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Bufera sul governatore:

"Iorio condannato, la legge prevede la sospensione dalla carica pubblica"                                                               

 


«Michele Iorio deve essere sospeso dalla sua carica pubblica perchè condannato in primo grado per la vicenda Bain&Co». Il caso esplode negli ultimi giorni della campagna elettorale e accende ulteriormente lo scontro tra le forze politiche.

 

A sollevare la vicenda nei giorni scorsi era stato il candidato governatore Massimo Romano che durante una conferenza stampa aveva citato il recente decreto sui condannati. «Michele Iorio - aveva detto Romano - né adesso e nemmeno se vincerà le elezioni potrà stare al suo posto perché la legge prevede, per determinati reati e tra questi l'abuso d'ufficio, la sospensione dagli incarichi pubblici anche per chi è stato condannato solo in primo grado e quindi anche in assenza di una condanna definitiva».

Stamattina anche il candidato governatore del centrosinistra Paolo Frattura ha parlato della vicenda, rincarando la dose. «Noi abbiamo accettato, come è giusto che sia, l'esclusione di un nostro candidato perché condannato - ha detto Frattura durante la 'conferenza stampa' in diretta su Rai Tre - ma il dato più drammatico è la sospensione prevista dall'articolo 8 del decreto in questione. Un articolo che dice che vanno sospesi tutti coloro che hanno riportato una condanna non definitiva per una serie di reati e tra questi c'è l'abuso d'ufficio, reato per il quale Iorio è stato condannato a un anno e sei mesi. Vorrei capire - si è chiesto infine il candidato del centrosinistra - se la cancelleria del tribunale o l'ufficio del pubblico ministero hanno trasferito gli atti alla prefettura perché attivi il procedimento di sospensione nei confronti di Iorio».

Poche ore dopo ha preso posizione anche Salvatore Ciocca, consigliere regionale dei Comunisti, anch'esso ricandidato alle regionali, che ha messo la vicenda nero su bianco: «Gli effetti del decreto legislativo sull'incandidabilità in vigore da poco più di un mese - ha scritto in una nota - rischiano di essere devastanti per la nostra regione e per il suo futuro immediato. In base al decreto, infatti, il presidente uscente, se dovesse essere rieletto per la quarta volta, sarebbe immediatamente sospeso dalla carica. Con tutto quello che ne consegue in termini di paralisi dell'attività amministrativa. Senza considerare che tutte le delibere di Giunta successive al 5 gennaio scorso sono impugnabili anche per gli effetti di questo decreto e non solo per quelli derivanti dalla sentenza del Consiglio di Stato del 29 ottobre scorso».
Ciocca quindi conclude: «La norma varata dal governo Monti ci consegna un'altra enorme responsabilità di cui, naturalmente, nessuno nel centrodestra ha fatto fino ad ora menzione. Se il presidente dovesse essere eletto, non avrà alcun potere. Con tutto quello che significa in termini di programmazione, di strategie, di futuro».

Gli avversari del governatore e i loro avvocati dunque non sembrano avere dubbi, ma lo staff di Iorio non vede la vicenda allo stesso modo e ritiene che la sospensione non riguarderebbe i casi precedenti al decreto, quindi nemmeno Iorio (la condanna risale allo scorso anno). Diverse interpretazioni dunque sulle quali è difficile dare, al momento, un verdetto finale.

La vicenda per la quale Iorio è stato condannato, quella delle consulenze alla Bain&Co, la società dove lavorava anche uno dei suoi figli, tornerà comunque nelle aule di giustizia in primavera quando è previsto il processo d'Appello.

 

da altromolise.it

 

Campobasso,  li 19 febbraio 2013

 

 

 

 

 

 

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