Michele
Petraroia, restio alle dimissioni da consigliere, è sempre più vicino
alla nomina da presidente dell’assise. Micaela Fanelli smentisce di
essere la quota rosa, mentre per Salvatore Ciocca la poltrona ci
sarebbe ma lui deve ancora sciogliere le riserve. In pole anche Facciolla, Nagni e un
uomo di Rialzati Molise, ma il Pd reclama rappresentanza e non sono
escluse sorprese. Nelle prossime ore il nuovo Governatore
ufficializzerà la composizione della Giunta ma ci sono tante caselle
ancora da riempire.
Entro poche ore la
squadra di governo di Paolo di Laura Frattura sarà al completo. Lo ha
detto lui poco meno di una settimana fa nella prima dichiarazione
rilasciata da Governatore proclamato in tribunale a Campobasso. Con un
esecutivo dimezzato (è questa la prima legislatura con 4 assessori)
c’è, però, il doppio dei problemi. A partire da quel Pd di cui,
in campagna elettorale, il Presidente ha preso la tessera e che gli
starebbe creando non poche difficoltà per andare ad occupare le
caselle.
Il nodo si scioglierà quasi certamente venerdì 22 marzo, visto che da
Roma è appena rientrato il senatore Roberto Ruta. Che di sicuro
avrà consigli da dare a Frattura. Una cosa è certa: chi andrà a fare
l’assessore dovrà dimettersi dalla carica di consigliere proprio per
evitare al Governatore di avere numeri troppo risicati. Tra i favoriti
per l’ingresso in giunta (anche alla luce dei suoi 3500 voti) c’è Michele
Petraroia che però ha detto in tutte le lingue del mondo che non
metterà il suo destino nelle mani del Governatore. Ecco perché,
rispetto a lui, in molti hanno ipotizzato che potrebbe andare a fare il
presidente del Consiglio.
«Per quale ragione dovrei dimettermi? – ha detto a telefono l’ex
sindacalista della Cgil - vi ricordo che noi (non io ma il Pd tutto)
abbiamo votato contro gli assessori esterni. Io ad oggi non sono stato
contattato da nessuno, non ho incontrato nessuno e quindi non posso
dire nulla riguardo». La storia però racconta una storia diversa, visto
che l’emendamento allo Statuto presentato mesi fa da Nicola Cavaliere
affinché fosse certificato che gli assessori debbano sempre essere
interni, trovò l’opposizione sia di parte del centrodestra che di
membri del centrosinistra, Partito Democratico compreso. Le
elezioni erano all’orizzonte e i democratici sapevano bene quanto utili
potessero risultare gli esterni, benché portatori di un aggravio di
spesa.
Che il Pd sia il primo partito, però, lo sanno anche Massimiliano
Scarabeo, Vittorino Facciolla e Francesco Totaro. Tutti democratici con l’ambizione – per
carità anche legittima – di avere un assessorato. Chi invece si tira
fuori dai giochi è Micaela Fanelli, sindaco di Riccia e di recente
candidata al Senato col Pd nella circoscrizione Calabria. Una
candidatura senza successo, ma non per questo adesso Fanelli si getta
su una poltrona di Giunta. «Non è la mia corsa, non ho chiesto di
fare l’assessore. Ho tanti tifosi e curiosi e li ringrazio, ma
penso sia il caso di far lavorare Paolo (Frattura, ndr) che ha già
tanti punti da far quadrare. Mi auguro che prevalgano il rinnovamento,
il merito, l’equilibrio territoriale». Resta da capire però la
questione della quota rosa. «E’ una battaglia che non intendo
combattere per non farla sembrare soggettiva. Certo, mi auguro che
anche qui in Regione ci sia il respiro nazionale che vede una grande
presenza di donne». Almeno una donna ci vuole. «Il principio ispiratore
lo prevede, ma è una questione di interpretazione. Io però mi metterei
in sicurezza da eventuali interpretazioni diverse».
Tutti, è ovvio, non potranno essere accontentati, ma di sicuro
condizionano il Presidente alla prese con la composizione della
squadra. E condizionano pesantemente anche l’arrivo nell’esecutivo
dell’ex presidente del Consiglio regionale, Mario Pietracupa.
Lui, che ha rinunciato al listino e ha portato 14mila
voti in dote a Frattura avrà pur diritto a qualcosa. Sebbene questo
qualcosa potrebbe andare anche al votatissimo
Vincenzo Cotugno. Nel frattempo uno che
lancia messaggi, neanche troppo velati, è Vincenzo Niro. Dopo aver
optato per il maggioritario (favorendo, pertanto, l’ingresso della
prima dei non eletti sul proporzionale, Nunzia Lattanzio) ha ricordato
«gli impegni presi» a Frattura certo che «saprà scegliere la
strada giusta» come ha ribadito ai microfoni di Telemolise.
Un altro nome caldo è quello di Salvatore Ciocca, unico eletto della
Federazione della Sinistra. I bene informati lo danno già seduto su una
poltrona di via Genova. Lui però non è tanto convinto dell’idea di
dover mollare il posto da consigliere. Il rischio c’è. E se un
giorno, fra qualche mese o qualche anno, si dovesse arrivare a un
rimpasto di Giunta? Il benservito sarebbe definitivo fino al
termine della legislatura e questo è il pericolo che Ciocca e tanti
come lui non vogliono correre.
Se così fosse a bocca asciutta, anzi, asciuttissima, resterebbe l’Idv che già ha perso le elezioni politiche, ha
sostenuto Frattura che poi ha preso la tessera del Pd e che ora
pretende (anche qui ci sarebbero accordi pre-elettorali) un assessorato
che dovrebbe andare al segretario regionale, Pierpaolo Nagni. Di Pietro, su questo punto, sembra
irremovibile. Il segretario regionale del partito non conferma di
essere fra i papabili. «Io? Leggo il mio nome sui giornali». Ma è
chiaro che l’Italia dei Valori non può rimanere senza assessore.
Pierpaolo Nagni o Cosmo Tedeschi, questo è il
ballottaggio. Due che non sono stati eletti.
di Assunta Domeneghetti (da primnumero.it)
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