Intervista al Presidente della Provincia
E' un
fiume in piena Rosario De Matteis.
Il presidente della Provincia di Campobasso è tra quelli che avevano
previsto la
sconfitta del centrodestra e oggi rivendica il fatto di
aver avvisato tempo fa lo stesso ex governatore della debacle. A
Iorio rimprovera di non aver ascoltato gli «amici sinceri» e
di essersi fidato delle persone
sbagliate. E, in questa intervista a Primapaginamolise, accusa tutta la coalizione per i
«troppi litigi»
e per gli incarichi al vertice «dati
a chi non lo meritava». Infine annuncia che potrebbe
lasciare la guida dell'ente per candidarsi
al Parlamento in caso di nuove elezioni politiche
durante l'estate. E blinda la sua maggioranza: «Mi pare sia compatta,
se non è così tutti
a casa»
Presidente,
partiamo dal risultato elettorale. Si aspettava una sconfitta di queste
dimensioni?
Sinceramente, che non ci fossero più le condizioni per il presidente
Iorio io lo sapevo, perché già il risultato striminzito del 2011 e poi
quello di Isernia con la sorella battuta, erano un indicatore molto
chiaro che qualcosa stava cambiando. Cinque mesi fa prevedevo che non
ci fosse partita però poi, durante la campagna elettorale, ci eravamo
un po' tutti illusi che comunque forse c'era da lottare, anche se voci
provenienti dall'altra parte politica mi dicevano che c'era una
differenza enorme nei sondaggi tra Frattura e Iorio. Ci siamo illusi di
poter competere, insomma. Poi alla luce dei risultati tutto è stato
così evidente. Comunque, almeno per quanto riguarda me, avevo previsto
tutto qualche mese prima.
Insomma, era
opportuno scegliere un altro candidato governatore?
Io ho capito lo stato d'animo del presidente, il fatto che lui pensava
di aver vinto e che poteva concludere la legislatura lo ha portato ad
un errore diciamo tecnico, nel senso che non ha voluto valutare. Come
amico anche io gli avevo detto che non c'erano più le condizioni e che
poteva scegliere altre strade, ma Iorio si è intestardito.
C'è ora una resa
dei conti sulla responsabilità di questa sconfitta. Lei con chi sta:
dalla parte di Di Giacomo o di Iorio?
Io non sto da nessuna parte perché ritengo che in questo momento
sarebbe utile parlare di meno. Al presidente, in un colloquio avuto
qualche giorno fa, ho rinfacciato che l'amore e odio che ho visto in
questi ultimi dieci anni è stato molto evidente ed è stata una cosa che
non ha prodotto mai niente. Mi riferisco ai contrasti: una volta con Patriciello, una volta con Di Giacomo, una volta
con Vitagliano. E poi tra Di Giacomo e Vitagliano o tra Patriciello
e Vitagliano. Tutti questi intrecci,
dissapori, sono stati dannosi. E poi c'è stata una grande abilità nel
perdere tanti amici per strada, magari fregandosene pure, pensando di
essere onnipotente, e invece non è stato così perché alla fine poi
Iorio con chi si è ritrovato? Con pochi amici, con me, con Chieffo e pochi altri. Dove stava Vitagliano, colui che ha avuto tutto da Iorio? Dove
stavano Marinelli, Di Sandro e Scasserra? Solo per fare qualche nome. Quindi alla
fine deve prendere atto che non ha mai voluto capire alcune cose buone
che gli dicevano gli amici sinceri, quelli che non pretendevano niente.
E allora come si
ricostruisce il centrodestra molisano? Da dove si riparte?
Il centrodestra penso che debba ripartire dalla base. Io non dico che
noi ci dobbiamo mettere da parte, però il nostro contributo, a mio
avviso, non deve essere in prima linea, deve essere un contributo
creando un nuovo centrodestra formando giovani, professionisti, gente
che ha voglia di fare politica. E penso che la parte nostra sia quella
di portare la nostra esperienza in questo cambiamento. Questo credo sia
il segnale che si aspettano un po' tutti.
Quindi sta
dicendo che anche De Matteis non può essere
il leader del centrodestra di domani?
Io penso che la gente ha voglia di cambiamento e vuole vedere facce
nuove. Penso che De Matteis può dare il suo
contributo nell'ambito dello schieramento senza primeggiare. Dobbiamo capire
che c'è un limite e farsi da parte.
E chi può essere
il leader della coalizione? Lei ce l'ha un nome?
Ma, non lo so. Bisogna fare delle riflessioni e magari poi trovare una
figura che sia stata meno esposta fino ad oggi. Cercando di traghettare
lo schieramento in attesa di individuare un nome nuovo.
Ma anche il Pdl va rifondato secondo lei?
Io al Pdl non ho mai aderito. Il mio ultimo
partito è stato Forza Italia, poi nel 2008 mi sono candidato con l'Mpa, sempre schierato nel centrodestra. Negli anni
però ho visto che il Popolo delle Libertà è sempre stato affidato a
persone che, parliamoci chiaro e non me ne voglia nessuno, non erano
quelle giuste. C'era chi avrebbe potuto rappresentarlo meglio, questo
partito.
De Matteis cosa farà ora, resta alla guida della
Provincia o è tentato da una candidatura alle Politiche che potrebbero
tenersi tra brevissimo, forse già in estate?
Qualcuno me lo aveva proposto già alle ultime elezioni e io avevo detto
che non ci pensavo nemmeno lontanamente perché mi sarei dovuto
dimettere da presidente e mandare a casa tutti. Però ora, alla luce di
quello che sta accadendo, le cose sono diverse: penso all'ultimo
provvedimento della Sicilia che ha cancellato le Province ed è un
paradosso perché è una delle regioni più indebitate che se la prende
con le Province. Così come pure a livello centrale: dicono sempre che
il male di questa nazione sono le Province, ma a me non risulta e ci
sono ben altri enti inutili e spendaccioni. Alla luce di questo insomma
se si dovesse rivotare un pensierino lo farei, però senza cercare
l'avventura: sempre nel centrodestra.
Però lei già una
volta rimase beffato da Enrico La Loggia che entrò al posto suo, e la
storia si è ripetuta con Pallante e Di
Giacomo. Non ha paura?
Io certamente non cadrei più in una trappola di quelle perché ci sono già
passato nel 2006. Ma le colpe di chi sono? Sono anche di Iorio e Di
Giacomo perché bisognava alzare le barricate quando queste cose si sono
verificate per la prima volta e la storia non si sarebbe ripetuta. Non
penso che nelle altre regioni avrebbero taciuto di fronte a fatti
simili: avrebbero fare la rivoluzione. E invece l'hanno fatto con me e
nessuno ha detto niente, lo hanno rifatto con Pallante
e nessuno ha detto niente e ancora è accaduto di nuovo con Di Giacomo.
Berlusconi si è sentito autorizzato, vedendoci come una terra di
conquista, e ha pensato che qui nessuno tanto avrebbe detto nulla. Lui
il seggio avrebbe potuto prenderlo in Lombardia, dove ce ne sono tanti,
e non in Molise dove ne era rimasto uno solo.
Parliamo un po'
anche del neogovernatore. Come sono i rapporti tra lei e Paolo
Frattura?
Io e il nuovo presidente ci conosciamo da una vita. Ho avuto rapporti
con lui quando era al vertice della Camera di Commercio e ho sempre
dialogato. Certamente parlerò con lui perché ci sono problemi della
Provincia che interessano anche la Regione. L'ho incontrato già e ci
siamo salutati amichevolmente. Mi auguro dunque una proficua
collaborazione nell'interesse della Regione e della Provincia.
Come la vede lei
la maggioranza di Frattura, con il centrosinistra allargato ad
esponenti provenienti dal centrodestra? Funzionerà?
Sono scelte che io condanno e l'ho sempre detto. Personalmente sono
sempre rimasto coerente e i transfughi non mi sono mai piaciuti. In
questi anni ho visto gente che è passata dal centrosinistra al
centrodestra e dal centrodestra al centrosinistra. Ricordo che fui uno
dei pochi nel 2008 che con il passaggio di Nicola Cavaliere contestai
il presidente Iorio e di questo c'è la registrazione in Consiglio.
Cavaliere è un amico e non me ne voglia, ma quando passò
dall'opposizione alla maggioranza ed ebbe l'assessorato io dissi a
Iorio che era una vergogna e una offesa alla dignità di ognuno di noi
che era stato eletto nel centrodestra. Quindi Iorio in questo momento
non deve prendersela con nessuno. Io gli ho detto che chi di spada
ferisce, di spada perisce. Quindi io contesto questi cambiamenti di
rotta e non venissero a dire che loro si confrontano sui programmi,
penso invece che si confrontano solo sulle opportunità personali.
A proposito di
cambi di casacca. Ce ne sono stati diversi in occasione delle elezioni
regionali qui alla Provincia. Il caso più evidente è quello del
presidente del Consiglio, Cefaratti, che è
stato candidato con Massimo Romano e resta alla guida dell'assemblea
per il centrodestra. Lo affronterete questo problema?
L'abbiamo già affrontato con una riunione di maggioranza venerdì scorso
e ne parleremo di nuovo in un altro vertice nelle prossime ore. Al
primo incontro erano tutti presenti e quindi la loro presenza è la
testimonianza che intendono rimanere nella maggioranza attuale. Mi è
stata chiesta la sostituzione dell'assessore Micone
e io ho chiarito che la competenza è mia e quindi su questo non
transigo perché la scelta la farò io: lui va via e io sceglierò un
nuovo assessore. Ci sono state poi candidature nello schieramento
opposto come quella di Mario Colalillo, o
quelle dei due consiglieri che si sono schierati con Massimo Romano.
C'è poi anche Riccardo Di Chiro, un
consigliere di cui ho grande stima e che è stato eletto con l'Udeur,
partito che come è noto ha scelto di stare ora con il centrosinistra.
Comunque non mi pare che ci sia dissenso in questa maggioranza. Certo,
voglio capire fino in fondo, perché se non ci sono le condizioni per
andare avanti certamente io prendo delle decisioni e andremo tutti a
casa. Ma mi pare che queste condizioni non ci sono e invece ci sono
quelle per affrontare i problemi, seri, che ha questa Provincia per la
scarsezza di risorse economiche, per i tagli che abbiamo avuto, e soprattuto per garantire le funzioni principali
della viabilità e dell'edilizia scolastica.
di Enzo Luongo (da primapaginamolise.it)
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