Teresa, la giovane nipote delle due anziane mi ha spiegato con
orgoglio e sobrietà, le modalità della tradizione millenaria che la sua
famiglia perpetua tenendo vivo un legame ancestrale tra un passato
remoto e un futuro da costruire senza smarrire quelle radici culturali.
Ieri sera Michele a Jelsi ha animato con la
sua associazione l'apertura della Casa del Pellegrino ospitando il
galiziano responsabile del Cammino di Santiago de Compostela e varie
delegazioni impegnate a rilanciare i percorsi turistico-religiosi
che portavano alla Terra Santa e in particolare la Via Francigena che unisce la Normandia con San Michele
nel Gargano. L'altro pomeriggio, Mario con la sezione dell'Associazione
Nazionale Carabinieri di Agnone ha accolto 150 volontari impegnati nel
Soccorso Alpino e nella Protezione Civile provenienti dalla Lombardia,
dalla Puglia e da altre regioni. E' riuscito a organizzare un evento
formativo di due giorni ospitando in Molise persone che hanno potuto
rendersi conto dell'efficienza della struttura di pronto intervento di
Agnone che si è distinta in operazioni di soccorso per il terremoto de
L'Aquila e in tante altre occasioni, tra cui la partecipazione alle
ricerche di uno scout sedicenne scomparso nei boschi dell'Alto Molise
che gli costarono una paradossale cancellazione dell'Associazione
dall'Albo della Regione Molise. Tre eventi che vedono tre molisani
semplici come Teresa, Michele e Mario, adoperarsi per il bene comune in
forma gratuita, con passione, dedizione e competenza, a dimostrazione
che la nostra Terra ha energie, sentimento e disponibilità a lottare
per costruire una prospettiva migliore. Si riparta da questi esempi e
dalle persone semplici per far ripartire il Molise, archiviando una
stagione di pseudo-modernizzazione che ha
visto arricchire troppi consulenti giunti dall'esterno a imporci
modelli di sviluppo e ricette economiche avulse dalla nostra cultura e
lontane dalle nostre vocazioni territoriali.
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