Politica
REGIONALI E’
arrivato il momento dello sfoltimento istituzionale
“La
politica deve dare l’esempio e deve tornare ad essere la nobile attività di
servizio alla collettività. Ci siamo già impegnati formalmente con gli
elettori ad approvare, come primo atto del Consiglio regionale, una legge che
dimezza le indennità per destinare le economie derivanti da questi tagli al
finanziamento della legge per il reddito di cittadinanza. Sappiamo bene che
tale scelta non risolve il problema occupazionale e quelli finanziari della
Regione. Rappresenta però un elemento di equità dal quale non si può
prescindere, mentre si chiedono sacrifici anche ai ceti più deboli. Una
classe dirigente priva di lungimiranza ha creato le premesse oggettive
del rischio incombente della perdita
dell’autonomia regionale, che la maggioranza dei molisani comincia ad ormai
ad auspicare, giacchè la pressione fiscale nella
nostra regione è la più alta d’Italia. Il
Molise deve ripensare alla propria architettura istituzionale non più
compatibile con la drastica riduzione dei trasferimenti statali derivante
dalla drammatica situazione finanziaria del Paese. Finora
la politica regionale è stata incapace di affrontare seriamente il problema
liquidandolo con la retorica dell’identità. Ora è aperto nei fatti un
dibattito sul processo di semplificazione
e sfoltimento istituzionale reso non
più rinviabile da un’ architettura istituzionale pesante, costosa e
inefficiente per cittadini e imprese. Si
pone dunque l’obiettivo di dar vita ad un “nuovo sistema” istituzionale
regionale puntando con gradualità ma con decisione, senza mettere in
discussione gli attuali livelli occupazionali, a ridurre in maniera
consistente lo stesso organico regionale. Basta
con le consulenze, alle quali si deve ricorrere in casi davvero eccezionali.
Occorre utilizzare meglio le risorse umane già presenti e garantire che le
eventuali nuove assunzioni, per
profili professionali non reperibili all’interno dell’organico, avvengano con
procedure davvero trasparenti. Nell’immediato il personale delle Comunità
Montane (soppresse), che purtroppo non
è stato trasferito alla istituita Agenzia Regionale di Protezione Civile, va
messo a disposizione dei comuni per migliorare la qualità dei servizi
erogati. Il
novanta per cento dei comuni molisani è alle prese con l’attuazione delle
norme che obbligano i comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti alla
gestione associata dei servizi. Finora il silenzio della Regione e delle
forze politiche è stato scandaloso. Serve coraggio. Noi
proponiamo di eliminare tutti gli enti locali intermedi tra i Comuni e la
Regione ( C.M, Province), gli enti cosiddetti sub-regionali (IACP, EPT,
consorzi di bonifica, consorzi industriali, ARSIAM etc.), trasferendo le
relative funzioni alla Regione, ai comuni, organizzati in tre o quattro Unioni
di Comuni. L’etica
della “responsabilità pubblica”, ci
impone come priorità l'organizzazione
di una Pubblica Amministrazione che abbia tempi, risultati e costi
paragonabili alle migliori esperienze nazionali ed europee. La organizzazione
di un sistema istituzionale efficiente e snello non avrebbe come unico
effetto una diminuzione dei costi ma diventerebbe un efficace strumento per
dare ai cittadini ed alle imprese servizi migliori, per attrarre investimenti
interni ed esterni con la conseguente creazione di opportunità di lavoro. Il
processo di riorganizzazione lo intendiamo
come un percorso in cui partecipano tutte le forze sane della società
molisana, in primis chi lavora nella P.A. oggi spesso mortificato e non
valorizzato, consapevoli che solo in questo modo si possono creare i
presupposti per sperare di costruire un futuro, per noi e per i nostri figli,
in questo territorio. di Domenico Di Lisa (Candidato
VINCERE PER CAMBIARE e DEMOCRATICI PER IL MOLISE) Campobasso, li 5 Febbraio 2013 |
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