Iorio è rimasto solo, abbandonato praticamente
da tutti. Gli sono rimasti i superstiti dell'Udc, Velardi
e Teresio Di Pietro che, dopo la svolta dell'Adc,
rischiano di rimanere da soli anche nel partito di Casini. Il governatore
è stato "mollato" di fatto anche da alcuni dei maggiori
portatori di voti del centrodestra: Gianfranco Vitagliano,
Filoteo Di Sandro, Antonio Chieffo,
Franco Giorgio Marinelli. Senza dimenticare
Michele Scasserra. Hanno scelto di correre per
il Parlamento e a chiacchiere dichiarano il loro sostegno a Michele Iorio
per le regionali, ma tutti sanno che i loro elettori sono stati già
lasciati liberi.
Liberi di votare anche qualche
"amico" che si candiderà nel centrosinistra. Se ne sono andati
anche i fedelissimi. Non tanto Patriciello e Pietracupa, che in effetti "fedelissimi" di
Iorio non lo sono mai stati, ma gente come Nicandro
Cotugno, ex sindaco di Venafro, o Antonio
Tedeschi, assessore provinciale di Isernia, o Angelo Iapaolo,
sindaco di Macchiagodena. Tutti schierati dall'altra
parte. E altri nelle prossime ore faranno i bagagli. E poi c'è Cannata
che con il suo entourage è ormai apertamente schierato con Massimo Romano
insieme ad altri "pezzi" importanti del centrodestra ioriano, dal sindaco di Campodipietra
Gianluca Cefaratti, all'ex enfant prodige di Forza Italia, Stefano Maggiani. E non è
certo da trascurare qualche aspetto ulteriore: tra gli
"ammutinati" dell'Adc che hanno
abbandonato Iorio c'è anche Vincenzo Bizzarro, che del presidente della
Regione è cugino di primo grado. Come dire: se ti abbandonano anche i
parenti... La nave dunque affonda. In provincia di Campobasso per la
prima volta il Pdl ha seri problemi a fare le
liste. Solo cinque candidati "veri" sui 12 necessari hanno dato
la loro disponibilità, e tra questi Angela Fusco
Perrella e Nicola Cavaliere. I quali, però, da
qualche giorno hanno cominciato a guardarsi intorno. In provincia di
Isernia la lista del Pdl, che ha sempre
macinato voti a migliaia, schiererà quattro candidati di cui tre, fino a
qualche mese fa, erano considerati di "seconda fascia". Si
tratta di Lucio De Bernardo, eletto nel 2011 con Progetto Molise,
dell'assessore provinciale Florindo Di Lucente,
di Angela Crolla (penultima nel 2011 nella lista del Pd con un migliaio
di preferenze) e l'ex sindaco di Agnone, Mino De Vita, che dopo quello
che è successo nella sua città difficilmente riuscirà a fare numeri
straordinari.
Tutte le altre liste sono in alto mare. L'Udc
in provincia di Isernia ha solo un nome, quello dell'uscente Domenico Izzi che, intimamente, non sarebbe nemmeno troppo
convinto di candidarsi in una corsa verso la sconfitta sicura. Avrebbe
chiesto aiuto a Iorio per trovare nomi "pesanti" da mettere in
lista. Così come Progetto Molise. Ma il governatore ha ricevuto soltanto
tanti "no", anche da persone considerate fino a ieri a lui
vicinissime. Come Enzo Pontarelli, messo dal
governatore al vertice della GAM di Bojano, o Gino Taccone e Camillo Di
Pasquale, assessori alla Provincia di Isernia. A questo punto Iorio spera
di "ripescare" almeno Raffaele Mauro ma la battaglia è dura. E
non si può certo consolare con "l'effetto Storace", visto che,
regalando un posto nel listino al leader locale de "La Destra",
Giovancarmine Mancini, ha almeno recuperato il
sostegno di quest'ultimo. Il passaggio dell'Adc,
dell'Udeur, di FLI e di altri pezzi "sparsi" del centrodestra
nel campo di Frattura, l'abbandono al proprio destino di importanti big
della coalizione che si sono completamente disimpegnati nella campagna
elettorale segnano dunque la fine del gioco. Iorio a stento riuscirà a
mettere in campo cinque al massimo sei liste: Pdl,
Udc, Progetto Molise, Grande Sud, Pensionati, La Destra e forse Molise
Civile. Quest'ultimo movimento ha fatto sapere per bocca del suo
coordinatore regionale Stefano Sabatini di non
essere certo di appoggiare Iorio, mentre il suo vice Adriano Izzi, in passato consulente della Regione, ha
sostenuto che Iorio avrà l'appoggio del movimento.
Nel centrosinistra, se non succedono clamorosi
colpi di scena, le liste saranno almeno nove: Pd, Sel,
Socialisti, Idv, Comunisti Italiani, Centro
Democratico, Udeur, Lista dei Sindaci, Lista "Rialzati Molise"
(quella che sarà presentata da Pietracupa e
compagni) e forse ci sarà una decima lista civica. Una certezza a questo
punto c'è, salvo sorprese: Iorio il 26 febbraio non sarà più il
governatore del Molise.
I sondaggi, nonostante la presenza in campo
della coalizione di Massimo Romano e di Antonio De Lellis,
già nei giorni scorsi lo davano in svantaggio rispetto a Frattura. Ora si
può tranquillamente dire che è in caduta libera. Certo, per la Regione la
partita è chiusa. Ma resta ancora qualche piccolo spazio di manovra per
Iorio. Potrebbe effettuare un tentativo disperato di rientrare in gioco
per la corsa al Parlamento, rimettendo tutto nelle mani di Berlusconi e
lasciando il posto ad un altro candidato alla presidenza della Regione.
L'unica vera incognita riguarda ora le reazioni nel centrosinistra. Le
indiscrezioni dicono che Frattura aveva informato preventivamente tutti i
segretari regionali dei partiti della coalizione di questa operazione che
dovrebbe portare Mario Pietracupa, leader dell'Adc in Molise e cognato di Aldo Patriciello,
nel listino del maggioritario dove sarebbe in compagnia del segretario
regionale di SEL, Candido Paglione e del consigliere regionale del PD,
Francesco Totaro. Il quarto posto spetta all'Idv che deve sciogliere la riserva e indicare uno tra
Carmelo Parpiglia, Cosmo Tedeschi e Franco
Capone. Dai segretari dei partiti avrebbe ricevuto il via libera a
chiudere l'accordo con Pietracupa (e Patriciello, anche se quest'ultimo non compare,
essendo ufficialmente un eurodeputato del Pdl).
Sembra che proprio dopo che l'ultimo assalto di Patriciello
alla candidatura al Senato in Molise per il Pdl
è andato a vuoto, l'Adc ha deciso di effettuare
la svolta. Ma il percorso per il futuro è già segnato. Infatti ci sarebbe
stata una triangolazione tra Patriciello,
Frattura e il Pd e i vertici nazionali dell'Udc. Dopo questa mossa è
chiaro che Iorio affonderà e con lui affonderanno anche i vertici
molisani dell'Udc, vale a dire quei Velardi e
Di Pietro che hanno costretto Casini e Cesa ad
"ingoiare" il rospo dell'alleanza con Iorio. Ora i vertici
nazionali si sono seduti sulla riva del fiume per veder passare i
"cadaveri" dei dirigenti locali. Dopo le elezioni regionali, in
caso - più che probabile - di sconfitta di Iorio, l'Udc molisana sarà
commissariata e le redini saranno affidate proprio a Patriciello
e agli ex Adc.
Intanto la notizia dell'accordo ha scatenato
reazioni proprio nel centrosinistra. Non è un caso d'altronde che, mentre
i consiglieri regionali dell'Adc Mario Pietracupa, Vincenzo Bizzarro e Riccardo Tamburro annunciavano insieme a Frattura l'accordo,
il vicecoordinatore provinciale di Campobasso
del PDL, Claudio Pian, uomo legato a Patriciello,
si dimetteva in modo irrevocabile. Mentre da Roma Francesco Pionati, leader nazionale dell'Adc,
sconfessa l'intesa e annuncia che non concederà il simbolo per la
presentazione della lista in Molise, la base del centrosinistra è in
rivolta. Il sindaco di Montefalcone, Gigino D'Angelo, primo dei non eletti alla Regione
per SEL nel 2011, indicato quale candidato vendoliano
alla Camera, ha annunciato che se il partito non chiarirà quanto accaduto
e non prenderà le distanze da questo accordo lui non si candiderà. Ed ha
chiesto una riunione urgente degli organismi regionali di SEL. Il
segretario regionale Paglione per ora non commenta. D'altronde rischia il
posto di consigliere regionale, che a questo punto sarebbe sicuro con la
candidatura nel listino di Frattura. Tacciono anche i dirigenti dei
Comunisti Italiani. Non pervenuti i commenti dei Socialisti. Mentre nell'Idv, che è già in grave difficoltà per l'abbandono di
importanti dirigenti, c'è un malcontento che cresce di ora in ora e che
rischia di provocare nuovi addii.
Massimo Romano sta alla finestra. Ora che il
centrosinistra ha chiuso l'accordo con i patricielliani,
le sue accuse di inciucio e trasversalismo
lanciate in questi mesi alla coalizione di Frattura trovano una
formidabile conferma. Ed ora proprio Romano rischia di capitalizzare il
malcontento di buona parte dell'elettorato della sinistra.
da altromolise.it
Campobasso, lì 21 Gennaio 2013
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