A guardare bene la realtà delle cose e a sentire fonti - qualificate -
interne alla maggioranza di centrosinistra, l'ipotesi più credibile
appare, al momento, proprio la seconda: i nodi da sciogliere sono ancora tanti e,
anche se in effetti una griglia di massima Frattura l'ha già definita,
ci sono sul tavolo una serie di tasselli da sistemare
al posto giusto.
Il punto di partenza per avere un quadro il più verosimile possibile sono le dichiarazioni
dello stesso presidente. «I quattro posti disponibili nell'esecutivo
andranno alle
quattro forze politiche che hanno avuto il maggiore apprezzamento.
Saranno queste forze politiche a scegliere i propri rappresentanti», ha
annunciato il governatore in settimana.
Tradotto in numeri i posti spettano a Pd (24.892 voti), Rialzati Molise
(14.282), Idv (12.152) e Unione per il Molise (11.022).
Resterebbe fuori l'Udeur
che, quanto a voti raccolti in regione, si è piazzata
quinta con 6.831 preferenze. Per questo, le pretese del partito di
Mastella potrebbe convogliare sulla
presidenza del Consiglio regionale.
E qui cominciano i «se»
e i «ma».
Numeri alla mano, fanno notare diversi esponenti della coalizione, gli
assessori non
potranno fare i consiglieri. Dovranno essere tutti
senza carica elettiva (o dimissionari o esterni) per garantire
governabilità con un Consiglio, come noto, che è stato ridotto da
trenta a venti. Dunque la squadra dovrebbe essere composta da due
consiglieri eletti che dovrebbero poi dimettersi: Michele Petraroia per il Pd e
Vittorino Facciolla per l'Unione
(al loro posto subentrerebbero i primi dei non eletti nelle rispettive
liste: Pasquale
Marcantonio e Oreste Campopiano).
Ora, se per Vittorino Facciolla le dimissioni
da consigliere regionale sono un passaggio
obbligato (pena l'incompatibilità di carica tra
inquilino di Palazzo Moffa e sindaco di San Martino in Pensilis), per l'ex sindacalista Cgil la storia
sarebbe diversa e, a quanto si sente in giro, a Petraroia di dimettersi
non andrebbe
proprio giù.
Dunque, come la si mette con il primo degli eletti Pd? Il cammino non è
facilissimo con i democratici. Come la mettiamo con l'ira funesta che
intanto sta montando nel venafrano: Massimiliano Scarabeo è già sul
piede di guerra contro il non ancora proclamato governatore. E non è
facile per le quote rosa: questione brutta da affrontare in tali
termini, ma pure esistente. La consigliera di Parità, Giuditta Lembo,
lancia messaggi, nonché strali, per vedere due donne
nella nuova giunta Frattura (una chi è? lei?). Frattura tace. Come tace
anche sulle quotazioni Fanelli. Il sindaco di Riccia, ancora reduce
dalla doccia
fredda delle Politiche in Calabria, starebbe
accarezzando l'idea di consolarsi come assessore in quota rosa. Ce la farà?
Dagli ambienti del governatore nulla trapela. A ragionare con onestà
intellettuale, bisognerebbe ammettere alla fine che l'era Frattura non
inizierebbe nel segno della
rottura: avrebbe una non candidata premiata nel suo
governo e con lei si ritroverebbe il secondo sindaco-anche assessore
(l'altro è Facciolla).
Tanto per essere, così, fedeli alla linea che i soliti noti (anche se
in entrambi i casi nessuno mette in discussione merito e competenza)
possono avere più
spazio e più possibilità di esprimersi in posti di
potere. Su queste cose Frattura non può sbagliare.
Quote rose certamente, anche se lo Statuto non le impone, ma con una
scelta molto serena e seria.
Continua invece a resistere la voce delle altre due poltrone che
andrebbero invece direttamente a due esterni: il segretario regionale
dell'Italia dei Valori Pierpaolo
Nagni e il leader di Rialzati
Molise Mario Pietracupa.
Dunque in pista quattro uomini. Per le donne fievoli speranze. Chi
infatti a questo punto dovrebbe fare un passo indietro per liberare
una delle caselle della giunta? Si vocifera della possibilità che Rialzati Molise possa
accettare una ipotesi di questo tipo e quindi lo scranno più alto del
Consiglio andrebbe poi a Vincenzo
Cotugno che, con le sue oltre
quattromila preferenze, è stato il
più votato in assoluto di tutto il centrosinistra.
Seconda ipotesi, assai meno probabile: Frattura potrebbe chiedere ai
vari partiti di indicare
una donna, esterna. E qui le luci si accendono sul Pd.
Torniamo così a Micaela
Fanelli che sarebbe pronta, ma appare difficile, se non
impossibile, che gli eletti a suon di preferenze possano accettare di
farsi da parte.
Insomma, c'è un po'
tutto e il contrario di tutto in questa ridda di voci e
di ipotesi. Chi vivrà vedrà.
(el)
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