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Politica 

 

 

Inizia il duello finale nel centrodestra, centristi pronti a smarcarsi da Iorio

 

Dicono che Vincenzo Niro ha già deciso. L'Udeur starà con il centrosinistra a cui porterà voti "drenati" dal centrodestra. Ma tutta l'area centrista starebbe per smarcarsi da Michele Iorio.

 



Una prospettiva concreta o si tratta solo di manovre nell'ambito di quello che è diventato il duello finale con la conseguente resa dei conti nel centrodestra molisano? La concomitanza tra politiche e regionali sta creando grandissimi problemi a Michele Iorio. Che continua ad incassare il sostegno dei vertici del Pdl, da Berlusconi ad addirittura Ulisse Di Giacomo che, nel tentativo di salvare la ricandidatura al Senato, si è schierato con Iorio dopo averlo fortemente criticato lavorando ad una candidatura alternativa. Di Giacomo lo ha fatto non tanto per "disciplina di partito", visto il pronunciamento del Cavaliere, ma anche per tentare di sventare un'operazione che poteva - e potrebbe ancora - rivelarsi pericolosissima per una sua rielezione. Infatti le indiscrezioni parlano di manovre in atto che vedrebbero Filoteo Di Sandro e Gianfranco Vitagliano protagonisti. I due assessori regionali, visto che non sono riusciti ad ottenere la candidatura dal Pdl, stanno sondando il terreno e valutando le offerte che sono arrivate in queste ore per fare un'operazione insieme, un ticket che li vedrebbe candidati sotto lo stesso simbolo, il primo al Senato e il secondo alla Camera con l'obiettivo di battere Di Giacomo e la De Camillis. Un'operazione alla quale, in qualche modo, avrebbe potuto dare la sua "benedizione" anche Michele Iorio. Vitagliano e Di Sandro, con l'aiuto di qualche loro collega (Chieffo?)che non vedrebbe l'ora di sbarazzarsi sia di Di Giacomo che della De Camillis, coprirebbero entrambe le province e, unendo le forze, potrebbero tentare il colpaccio. La "prima scelta", secondo queste indiscrezioni, sarebbe "Fratelli d'Italia", il nuovo partito di La Russa e della Meloni, che è alleato del Pdl. I due assessori, in pratica, non uscirebbero fuori dalla coalizione ma, dall'interno del centrodestra, lancerebbero la sfida agli uscenti. La presa di posizione pro Iorio di Di Giacomo potrebbe servire proprio a tenere fuori da questi "giochi" il presidente della Regione. I diretti interessati, naturalmente, smentiscono ribadendo di voler correre sì per il Parlamento ma nella lista del Pdl sempre che riescano ad ottenere il primo posto nell'elenco dei candidati. Ma agli uscenti del Pdl potrebbero sottrarre voti altri candidati. Per esempio Gino Di Bartolomeo, che potrebbe correre al senato con un partito sicuramente "minore", "Intesa popolare" di Vittorio Sgarbi, Michele Scasserra, in corsa per il partito di Monti alla Camera e anche qualche altro che potrebbe spuntare all'ultimo momento. Ma le candidature per le politiche stanno agitando le acque anche dalle parti dell'Adc che, per "osmosi", risente dei mal di pancia dell'eurodeputato del Pdl, Aldo Patriciello, che continua ad insistere per ottenere la candidatura al Senato in Molise. Lui smentisce, ma a Roma è notorio ormai che l'eurodeputato venafrano vuole giocarsi il tutto per tutto per diventare senatore del Molise. Ha già ricevuto un diniego ma non si è arreso.

 

E intanto l'Adc, il partito che in Molise fa capo a suo cognato Mario Pietracupa, punta i piedi e addirittura - questa l'indiscrezione circolata nelle ultime ore - minaccia di non correre per le elezioni regionali. Iorio perderebbe così un alleato preziosissimo. Ma cosa faranno gli uomini di Pionati? Si parla della presenza di alcuni di loro in una delle due liste civiche che dovrebbero sostenere Paolo Di Laura Frattura. Si diceva dell'Udeur. Proprio Vincenzo Niro è il principale artefice della virata dei centristi verso il centrosinistra. Il coordinatore del partito di Mastella sta reclutando in giro per il Molise diversi ex ioriani pronti a passare dall'altra parte. E tra questi vi sarebbe anche l'ex sindaco di Venafro, Nicandro Cotugno, considerato da sempre un berlusconiano e uno ioriano di ferro, che starebbe per ufficializzare la sua candidatura nella lista dell'Udeur. Ma non sarebbe il solo. Nelle prossime ore infine sarà ufficializzata la posizione dell'Udc. Sembra ormai che il segretario regionale Teresio Di Pietro e l'assessore regionale Gino Velardi siano rimasti abbastanza isolati nella loro posizione favorevole ad una nuova alleanza con Iorio. Nel partito questa ipotesi non piace e la scelta dei vertici nazionali, che dovrebbe arrivare entro la giornata di oggi lunedì, potrebbe essere clamorosa: i centristi di Casini potrebbero schierarsi con Frattura. Una scelta che provocherebbe una scissione ma anche un chiarimento definitivo nel partito. Non è un caso che tra i candidati al Parlamento per il partito di Casini vi sia Michele Cocomazzi, uno di quelli che si sarebbe espresso in modo più duro contro una nuova alleanza con Iorio. Nel centrosinistra molisano l'Udc potrebbe trovare FLI, che sta trattando in queste ore con il PD per un sostegno a Frattura. L'unico vero problema per il candidato del centrosinistra è che tutti questi potenziali alleati chiedono un posto nel listino, ma il listino di fatto è stato già definito. Un posto spetterà al PD (e sarà di Francesco Totaro, che non correrà nel proporzionale, dove lascerà spazio al suo concittadino Vittorio Facciolla, sindaco di San Martino in Pensilis, che sarà in una delle due liste civiche del candidato Frattura), uno a SEL (già assegnato al segretario regionale Candido Paglione), un'altro all'Idv (il nome più accreditato è quello di Carmelo Parpiglia, anche se il posto è stato chiesto pure da Cosmo Tedeschi, Franco Capone, Maria Teresa D'Achille e qualcun altro...) e il quarto è conteso tra Socialisti e Comunisti Italiani. Sarà difficile fare spazio ai centristi, a meno che non si giochi sull'assegnazione degli assessorati, che saranno soltanto quattro. Un fatto è certo e confermato: tutti questi partiti centristi stanno trattando in queste ore con Frattura e il PD, ma non ci sarà spazio per tutti nel centrosinistra. Della coalizione farà parte anche il Centro Democratico, il neonato partito fondato dall'ex Idv Massimo Donadi e da Bruno Tabacci. Tra venerdì e sabato c'è stata una clamorosa trattativa nella quale Tabacci ha offerto a Massimo Romano la candidatura a capolista alla Camera chiedendogli di ritirarsi dalla corsa per le regionali e facendo confluire i suoi candidati nel proporzionale nella lista tabacciana in corsa nel centrosinistra. In un primo momento Romano era sembrato disponibile ad accettare anche perché al Senato si sarebbe candidato, in un ticket abbastanza interessante, un personaggio molto noto di Termoli. Poi Romano ha dettato la sua solita condizione: che il centrosinistra rinunciasse alla candidatura di Paolo Di Laura Frattura. Il leader di Costruire Democrazia avrebbe chiesto un intervento diretto di Tabacci sul Pd per indurre i Democratici a rinunciare a Frattura. Richiesta ritenuta "irricevibile", per questo sabato la trattativa è saltata. Romano tornerà a correre per la Regione e in queste ore ha ottenuto anche il sostegno del noto cuoco di Guglionesi, Bobo. Intanto da qualche giorno non si hanno più notizie certe dei tre consiglieri regionali uscenti che sin dall'inizio hanno affiancato Romano in questa sua avventura. Filippo Monaco è segnalato di nuovo dalle parti di SEL, partito per cui si è candidato nel 2011 e con il quale aveva rotto i rapporti di recente. Il consigliere termolese, che dispone di una buona dote di voti, potrebbe tornare sotto la bandiera di Sinistra Ecologia e Libertà. Felice Di Donato sarebbe in contatto proprio con il Centro Democratico di Donadi e Tabacci, che mira a prendere un resto utile reclutando moderati ma anche personalità vicine al PD e all'area centrista del centrosinistra.

 

Per quanto riguarda invece Gennaro Chierchia, i "rumors" parlano di un suo avvicinamento al PD. Nel Partito Democratico potrebbe esserci spazio visto che, secondo le voci che circolano, ci sarebbe un'intesa per nominare assessore regionale, in caso di vittoria, il primo eletto della provincia di Campobasso (presumibilmente Michele Petraroia) che dovrebbe dimettersi da consigliere per far entrare il secondo della lista. Ciò potrebbe scatenare una "benefica" concorrenza con diversi candidati "forti" in corsa almeno per il secondo posto. A breve si saprà il destino dei tre, che saranno sicuramente della partita. Il rischio, però, è che nessun partito elegga più di un consigliere. Siccome almeno 13 (se non addirittura 14) consiglieri verranno eletti con i resti (i partiti in grado di prendere un quoziente pieno in provincia di Campobasso sembrano essere due, al massimo tre, vale a dire Pdl, PD e forse Idv), si potrebbe verificare che in Consiglio vadano 16 consiglieri eletti nel proporzionale rappresentanti di sedici liste diverse. Cioè nessun partito eleggerebbe due consiglieri. Con la provincia di Isernia fortemente penalizzata. Infatti al momento si contano le seguenti liste: Pdl, Molise Civile, Progetto Molise, Grande Sud, La Destra e Pensionati nello schieramento di centrodestra; Pd, Idv, SEL, Socialisti, Comunisti Italiani e Centro Democratico nello schieramento di centrosinistra; Udc, Udeur, Adc, FLI e Democrazia Cristiana che saranno in gioco ma che ancora devono decidere con quale coalizione schierarsi; Movimento 5 Stelle e "Cambiare si può" che avranno ognuno un proprio candidato presidente e una propria lista al proporzionale; ci sono poi le due liste annunciate a sostegno di Massimo Romano. E inoltre nello schieramento di Frattura dovrebbero essere presentate altre due liste civiche, una del presidente, che raccoglierebbe anche "transfughi" del centrodestra, l'altra degli amministratori, capeggiata dal sindaco di San Martino, Vittorio Facciolla. In totale tra le 21 e le 23 liste (ma Iorio potrebbe inventarsi qualche altra lista civica aumentando il numero dei partecipanti). Questo significa che almeno sette di queste liste (ma potrebbero essere addirittura nove o dieci) rimarranno senza rappresentante in Consiglio regionale visto che i posti disponibili sono soltanto 16 e che un paio di partiti potrebbero eleggere due consiglieri. Senza dimenticare che uno dei seggi del proporzionale (l'ultimo della coalizione classificatasi seconda) sarà appannaggio del candidato presidente sconfitto. Insomma una strage per una guerra all'ultimo voto che sarà davvero spietata. E con una variabile non di poco conto: se la coalizione del candidato vincente non dovesse arrivare alla soglia del 40 per cento, per garantire il premio di maggioranza potrebbero scattare ulteriori seggi nel proporzionale per la coalizione collegata al vincitore, tanti quanti servirebbero a garantire almeno il 55% dei seggi.


da altromolise.it

 

Campobasso, lì 14 Gennaio 2013

 

 

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