Regione
Il Molise all'expo: si poteva fare meglio Una commissione di tecnici decide di non
portare all'Esposizione milanese di maggio il sistema locale integrato di Castel del Giudice e "cammina, Molise!" in
rappresentanza della nostra regione, nonostante le numerose dichiarazioni
rilasciate nei mesi scorsi dai vertici della Giunta, nel corso di iniziative
da essi stessi organizzate Per oltre un anno, in
reiterate e differenti circostanze, Paolo di Laura Frattura e Michele
Petraroia, rispettivamente presidente e vice presidente della Regione Molise,
hanno dichiarato che la nostra regione (con la minuscola), all'esposizione
milanese di maggio, sarebbe stata rappresentata da due iniziative
d'eccellenza, radicate sul nostro territorio: il sistema di sviluppo locale
integrato di Castel del Giudice e "cammina,
Molise!", come esperienza innovativa, per organizzare un sistema
d'offerta basato sul turismo a piedi. Le due iniziative,
oltretutto, sono coniugabili per cultura e prospettiva; si muovono nello
stesso ambito di sensibilità e di progettazione, basandosi sulla
partecipazione attiva, consapevole, delle minuscole comunità che gli danno
vita. Prova ne sia che
l'albergo diffuso di Borgo Tufi a Castel del
Giudice, probabilmente l'intervento più smagliante e suggestivo in via di
completamento su quel territorio, con una sorta di battesimo del fuoco, ad
agosto del 2013, ospitò i marciatori di "cammina, Molise!", per la
stragrande maggioranza provenienti da fuori regione, i quali mostrarono di
apprezzare entusiasticamente l'iniziativa ancora in via di ultimazione. Queste due esperienze
che da decenni s'irradiano sul nostro territorio, agiscono nell'ambito di una
filosofia di pianificazione territoriale dichiaratamente
"post-industriale", che assume la salvaguardia dell'ambiente e del
paesaggio come contestualizzazione delle attività produttive, impalcate su un
convincimento azzardato e suggestivo nello stesso tempo, che il nostro Molise
si trovi nella possibilità di mettere a frutto una sorta di paradossale
vantaggio: la sua marginalità, il suo ritardo di sviluppo industriale. Operando nell'ambito
di quest'orizzonte, la "piccola comunità competente" di Castel del Giudice, organizzata intorno alla sua
Amministrazione comunale che ha garantito e tutelato il locale "bene
comune", ha saputo stabilire una temperatura feconda e collaborativa con
imprenditori che hanno investito i loro saperi e la loro passione civile,
oltre che risorse significative, nella rinascita strabiliante di una comunità
di sole 300 anime, nell'altissimo Molise, ai confini col Parco nazionale d'Abruzzo. La Melise
con la produzione di mele biologiche coltivate su terreni abbandonati da
anni, l'albergo diffuso di Borgo Tufi che ha recuperato(senza aumenti di
cubatura e nel rispetto delle tipologie tradizionali) le stalle ed i fienili
in disuso, l'azienda metalmeccanica "D'Andrea" certificata EMAS a testimonianza che le
sue produzioni sono rispettose dell'ambiente, e la Residenza Sanitaria Assitenziale "San Nicola" che ha riqualificato
l'edificio scolastico inutilizzato, insieme agli altri progetti in gestazione
nell'ambito di questo fervente laboratorio economico, sociale e culturale,
hanno segnalato il piccolo comune molisano alla "Società italiana dei Territorialisti" fondata da Alberto Magnaghi presso l'Università di Firenze, che ormai lo
considera un caso di scuola e lo diffonde nell'ambito della sua rete
accademica nazionale ed estera. Nel corso del 2014, Castel del Giudice ha conseguito una serie di ambiti
riconoscimenti: da una giuria composta fra gli altri dall'Ance, dall'Enel, da
Legambiente e da Libera, gli è stato assegnato il "premio Angelo
Vassallo", dedicato al sindaco del comune salerinitano
di Pollica, assassinato dalla camorra nel
2010. A settembre,
l'Osservatorio europeo del paesaggio, insieme all'Unesco, gli ha
tributato il premio internazionale "La fabbrica del paesaggio", e
di recente, il suo infaticabile sindaco Lino Gentile, è stato voluto nel
Consiglio direttivo dell'associazione internazionale "Città dl bio",
che mette in comunicazione i territori produttori con le città consumatrici
di alimenti naturali. Una bella, efficace e significativa strategia di
marketing territoriale, come si dice tante volte cialtronescamente
e a sproposito. Frattura e Petraroia
hanno fatto a gara per dire come quell'esperienza possa diventare il solco
d'indirizzo per la costruzione di un sistema regionale che valorizzi il
turismo a piedi, anche in considerazione del fatto che il Molise, rispetto
all'Abruzzo e alla Puglia, possiede la rete tratturale
meglio conservata e praticabile. Subito dopo, il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ha voluto insignire Giovanni Germano con una medaglia di
riconoscimento, per i due decenni di feconda attività di "cammina,
Molise!". Agli inizi di dicembre poi, alla Fortezza da Basso di Firenze,
all'interno di una conferenza internazionale intitolata "The european pilgrims routes for promoting
sustainable and quality tourism in rural areas" alla quale hanno preso parte università da
tutto il mondo, "cammina, Molise!" è stata presentata da Giovanni
Germano e da Monica Meini, docente di Scienze turistiche all'Università del
Molise, riscuotendo successi e interessamenti plebiscitari e molto qualificati. Su questo operoso,
sedimentato e strategico reticolo d'iniziative contigue e convergenti, era
stato acquisito che la nostra regione si presentasse all'Expo puntando sulla
forza evocativa e d'innovazione di "cammina, Molise!" e del sistema
di sviluppo locale di Castel del Giudice; questo
fino a qualche giorno fa, quando la Giunta regionale ha diramato un
comunicato stampa, nel quale si dice che il Molise parteciperà
all'esposizione milanese di maggio con un'impalcatura basata su tre concept, rappresentati da diverse esperienze di
riferimento. Oltre a Carmelina Colantuono che
simboleggerà "la potenza del fare" col suo lavoro in favore
dell'organizzazione della transumanza nonostante le difficoltà sempre più
soverchianti, per "la potenza della bellezza" saremo rappresentati
dai trabucchi, dalla cattedrale di Larino e da quella di San Giorgio a
Petrella e per "la potenza del limite" la nostra immagine sarà
veicolata da una ricerca dell'università del Molise in favore della tutela
del germoplasma dei legumi locali. Iniziative e monumenti
naturalmente apprezzabili, ma d'impatto enormemente inferiore alle due
esperienze di cui s'è detto, per riconoscimento esteso e di livello e
qualificato. La candidatura
molisana è stata selezionata da Giuseppe De Rita ed Aldo Bonomi
(verosimilmente da alcuni loro collaboratori) e validata dal
"creativo" Marco Balich, responsabile
dell'allestimento del padiglione Italia nell'ambito dell'Expo; lo stesso che
ha intitolato "very bello" il sito
dell'Expo che conterrà gli eventi culturali che avranno sede nel nostro
Paese; mah! Il sospetto è che
della partecipazione all'esposizione di Milano si sia occupato chi conosce
forse troppo sommariamente il nostro territorio; questo però non solleva i
nostri governanti dalle loro responsabilità. E' come se uno si
adattasse a vivere in una casa brutta e inadeguata tutta la vita perché
l'architetto gli ha sbagliato il progetto per edificarla; si sarebbe potuto
rimediare semplicemente facendoglielo cambiare, adattandolo alle proprie
esigenze. Ma sempre più spesso,
il ragionamento semplice e lineare entra in rotta di collisione con la
politica, abbarbicata ad una logica incomprensibile e autoreferenziale,
sempre più vacua, inadeguata e odiosa, che fa fatica a comprendere che
le cose, sia pure con difficoltà, stanno cambiando. di Antonio Ruggieri (da ilbenecomune.it) Campobasso, li 26 Gennaio 2015 |
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