Alla partenza da Montelongo, paese di 700 abitanti a quota 580 m, la popolazione è ad attenderci nella piazza che fa da perno tra le due parti del paese che si sviluppa in lunghezza sul crinale.
Il Prof. Mucciaccio e il responsabile della Pro loco illustrano le bellezze storiche del luogo e, nel trattare della popolazione e dei quartieri che venivano abitati da precise categorie economiche e sociali, riportano i nomi di “La Croce”, “Calvario”, “La Terra”; nomi che ritroviamo identici in altri paesi anche in provincia di Isernia.
Il giro culturale ci riporta in piazzetta ove sono stati scoperti i veli che coprivano i piatti di gustose pietanze a base di prodotti locali, caratterizzati da peperoncini secchi fritti, pizze varie, olive, ventricina e numerosi dolci locali.
La guida mette in evidenza come in tutto il territorio, a testimonianza dell’antica frequentazione, sia possibile trovare reperti di epoca preromana e romana ma soprattutto pesi per telai.
Il paesaggio in quel periodo doveva essere diverso, forse fino a qualche secolo fa, con boschi in cui era frequente anche il tiglio presente in più di una località.
All’uscita del paese la edicola religiosa con ampio pannello in ceramica raffigurante è posta all’imbocco della strada comunale in direzione di Montorio, non molto lontano. Il tratto non presenta difficoltà altimetriche, l’unica problema è causato dal caldo, si cammina fra grossi appezzamenti già brulli e altri a girasole che danno una macchia di colore che durerà ancora per poco.
Ma la verde fila dei partecipanti si è lo stesso sfilacciata e contribuisce a dare colore al luogo.
Le uniche strisce verdi naturali sono quelle lungo i valloni in cui la fitta ma stretta vegetazione crea difficoltà all’attraversamento, l’uso dei mezzi meccanici e quindi la dissueta pratica di camminare a piedi, ha richiuso i varchi che una volta dovevano esserci.
Si oltrepassa il ValloneGrande, uno deirigagnoli d’acqua che fa sempre piacere incontrare, e con tracciato in leggera pendenzasi sale sino alla strada statale ove si sosta al fresco di una roverella e Lucarelli illustra il perché delle colture di girasole che stanno sostituendo il frumento: “Il territorioè stato violentato con la coltura del frumento ed ora si continua con il girasole”.
Si continua con una traccia in terra battuta per circa un chilometro per incontrare il Sindaco con il quale si saleal paese.
L’abitato di Montorio, quota 656 m, racchiuso entro la cinta muraria medioevale ancora ben visibile,offre un panorama che con “visione a360 gradi”comprende 48 comuni non solo della provincia di Campobasso ma anche di quella di Isernia e pugliesi ”.
Non si può fare a meno di visitare la chiesa di S. Maria Assunta, colma di tesori d’artetra cui 12 opere di Paolo Gamba ed un pregevole organo del 1779.
Segue il rinfresco a base di fette di cocomero, molte bevande fresche ….
L’astinenza dei mass media, in particolare delle televisioni, si fa sentire; nell’udire la parola RAI, Filippo risponde al richiamo ma è presto deluso perché ad essa si aggiunge “mondo” come completamento del nome Raimondo. Qualcuno ha chiamato Raimondo.
Poca strada è stata fatta, il tempo è trascorso, Casacalenda è lontana per cui si decide di non effettuare il percorso individuato con Michele che quest’anno ha effettuato un super lavoro e merita di essere portato alla ribalta insieme alla famiglia di Marzo.
Ci si ferma sulla SS. nei pressi del Convento di S. Onofrio, che distaun paio di chilometri dal paese e del quale si può ammirarelo sky-line. La parte bassa del paese è raggiunta verso le 14 ed in poco spazio sono racchiuse preziose opere d’arte (Fontana del duca di Sangro del 1645, il superbo palazzo della famiglia Di Sangro e numerosi portali), Casacalenda, l’antica Kalena, è un paese di memorie storiche, sia per il patrimonio architettonico che per le vicende di epoca preromana e romana. Come sempre al termine della visita, ci attende la tavolata che offre un buon piatto di pastasciutta oltre che prodotti locali di ogni genere; i due stand di prodotti biologici suscitano purtroppo solo interesse.
Si ripartepercorrendo la strada in terra battuta che fiancheggia la linea ferroviaria e di cui si trova una sintetica ma significativa descrizione nell’opuscolo realizzato da Michele ed Erminia. Tracciato pianeggiante, per circa 2 km,poi segue una traccia in ombra con una serie di impennate e discesa sino in località Civitella a quota ancora elevata.
Qualche campo di meloni attira Silvio “il furetto” che con mossa rapida fa sparire succosi cocomeri.
Qualche chilometro prima di Larino ci aspettano Lozzi, l’Assessore alla Culturadel Comune, ed alcuni Cavalieri larinati, che si uniscono ai nostri Triventini.Per giungere al centro frentano c’e ancora strada da percorrere, ma gli ultimi chilometri non spaventano Galasso, Odorino e Liberatoche“se la danno a gambe”. Raggiungono Larino alle ore 20, mezz'ora prima del grosso della truppa.
Nell’attesa qualcuno ha pensato bene di rinfrescarsi in albergo ed Alfredo, sempre “tomo tomo”, placido come al solito, regala un tipo di rinfrescodi altro genere al gruppetto indisciplinato appena di ritorno.
Si scende nella parte bassa di Larino, cittadina di9000 abitanti, capitale dei paesi dell’olio come si legge su alcune tabelle, le cui vestigia e fasti vengono illustrate con perizia dall’Arch. Di Maria durante la sostanella piazzadelimitata dalla cattedraledallo stupendo portale gotico e dal palazzo ducale sede di un fornito museo. All’interno la chiesa mostra il suo scrigno di tesori d’arte con tele del Solimena ed opere di Luca Giordano.
Siamo all’imbrunire, si va nel municipio, ove nel portico,comodamente seduti, continua la descrizione delle importanti testimonianze dell’area.
Visitare Larino per molti è stata una scoperta così come lo è il museo in cui si possono ammirare i numerosi reperti venuti alla luce nelle campagne di scavo. Purtroppo non si fa in tempo a visitare la zona dell’anfiteatro.
La giornata si conclude con una tavolataa base di pasta e fagiolie poia nanna nei vicini alberghi.
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Montelongo, Montorio nei Frentani, Casacalenda, Larino sono i paesi del basso Molise che si fanno ammirare, nella seconda tappa, in un paesaggio collinare che degrada verso la feconda piana di Larino.
Nell’aria frizzante del mattino Montelongo riserva una sorpresa gradita: una piazza accogliente in cui fervono i preparativi; è un andirivieni di Signore sorridenti che vanno allestendo la tavola con i cibi appetitosi, arricchendola di vivande, stuzzichevoli nell’apparato, negli odori, nei sapori.
Dopo la visita al centro storico, che si fa ammirare per il lindore delle strade e deprecare per l’incuria nella conservazione del patrimonio storico, per cui una torre antica appare oggi inglobata in un’abitazione moderna, la degustazione è resa più gradevole dalla gioiosa ospitalità delle Signore che invitano a provare i manicaretti da loro preparati, con un volto che non accusa stanchezza, anche se orgogliosamente affermano di essere reduci da una festa notturna in una delle sette contrade che si alternano nell’organizzare sagre di forte richiamo, per la bontà dei cibi offerti.
Gioiosi si parte per un percorso di circa 10 km attraverso sentieri impervi e sotto la torrida canicola; la stanchezza è tanta, ma il contattto con la natura è piacevole.
Montorio nei Frentani placa l’arsura con varietà di frutta fresca e di bibite dissetanti e ci offre la vista di un centro storico ben conservato, che il Preside Antonio Mucciaccio illustra, raccontandone la storia e le storie.
Indimenticabile anche l’accoglienza di Casacalenda, il cui Sindaco ci intrattiene nel confortevole teatro per un ossequioso ringraziamento e per sottolineare la potenzialità di una terra, in cui il risveglio è cominciato e, si spera, possa maturare una consistente promozione culturale ed economica; l’interessante visita del centro storico e un caloroso commiato segnano la conclusione di una fase della giornata e l’inizio di un tragitto che ci conduce alla città di Larino, quando il sole è ormai per tramontare.
Larino, più che visitata, ci viene raccontata dall’Arch. Di Maria, il quale unisce alla passione del Larinate, le specifiche e documentate conoscenze del Professionista, accendendo in molti il desiderio di tornare a visitare una città tanto ricca di Storia. |