centrosinistra
sia alle politiche sia alle regionali del Lazio. Sono rientrati nello
schieramento in Lombardia soltanto grazie al rapporto di grande stima e
cordialità che c'è tra il candidato presidente Ambrosoli e Antonio Di
Pietro. Un'alleanza con i "moderati" su un nome che accontenti
anche quei partiti della sinistra ormai legati al PD a livello nazionale,
come PSI e SEL, aprirebbe nuovi scenari indebolendo definitivamente
Michele Iorio, mettendo fuori gioco un alleato scomodo come Di Pietro e lasciando
a Romano, che conosce bene il mondo dei centristi e il partito di Casini,
essendo stato dirigente nazionale dell'Udc Giovani, la possibilità di
scegliere se dare una mano a questo schieramento o se correre da solo.
L'Udc, d'altronde, nelle prime trattative avviate con il PD avrebbe posto
il veto soltanto su Di Pietro e non su Romano. L'ultima parola, anche
questa volta, l'avra Roberto Ruta, come è
successo nel 2006 e anche nel 2011.
E,
come è sua abitudine, giocherà la sua ultima carta proprio sul fotofinish.
Intanto i "centristi" lavorano per avere le mani libere. Da un
lato l'Udc ha avviato i contatti con il PD, dall'altro tutto il fronte
"centrista" molisano continua a tenere Michele Iorio sulla
graticola. Nessuno dei partiti di quest'area ha finora sciolto le riserve
sul nome del governatore. Anzi, proprio ieri i rappresentanti di partiti
e movimenti che si riconoscono nel "Centro" hanno diffidato per
iscritto il PDL a dare una risposta entro 48 ore alla loro richiesta di
un tavolo politico sul quale non venga messo nessun nome per la
candidatura alla presidenza della Regione, nemmeno quello di Iorio.
Insomma si tratta di un "no" all'attuale presidente. La
decisione di sottoscrivere questo "ultimatum" è stata assunta
dai rappresentanti dell'Udc (Teresio Di Pietro), dell'Adc
(Riccardo Tamburro), dell'Udeur (Vincenzo
Niro), della Dc (Antonio Di Rocco), di Molise Civile (Stefano Sabatini) e dalla Federazione dei Cristiano Popolari
(Beniamino Bucchicchio). ANche
se, dicono i soliti bene informati, alcune di queste forze stanno
comunque trattanto "sotto banco" con
Iorio. Una presa di posizione che sembra aver costretto i vertici del Pdl a frenare sulla investitura, che dovrebbe
avvenire ad horas, dello stesso Iorio alla
guida del centrodestra alle regionali. Uno stop che ha come conseguenza
quella di bloccare anche la definizione delle candidature alle politiche.
Alla Camera ormai il duello per il primo posto in lista è tra Sabrina De Camillis e Gianfranco Vitagliano,
con quest'ultimo che minaccia fuoco e fiamme nel caso in cui non dovesse
essere scelto. La prima dal canto suo si dice sicura di aver già ricevuto
rassicurazioni sulla sua ricandidatura in posizione
"eleggibile", che in Molise significa primo posto in lista (o
al massimo il secondo, se capolista sarà Berlusconi, come è successo nel
2008). Al Senato Ulisse Di Giacomo dovrebbe essere confermato a meno che
Michele Iorio non sia costretto a scegliere Palazzo Madama come
"esilio dorato" nel caso in cui dovesse saltare la sua
ricandidatura alla guida della Regione. Fuori dai giochi, almeno per il
momento, Filoteo Di Sandro che pure aspirava ad
una candidatura parlamentare.
Nel Pdl ci sono molti movimenti con personaggi che
guardano alla lista al Senato dei "centristi" di Monti. Il
listone, che mette insieme Udc, FLI e "Scelta civica" del
premier, potrebbe rappresentare una buona opportunità da giocare fino in
fondo. Per chi? Forse per un esponente dell'Udc (Velardi?),
forse più concretamente per qualche altro. Due sono i nomi che circolano,
quelli di Antonio Chieffo e di Angela Fusco Perrella che, guarda
caso, sono anche gli unici due consiglieri (e assessori) regionali che
hanno firmato il ricorso di revocazione contro la sentenza del Consiglio
di Stato che ha annullato le elezioni regionali presentato dai tre
consiglieri dell'Udc. Un segnale chiaro di un avvicinamento, già noto
peraltro, dei due ai "centristi" di Casini. D'altronde il
figlio della Fusco Perrella,
il consigliere provinciale Carlo, già nei mesi scorsi ha lasciato il PDL
per aderire all'Udc. Alla Camera, come è noti, i centristi presenteranno
tre liste con davvero poche possibilità di eleggere qualcuno. Per ora
l'unico candidato è Michele Scasserra che sarà
in lizza con la lista "Scelta civica" di Mario Monti. Si fa il
nome anche dell'ex senatore isernino Alfredo D'Ambrosio e addirittura
quello dell'ex presidente della Provincia di Isernia, Raffaele Mauro.
L'Udc stenta a trovare candidati e alla fine potrebbe chiedere il
sacrificio a Franco Giorgio Marinelli che
dovrebbe però poi essere impegnato su due fronti, visto che sarà
sicuramente candidato alle regionali. FLI, nonostante comunicati e
proclami, vive una fase di difficoltà. Nicola Cesare, l'imprenditore
isernino che oggi è presidente del Termoli Calcio, dopo una prima fase,
in cui era diventato referente in Molise del partito finiano,
ha abbandonato la nave. Si sperava nell'adesione di Nunzia Lattanzio,
addirittura formalizzato con un comunicato del commissario on. Toto, ma
poi la diretta interessata ha smentito. I vertici della Provincia di
Campobasso, Gianluca Cefaratti e Donato
D'Ambrosio, sono impegnati a livello regionale in una "strana
coalizione" con comunisti, ex dipietristi,
ex diessini e non hanno alcuna intenzione di candidarsi alle politiche.
Restano davvero pochi "generali" (che sembrano anche senza
truppe) al commissario Toto e a Gianfranco Fini. E sono praticamente
tutti in provincia di Isernia: l'ex consigliere regionale Tony Incollingo (che però avrebbe avuto negli ultimi tempi
qualche ripensamento), il suo storico "fedelissimo", Gino Di
Silvestro, che è coordinatore provinciale, e l'ex consigliere comunale di
Venafro, Massimiliano Di Vito, che è referente del partito per le
operazioni elettorali sempre in provincia di Isernia. Un po' poco sia per
formare liste competitive per la corsa al Parlamento sia per la sfida,
ancora più impegnativa, per le regionali. Senza dimenticare che fino ad
oggi FLI, a livello nazionale, non ha ancora detto ufficialmente i finiani con chi stanno in Molise per le prossime
regionali. Non con Michele Iorio, ma nemmeno nel cartello centrista e non
risultano tra i potenziali alleati del centrosinistra. Che anche i
vertici nazionali concordino allora con la scelta di Cefaratti
e D'Ambrosio ed appoggino in Molise la candidatura di Massimo Romano?
da altromolise.it
Campobasso, lì 07 Gennaio 2013
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