Oltre
quaranta giorni dopo la sentenza del Consiglio di Stato, il
centrosinistra pare aver gettato al vento il vantaggio temporale che
aveva. Quello che sembrava un candidato scontato, Paolo Frattura, è messo
in dubbio da possibili alleanze decise a Roma. «Vediamo cosa decidono Pd
e Udc per le nazionali» conferma il vice segretario democratico
Massimiliano Scarabeo. Idv e Sel non hanno altri nomi che l’ex presidente di
Unioncamere, ma la scelta tarda ad arrivare. «Entro Natale lo
indicheremo».
Sono trascorsi quaranta
giorni, anche qualcosa in più, dalla sentenza del Consiglio di Stato
che ha sancito il ritorno al voto del Molise. Da allora, il quadro
politico è mutato, qualche alleanza è stata consolidata, altre si stanno
per stringere. Ma la coalizione che sembrava più avanti, quella di
centrosinistra, si è ingarbugliata su una scelta che sembrava scontata. Paolo
Frattura è non è il candidato presidente? Quasi tutti lo sostengono
pubblicamente, nessuno lo affossa apertamente e lui ha praticamente già
lanciato la propria campagna elettorale. Ma intanto, a due settimane dal
Natale, il dubbio rimane. «Dipende anche dagli accordi nazionali»
dicono dal Pd. Gli avversari, che a quanto sembra saranno (almeno) tre
invece si sono portati avanti, il centrosinistra invece è praticamente
piantato allo stesso punto di partenza del 29 ottobre scorso.
Quel giorno, quando i giudici del Consiglio di Stato finalmente hanno
depositato la sentenza che ha annullato definitivamente le elezioni
regionali 2011, Paolo Frattura sembrava il vincitore assoluto della
contesa. Era stato lui a volere il ricorso che ha beffato Michele
Iorio dopo nemmeno un anno del suo terzo mandato. Ed era stato ancora
Frattura, nell’ottobre 2011, a rimontare il centrodestra grazie al voto
disgiunto che gli fece guadagnare migliaia di voti in più rispetto a
quelli delle proprie liste. Se poi ci si aggiunge che la sua
candidatura era scaturita da una vittoria inequivocabile alle primarie di
coalizione, sembrava davvero impossibile che non fosse lui il candidato
anche per questa nuova contesa elettorale.
E invece no. Il centrosinistra molisano, detto senza polemica, non ha la
linearità fra le sue peculiarità. Massimo Romano l’ha detto subito. «Frattura
è un leader superato». Così, nonostante i corteggiamenti di Danilo
Leva, ha deciso di andare per la propria strada e ha costituito il Nuovo
Polo e guai a dargli l’aggettivo terzo, se no il trentunenne di Bojano si
arrabbia. «Eppure a me dispiace – commenta il segretario regionale
dell’Italia dei Valori Pierpaolo Nagni – Perché
i punti che ci dividono sono meno di quelli che ci accomunano. Stare
tutti insieme in coalizione sarebbe importante per il Molise intero».
Candido Paglione, segretario regionale di Sel,
ha qualche remora. «Per carità, porte aperte fino all’ultimo, però vedo operazioni
che raccolgono pezzi di centrodestra (riferimento a Fli, ndr).
E’ legittimo, ma quello non è il centrosinistra».
L’unità non c’è nemmeno stavolta quindi, con buona pace di chi pensava
che le primarie fossero lo strumento per risolvere i dissapori. «Ormai
non è possibile farle – chiude la porta il vice segretario del
Partito Democratico, Massimiliano Scarabeo – Sia perché non ci sono i
tempi tecnici, sia perché lo stesso Romano non parteciperebbe. Non
avrebbero senso». E dire che Laboratorio Progressista, neonata formazione
politica, aveva dato per certo l’appuntamento con le primarie dietro
rassicurazioni di Leva.
La realtà è che sono ormai in pochissimi a volerle. Oltretutto col voto
anticipato al 17 o 24 febbraio, sembra difficile farle fra Natale e
l’Epifania. E allora? Non resta che capire quante chance ha Frattura di
essere confermato. O meglio, se c’è qualche avversario. «Noi siamo con
lui in ogni caso, anche se si andasse alle primarie» confermano dall’Idv Cristiano Di Pietro e Pierpaolo Nagni. «Sarebbe folle non riproporre Frattura
– afferma il segretario regionale di Sinistra e Libertà – D’altronde ha
vinto le primarie un anno fa, troverei singolare una scelta diversa».
Già, ma il Pd che ne pensa? «L’ideale è trovare la persona che mette
insieme più mondi e più persone insieme» dice Scarabeo. Frattura non lo
è? «Potrebbe esserlo». Potrebbe ma non lo è ancora.
Perché il Molise sta attendendo di sapere quando si vota e soprattutto
che piega prenderanno le trattative politiche nazionali. Pd e Udc
assieme? Bersani tiene aperte la porta a Casini, ma Vendola minaccia fuoriuscite.
Che si fa? Il Molise è alla finestra. «Siamo
consequenziali a Roma – rivela Scarabeo – Stiamo cercando un’alleanza che
vada oltre il centrosinistra. Non credo comunque che Udc e Pd possano
fare diversamente rispetto all’accordo che ha portato al successo in
Sicilia. Noi però manteniamo la nostra autonomia».
Il fatto è che questa strategia di attesa, unita ai veti incrociati,
sta portando via tempo prezioso per la campagna elettorale che per
forza di cose sarà accorciata. Subito dopo l’Epifania, ma forse anche
durante le feste natalizie, inizierà una corsa agli armamenti politici
che dovrà consumarsi nell’arco di meno di due mesi. La fine di febbraio è
più vicina di quello che sembra e oltre quaranta giorni di possibile
lavoro pre elettorale se ne sono andati. Michele
Iorio, dal canto suo, si è messo al lavoro dal giorno successivo a quella
sentenza che ha riaperto la sfida. Ha incontrato amministratori e
vertici nazionali, combattuto nemici interni e preparato il terreno per
tornare all’attacco. L’impressione è che il centrosinistra non abbia
fatto lo stesso e anzi abbia gettato al vento un vantaggio, quantomeno
temporale.
«E’ un rischio che stiamo correndo» riconosce Nagni
che però su Iorio ha qualche perplessità. «Lui il candidato del
centrodestra? Non ne sarei tanto sicuro». Paglione riflette. «E’ il male
antico del centrosinistra quello di soffermarsi sulle virgole. Ma
andremo alle elezioni compatti». Per Di Pietro «il tempo trascorso non è
stato sprecato, il dialogo è l’anima della democrazia. Non ci sono
diktat come da Grillo». Un altro che il suo candidato già ce l’ha e
guarda il caso e lo stesso di quattordici mesi fa, vale a dire Antonio Federico. Conferma che invece manca al
centrosinistra. «Vantaggio buttato? Assolutamente no» risponde Scarabeo.
«Confronto dialettico e rispetto delle posizioni sono fondamentali. Siamo
sereni, abbiamo la vittoria in mano e non saremo così sciocchi da far
saltare tutto. Entro Natale si saprà il candidato». Sorpresa sotto
l’albero?
Di Stefano di
Leonardo (Da primonumero.it)
Campobasso, lì 14 Dicembre 2012
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