Territorio
Protezione
Civile, il 'modello Michele' fatica a tramontare
L'affaire Agenzia regionale di
Protezione Civile si arricchisce di un nuovo e quanto meno singolare capitolo:
chi valuta le competenze degli oltre 4mila aspiranti ad un posto da precario
nel neonato carrozzone regionale? Come sono state individuate le
professionalità? Ci sono commistioni che, quanto meno eticamente, sarebbe
opportuno evitare? Solo una coincidenza, questo è certo.
Ma è quanto meno singolare che proprio in questi giorni - di campagna
elettorale avviata soprattutto sottotraccia - cadano le selezioni per i bandi
regionali emanati dall'Agenzia di Protezione Civile. Un carrozzone che dopo la
nascita ha subito cominciato a fornire i segnali inquietanti che provengono
dalle strutture nevralgiche del potere. Basti ricordare come ci si è opposti,
in questi mesi, alle legittime richieste di accesso agli atti che ho presentato
e alcune delle quali, al momento, ancora senza risposta. Hanno potuto solo i
Carabinieri contro la testardaggine del direttore generale-commissario Giuseppe
Giarrusso...
L'emanazione dei bandi per la selezione di 218 professionalità precarie da
impiegare all'Agenzia diretta dal direttore generale-commissario Giuseppe Giarrusso ha poi contribuito a rendere la questione assai
più complicata visto che, da aprile ad oggi, la struttura - a sentire il
sindaci dei comuni del cratere - non ha fatto nemmeno un passo in avanti sotto
il profilo dell'operatività e del vero motivo per il quale è nata.
Completare la ricostruzione post sisma. Non volendo tornare nel merito delle
osservazioni - datate - sull'intero impianto dei bandi pubblici di cui mi sto
occupando ancora, chiedo ancora una volta (visto che l'ennesima richiesta di
accesso agli atti giace chissà su quale scrivania) chi si occupa di valutare le
competenze degli oltre 4mila professionisti che hanno risposto al bando. Non è
dato sapere, a scorrere il sito dell'Agenzia Regionale di Protezione Civile, come
siano state individuate tutte le professionalità che al momento stanno
valutando gli aspiranti al posto da precario che almeno adesso si potrà
offrire.
Nessun documento attestante i requisiti ma solo una determina dirigenziale del
direttore generale-commissario Giarrusso che approva
quello che la sua struttura ha avuto il compito di elaborare. Sono otto le
commissioni composte ciascuna da 4 elementi che afferiscono direttamente al
pianeta Regione Molise oppure alla galassia Protezione Civile. Si tratta di
funzionari regionali e di "collaboratori" della ex struttura
commissariale che dipendeva direttamente dal presidente-commissario Michele
Iorio.
Di fatto colleghi (che magari sono diventati poi amici oppure acerrimi nemici)
dei professionisti che fino ad aprile hanno lavorato nella ex Protezione Civile
e che oggi provano ad entrare nell'Agenzia. Quindi gli ex dipendenti della
struttura commissariale saranno valutati dagli ex colleghi dell'emergenza e
anche dai funzionari dei settori di riferimento con i quali hanno
presumibilmente lavorato fianco a fianco fino all'aprile scorso. C'è persino
l'ex "capo" della storica segretaria del presidente Iorio, quando
quest'ultima era dipendente della struttura commissariale per la gestione
dell'emergenza....
In questo sottobosco, poi, spiccano inopportune - a mio avviso - designazioni
nelle Commissioni di esponenti del mondo politico regionale: l'ingegnere
Giorgio Marone, potente direttore generale della
Molise Acque; Nicola Gesualdo, validissimo
professionista ma anche referente politico di Molise Civile (partito di
maggioranza di governo), il consigliere comunale di Pozzilli
Guido Ferri e l'assessore comunale di Chiauci Sergio
Di Pilla.
Quest'ultimo, a dire il vero, ha una posizione ancor più scomoda: esponente di
una amministrazione comunale, componente della struttura emergenziale post
sisma (e quindi dipendente dalla Giunta regionale e collega dei professionisti
che sta valutando) e fra i "parenti eccellenti" in lizza per un posto
alla Molise Acque essendosi piazzato secondo al concorso del 2011 per
istruttore direttivo tecnico (ricordate che c'erano la nipote di Iorio, il
figlio del vicesindaco di Campobasso, il figlio di un direttore generale della
Regione Molise...?).
Non sarebbe più che opportuno un gesto di responsabilità come le dimissioni dei
commissari che ricoprono anche ruoli politici? Perché non ci spiegate come mai
avete inteso affidare la valutazione dei singoli professionisti provenienti
dalla ex struttura commissariale ai colleghi di lavoro? Continuo a chiedere con
forza di conoscere, quindi, le modalità in base alle quali si sono individuati
i componenti delle commissioni che stanno valutando oltre 4mila professionisti
molisani.
Mi auguro che chi ricopre ruoli eticamente scomodi raccolga l'appello a
sgomberare il campo da possibili equivoci rassegnando responsabilmente le
dimissioni dalle commissioni di valutazione.
di
Salvatore Ciocca (da il benecomune.it)
Campobasso, lì 26 Novembre 2012