Con una politica vuota scandita da slogan e spot televisivi che
annienta il dissenso e si allontana dai cittadini non si va lontano. Quando
in una società ci si affida ad uno solo la libertà è in agonia e la
democrazia è malata. Per riappropriarsi del futuro non si deve temere il
confronto, la partecipazione, la dialettica e la critica, interna ed
esterna ai partiti e alle istituzioni. E' in gioco la tenuta del sistema costituzionale
e l'Italia rischia una balcanizzazione greca con l'ingovernabilità indotta
dal doppio pericolo di una politica degradata arroccata e da forze
antisistema, populiste e autoritarie. Se salta lo Stato saranno i ceti
popolari a pagare le cambiali più amare e non saranno le urla degli opposti
estremismi ad avviare una stagione di riscatto del lavoro, di tenuta delle
tutele sociali e di orizzonte positivo per le nuove generazioni. Per questo
occorre rilanciare la politica, i partiti e le sezioni, mobilitandosi per
la più ampia partecipazione possibile alle primarie. Se il 25 novembre
qualche milione di italiani si recherà alle urne condividendo la Carta
d'Intenti del centrosinistra proposta da PD, SEL e PSI, e sottoscritta da
Bersani, Renzi, Vendola,
Puppato e Tabacci,
vinceremo tutti, perchè si riannodano i fili tra
i cittadini e chi li rappresenta. La competizione non è all'interno dello
schieramento ma è verso il 50% di chi dichiara di non andare a votare e
verso le forze populiste, di destra o che giocano allo sfascio delle
istituzioni. E per venire alle vicende molisane in questi giorni si
ascoltano commenti politici sarcastici sull'alleanza tra progressisti e
moderati come se fosse una iattura. A Termoli ho letto l'ultimo comma del
punto 10 della Carta d'intenti firmata dai tre partiti e dai cinque
candidati alle Primarie che riporto integralmente " I democratici e i
progressisti s'impegnano altresì a promuovere un patto di legislatura con
forze liberali, moderate e di Centro, d'ispirazione costituzionale ed
europeista, sulla base di una responsabilità comune di fronte al passaggio
storico, unico ed eccezionale, che l'Italia e l'Europa dovranno affrontare
nei prossimi anni ". Sollecito gli analisti locali, i politologi ed i
militanti del centrosinistra ad assumere questo impegno non come la
proposta di Bersani che apre all'UDC, ma come la piattaforma programmatica
di PD, SEL, PSI, e di tutti e cinque i candidati alle primarie per
assicurare governabilità, condivisione e coesione alla futura alleanza nazionale.
In Molise più che altrove la sindrome della personalizzazione domina la
scena politica con una miriade di IO che non arretrano di fronte al bene
comune, all'interesse generale e alle esigenze delle coalizioni e delle
popolazioni. Onde evitare di affollare la schiera di chi antepone sè stesso ai programmi organici, ai partiti e agli
schieramenti, ho ribadito, smentendo con nettezza le insinuazioni apparse
in un articolo apparso oggi in edicola, qualsiasi mia candidatura a
primarie del centrosinistra o a vertici delle istituzioni. Ho sempre
rivendicato con orgoglio l'appartenenza politica ad una storia plurale
incardinata sul NOI, sostengo Bersani, milito nel più grande partito
italiano su posizioni di sinistra, e mi adopero per l'unità di una coalizione
coesa che a Roma e in Molise, vinca le elezioni per affermare il
cambiamento, la discontinuità e girare pagina. Darò un contributo a
prescindere dal ruolo personale perchè preferisco
ritrovarmi in ultima fila in una squadra che vince e non essere il generale
che fonda la propria vittoria individualista sulla sconfitta della
coalizione.
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