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Politica

 

REGIONALI
Nico Ioffredi, SEL:
 "I consiglieri? Dopo dieci anni tutti a casa"
Intervista al capolista di Sel che corre alla Regione, che spiega la sua ricetta per dare una possibilità al Molise: dalla cultura alla viabilità passando per la filiera corta. E non risparmia giudizi su nessun avversario


"Si è dimesso anche il papa prima del tempo, è mai possibile che un politico debba stare in un consiglio regionale per più di dieci anni?".

Nico Ioffredi, candidato come capolista alle consultazioni regionali per Sinistra ecologia e libertà, non le manda certo a dire. E il paragone che fa per spiegare che idea ha della politica ai tempi della crisi non potrebbe essere più calzante.
"La permanenza delle stesse persone in un'amministrazione per troppo tempo ha solo effetti negativi: favorisce l'organizzazione di reti di conoscenze che poco hanno a che fare con il buon governo, nega l'accesso a forze giovani nelle istituzioni, provoca l'effetto-mummia. Nello Statuto della Regione dovrebbe essere consacrato questo principio: chi ha passato più di dieci anni in Consiglio non si deve ricandidare più".


Dottor Ioffredi, non si scaldi subito altrimenti non arriviamo alla fine. Calmiamo gli animi con la cultura. Secondo lei, è un settore che può dar da mangiare?

"La cultura è vita. E vorrei spiegarlo a chi pensa che tutto ha un prezzo e niente ha valore. Ma secondo lei, è normale che una città capoluogo di regione, qual è Campobasso, rischi di perdere l'unico teatro funzionante? Sono stati spesi milioni di euro per l'auditorium di Isernia, una struttura sovradimensionata per capienza e sottodimensionata per qualità, mentre circolano da tempo voci sull'imminente chiusura del Savoia, la cui gestione in realtà costerebbe pochissimo rispetto alla resa. E' appena il caso di ricordare che questo teatro è stato ristrutturato con soldi pubblici. Se chiudesse, al danno si aggiungerebbe la beffa".


Magari qualcuno pensa che gli operatori culturali potrebbero tornare a coltivare i campi! Scherzi a parte, la vocazione del Molise è sicuramente agricola ma per troppo tempo sono stati fatti investimenti sbagliati. Quali sono le sue idee in merito?

"Farò un esempio. La percentuale molisana delle barbabietole da zucchero che viene usata dallo zuccherificio di Termoli è semplicemente ridicola, per la maggior parte il prodotto viene importato. Se riuscissimo a programmare questa e altre coltivazioni sul nostro territorio, molto spesso in abbandono, potremmo valorizzare le risorse finalizzandole a dovere, alleggeriremmo il traffico su gomma e faremmo restare le risorse economiche del caso sul posto. Del resto, si tratta dei vantaggi della cosiddetta economia a ‘km zero' che in Molise abbiamo molta convenienza ad attuare. Lo stesso ragionamento va replicato per altre realtà e penso alla Solagrital".


Prima accennava al trasporto su gomma. In Molise siamo messi maluccio... Davvero l'autostrada non è la soluzione?

"Non credo che un muro che divida i molisani tra nordisti e sudisti risolva il problema della viabilità. Un progetto di tal fatta non sarebbe nemmeno giustificabile con i volumi del traffico. Gli unici ad essere contenti sarebbero i grossi gruppi in grado di ottenere appalti miliardari con chissà quali losche ricadute. Pensiamo piuttosto a finanziamenti mirati a rendere almeno decentemente carrabili arterie già esistenti che permetterebbero ai piccoli centri di rinascere. Allo stesso modo, il programma del centrosinistra prevede il potenziamento attraverso una spesa, questa sì, sostenibilissima della strada ferrata perché, come ci insegna l'Europa, sarebbe l'unico modo razionale di affrontare l'isolamento".


Parliamo dei suoi avversari politici. Cosa pensa di Iorio?

"Ha messo in atto con rigore scientifico una gestione clientelare che, oltre a produrre i danni che sappiamo, ha fatto fuggire decine di migliaia di giovani dalla regione. Lo sa che l'Istat prevede che fra una trentina d'anni se non cambia il trend saremo 220.000 anime con un'età media di 60 anni? Oltre 10 anni al potere e nessuna strategia per il futuro. Semplicemente miope".


Antonio Federico le piace?

"Riconosco al suo movimento di aver riavvicinato alla politica persone che se n'erano distaccate. Gli contesto l'atteggiamento di rifiutare qualsiasi tipo di alleanza perché questo significa ricoprire il ruolo di eterni oppositori senza alcuna voce in capitolo o, in caso di maggioranza assoluta, di dittatori".


De Lellis?

"Con tutto il rispetto per il candidato, sinceramente non riesco a capire il cambiamento di rotta di Rifondazione comunista. Ha sempre sostenuto che gli accordi nazionali e quelli locali possono essere differenti, ora invece non è in coalizione regionale con chi ha appoggiato Monti. Mistero...".


Cosa mi dice di Romano?

"Ma non avevamo detto che avremmo parlato di politica?".

 

da primapaginamolise.it

 

Campobasso, li 12 Febbraio 2013

 

 

 

 

 

 

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