Perché molti dei 30 inquilini di Palazzo Moffa dovranno compiere una
scelta nel giro di poche settimane. Sapendo che, se in Consiglio regionale
la prossima volta non entrerà nessun volto nuovo, comunque dieci di loro
potrebbero rimanere a casa se davvero - come sembra - si riuscisse a votare
per venti consiglieri regionali. Se da un lato è vero che il problema ce
l'hanno soprattutto alcuni consiglieri di centrosinistra, dall'altro
l'interrogativo agita i sonni di gran parte dei consiglieri di centroodestra.
Nel centrosinistra sono in cerca di una casa sicuramente Filippo
Monaco, sempre più lontano da SEL, nella cui lista è stato eletto un anno
fa, Felice Di Donato, eletto nella lista di un movimento, Alternativ@, che non esiste più, Gennaro Chierchia, che ha appreso da qualche giorno che il
Partito Socialista, per il quale si era candidato un anno fa, non intende
candidare (e quindi nemmeno ricandidare) persone che abbiano già ricoperto
la carica di consigliere o assessore regionale. Chierchia
è al suo secondo mandato. Tre consiglieri in cerca di una lista in cui
correre e a cui portare il loro non indifferente patrimonio di voti. I
primi due sono sempre più vicini a Massimo Romano che si appresta ad
accogliere chi per tante ragioni non guarda più al centrosinistra
tradizionale dei partiti come ad un progetto da condividere. Di Donato,
quando Alternativ@ è stata sciolta da Roberto
Ruta che l'aveva fondata, non ha aderito al PD e non sembra affatto
intenzionato ad aderirvi. Chierchia, invece, sta
riflettendo. Anche lui potrebbe essere tentato da un avvicinamento a
Romano. Ma tiene sotto osservazione anche i movimenti che ci sono nel vasto
universo degli ormai ex del centrodestra che si stanno organizzando per
mettere in piedi una lista che possa essere alternativa alle due coalizioni
principali. Da Gianluca Cefaratti, ufficialmente
in quota a FLI, consigliere provinciale e sindaco di Campodipietra,
a Raffaele Mauro, l'anno scorso in lista nel Pdl,
secondo dei non eletti in provincia di Isernia, passando per Alfredo
D'Ambrosio, politico di lungo corso e per Oreste Campopiano,
socialista per anni schierato nel centrodestra, ravvedutosi lo scorso anno
quando è stato candidato nel listino di Frattura, e a tanti altri che sono
attualmente fuori dai giochi ma sempre pronti a tornare in sella. Si
ricandideranno con i rispettivi partiti i consiglieri uscenti del PD Michele
Petraroia e Francesco Totaro.
Danilo Leva, invece, correrà per un posto alla Camera dei deputati e
lascerà il suo seggio in provincia di Isernia a Massimiliano Scarabeo,
l'anno scorso più votato della lista di ALternativ@
che, dopo averlo conquistato, dovette cedere il suo seggio a Palazzo Moffa
al candidato presidente sconfitto, vale a dire Paolo Di Laura Frattura.
Scarabeo nel frattempo è tornato nel PD dove è diventato anche
vicesegretario regionale. Conferme anche per i tre dell'Italia dei Valori,
Cristiano Di Pietro, Carmelo Parpiglia e Cosmo
Tedeschi. Tutto da decifrare l'universo della sinistra cosiddetta
"radicale". La Federazione della Sinistra ormai si è di fatto
sciolta: i Comunisti Italiani di Oliviero Diliberto sono tornati nel campo
del centrosinistra a guida PD, quelli di Rifondazione Comunista di Ferrero
si sono chiamati fuori, a livello nazionale e a livello regionale. I
Comunisti Italiani dovranno quindi attrezzare una lista da soli nella quale
sarà candidato sicuramente Salvatore Ciocca. Ma questa volta, soprattutto
se il numero di consiglieri da eleggere scenderà a 20, per eleggere un
proprio rappresentante i Comunisti - in qualsiasi campo collocati -
dovranno sperare in un miracolo. Poi ci sono tanti altri nel centrosinistra
che si guardano intorno per cercare spazi e margini di manovra. Quelle di
PD e IDV sembrano liste "blindate", nelle quali saranno candidati
portatori di preferenze che sembrano imbattibili. Nell'IDV sembra
impossibile riuscire a mettere in discussione il primato di Cristiano Di
Pietro. A risolvere molti problemi potrebbe essere la "lista del
presidente". Se Paolo Di Laura Frattura resterà al vertice della
coalizione, ha intenzione sicuramente di presentare una lista civica
ispirata direttamente da lui nella quale potrebbero trovare spazio diversi
"reduci" dell'ultima battaglia elettorale regionale con
l'obiettivo di conquistare almeno un seggio in Consiglio regionale. Sulla
leadership di Frattura, nonostante i tanti movimenti in atto - dalla
"scissione" di Massimo Romano alle operazioni sottotraccia di
Roberto Ruta - sono ancora molti a scommettere. Frattura ha incassato il
sostegno convinto e concreto dell'Idv, di SEL,
dei Socialisti e dei Comunisti Italiani. All'appello manca soltanto il PD,
i cui vertici potrebbero essere tentati di riaprire i giochi nel caso di un
accordo possibile con l'Udc, e naturalmente Rifondazione Comunista, oltre a
Costruire Democrazia di Massimo Romano che ormai è al lavoro per fare un
polo alternativo e autonomo con Rifondazione COmunista,
con Partecipazione Democratica del senatore Astore, con alcuni movimenti
civici locali, con un gruppo di sindaci e amministratori locali di
centrosinistra, allargando il fronte anche a personaggi che provengono dal
centrodestra e che potrebbero mettere in campo una loro lista per creare
uno schieramento in grado di dare filo da torcere a centrodestra e
centrosinistra.
Nel centrodestra tutti i consiglieri regionali, nessuno escluso, sono
fermi ai blocchi di partenza, come i partecipanti ad una gara dei cento
metri in attesa del segnale dello starter. Tanti sono lacerati dal dubbio:
se si ricandida Michele Iorio, come ormai sembra scontato, si vince o si
perde? Un dubbio che sta lacerando molti. Uno il problema lo ha già
risolto. Franco Giorgio Marinelli, infatti, ha
lasciato il Pdl per passare all'Udc con la speranza
che i centristi di Casini non appoggino Iorio. Marinelli
spera di giocarsi le sue carte nella circoscrizione di Isernia dove, se i
nomi sono quelli che si conoscono, non avrà difficoltà ad essere il più
votato. Altri, come Angelina Fusco Perrella, sono sulla stessa strada. L'Udc fa gola a
molti dei possibili, potenziali e probabili transfughi del centrodestra.
L'idea di una sconfitta di Iorio e della elezione di quattro o cinque
consiglieri regionali da parte del centrodestra terrorizza molti. Perché alla
fine a salvarsi sarebbero i soliti noti, quelli che tengono in cassaforte
migliaia di preferenze: Gianfranco Vitagliano, Fusco Perrella, Antonio Chieffo, forse Filoteo Di
Sandro. Ma non potranno essere tutti candidati con il PDL (Chieffo non lo è stato l'ultima volta). Per essere
certi di riconquistare la poltrona hanno bisogno di trovare una lista che
prenda il quorum e che li accolga a braccia aperte. Iorio, nel caso di
ricandidatura, cercherà di tenere fuori i consiglieri di cui non si fida
più, come Lucio De Bernardo, che sarebbe uno di quelli pronti alla
transumanza, addirittura con lo sguardo rivolto al centrosinistra.
Granitici invece alcuni consiglieri, che non sono stati sfiorati finora da
alcun dubbio. Riccardo Tamburro ha giurato
fedeltà a Mario Pietracupa (e ad Aldo Patriciello), così come Nico Romagnuolo
a Michele Iorio. Tra i "fedelissimi" si annovera anche Nicola
Cavaliere, capogruppo del PDL, anche lui uno di quelli che - se si guarda
alle preferenze prese lo scorso anno - ha buone possibilità di salvari anche in caso di tsunami per il centrodestra.
In provincia di Isernia molti equilibri dipenderanno da due circostanze:
ciò che accadrà al Comune di Isernia, dove una eventuale conferma di De
Vivo potrebbe provocare crepe pesanti nel centrodestra, e la chiusura della
Provincia, che potrebbe produrre molti "scontenti" tra assessori
e consiglieri che diventerebbero "cani sciolti" per le regionali.
Michele Scasserra, eletto con Molise Civile, la
lista che non poteva essere presentata secondo Tar e Consiglio di Stato, si
sta guardando intorno. C'è chi nel centrodestra pensa che, nel caso in cui
Iorio non dovesse essere riconfermato, potrebbe essere lui il "volto
nuovo" da proporre per recuperare un po' di consensi e una fetta di
elettorato che anche nel centrodestra non ne può più delle solite facce.
Tra i non eletti si segnalano in movimento personaggi come Quintino Pallante e Stefano Sabatini.
Poi c'è l'Udc che confermerà nelle sue liste i due eletti nel
proporzionale, Pippo Sabusco e Domenico Izzi, oltre a Franco Giorgio Marinelli.
Un terzetto che, nel partito di Casini, è il meno convinto ad appoggiare
Michele Iorio, a differenza dell'assessore regionale Luigi Velardi e del segretario regionale Teresio Di Pietro che,
al dilà delle dichiarazioni ufficiali, stanno
lavorando già ad una nuova intesa con il governatore uscente. Perché i
vertici molisani dell'Udc, che siano pro o contro Iorio, sanno una cosa: il
partito di Casini non ha la vocazione - e nemmeno i numeri - per costruire
il terzo polo in Molise. Quindi o si fa l'accordo con il PD o con Iorio, tertium non datur. E se non
sarà Iorio il candidato del centrodestra aumenteranno le probabilità che
l'Udc possa chiudere l'accordo con il PD. Anche se questo aprirebbe un
altro fronte nel centrosinistra, mettendo in difficoltà l'Idv e i Comunisti Italiani.
Qualcuno degli uscenti ha provato pure a bussare alla porta del
Movimento 5 Stelle ma i "grillini" non
hanno neppure aperto. Chi ha già ricoperto incarichi in Consiglio regionale
non può essere candidato. I "grillini"
sceglieranno via internet i loro candidati. E tra questi, stavolta, ci sarà
almeno un consigliere regionale anche se l'obiettivo, nemmeno tanto
nascosto dei grillini molisani, è di arrivare a
due. Forse le uniche facce nuove che entreranno a Palazzo Moffa.
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