Sembra proprio che qualcuno voglia
“fargli le scarpe”, per dirla alla molisana. Ma Paolo Frattura non
intravede il pericolo, o forse non lo dà a vedere. Da qualche tempo il
Partito Democratico pare non essere più tanto convinto della forza dell’ex
presidente di Unioncamere e qualche ora fa Massimo Romano, interpellato
sulla possibilità di tornare nell’alveo del centrosinistra, ha bocciato in
maniera netta l’ipotesi di tornare a sostenere Frattura. Ma l’ex candidato
presidente alle regionali del 2011 rivendica la propria posizione. «Penso
di aver guadagnato sul campo il ruolo di leader. Ciononostante sono pronto
a rimetterlo in ballo, ma a patto che ci siano le primarie».
Frattura ha saputo dell’incontro fra Leva e Romano?
«L’ho letto sui giornali. Mi auguro riescano a trovare un elemento di
sintesi».
Anche a costo di sacrificare lei?
«Non credo che si stia facendo un discorso di questo tipo».
Non sembra anche a lei che il Pd si stia allontanando dalle sue
posizioni?
«Più che pensare, ascolto. Se fosse così me lo direbbero e su questo sono
molto tranquillo. C’è una squadra che ha ottenuto un risultato, adesso c’è
da ripetere la partita. Penso di aver guadagnato sul campo la posizione di
leadership. Ricordo di aver ottenuto 16mila voti in più rispetto a quelli
delle liste che mi sostenevano, oltre ad aver proposto il ricorso che ha
comportato l’annullamento delle elezioni».
Non intravede altri possibili candidati alla guida del centrosinistra?
«Onestamente sono più concentrato su come far vincere il centrosinistra che
pensare ad altri nomi. Sono sempre disponibile a mettere in competizione la
leadership ma a patto che ci sia una proposta alternativa da sottoporre ai
cittadini nelle primarie».
Voci di corridoio riferiscono di un suo sostegno alla candidatura di
Matteo Renzi alle primarie nazionali. Questo
potrebbe influire nei rapporti coi vertici molisani del Pd, che invece sono
pro Bersani?
«In questo anno che è trascorso sono stato concentrato sulle vicende
regionali e ho fatto l’impossibile per mantenere l’armonia nella
coalizione. I candidati alle primarie sono tutti riferimenti amici. Visto
che ho la serenità di ambire a essere il leader del centrosinistra, ho
preferito non aderire ad alcuna posizione e non credo si possa dire che ho
sponsorizzato questo o quello. Ne ho sentite tante, ma credo che le
distanze si prendano quando viene meno la sostanza e non è questo il caso».
Ma parteciperà al voto di domenica?
«Certamente sì, ma non mi sento di esprimermi in forma pubblica.
Sto
invece cercando di coinvolgere il maggior numero di persone a queste
primarie che stanno ottenendo un doppio effetto: riavvicinare i cittadini
alla politica e compattare la coalizione».
Conta anche lei di farlo recuperando chi oggi è fuori dal centrosinistra
come Romano?
«Sigle, nomi e percentuali non mi appassionano. Sono concentrato sul
programma, sulle cose che intendiamo fare, andando a ricercare i dettagli,
senza fermarsi ai principi».
E all’Udc ci pensa?
«Ripeto, adesso sto lavorando al programma, non alle sigle. Credo bisogna
presentare un programma condiviso anche per il consolidamento e
l’allargamento della squadra. Servono persone di buon senso per scelte
anche impopolari».
Votare a marzo è un bene o un male per il Molise?
«Se questo tempo viene utilizzato per rafforzare le risorse da investire è
un bene. Penso sia un male invece tenere in piedi degli organi depotenziati
come il consiglio regionale. E’ deprimente cercare l’approvazione dello
statuto e della legge elettorale come se fossero delle priorità mentre
aziende grandi e piccole soffrono».
di Stefano Di Leonardo (da primonumero.it)
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