Jelsi. Ore 7.30, siamo alla punzonatura ed all’inizio di un percorso che si svilupperà a forma di esse. La punzonatura è sempre perfetta e tutti ricevono una guida con pregevole documentazione sui paesi da attraversare, predisposta dall’ A.I.I.G.
e una scheda che illustra le caratteristiche del percorso,
preparata da Italia Nostra.
Poi ci attende una bella tavolata, in piazza, con una ”leggera” colazione a base di peperoni e salsiccia e l’opzional di piccante peperoncino, dolcetto e croccantee profumato pane. Si, proprio il pane fresco del forno “Cianciullo” serve per essere inzuppato nel saporito e piccante sughetto dei peperoni. La voracità, non l’appetito, di alcune partecipanti sedute al tavolo di fronte mi lascia stupito e mi fa intuire che abbiamo raggiunto la parità dei sessi, sembrano operai a prima mattina. Si fa rifornimento per poter sopportare le fatiche della giornata e quelle dei prossimi giorni. Ormai si parla, nel senso buono della parola, sempre più insistentemente di “magna Molise”. Dopo l’abbondante colazione si parte per la visita al paese insieme al Sindaco; lungo la strada sono ancora visibili le bellissime realizzazioni di spighe intrecciate della sagra di Santa Anna, come ringraziamento alla Santa per i danni riportati in seguito al terremoto avvenuto il 26 luglio 1805 nel Molise e che procurò migliaia
di vittime .
Si visita il giardino all’italiana di palazzo Valiante, residenza fortificata
del 700 e con quattro torri agli spigoli, abitato in passato da ricche famiglie
di commercianti.
E’ proprio vero, siamo nel territorio di grandi personaggi, fra i quali
spicca il nostroMichelino.
Si parte poi per la prima tappa imboccando una stradina fra i campi.
Dopo un bel tratto non si può fare a meno di deviare per
ammirareuno splendido e maestoso esemplare di quercia da sughero
che sfida le intemperie da oltre quattrocento anni.
Molte sono le foto ricordo scattate mentre si è appollaiati
sulla parte iniziale del tronco di oltre 6 metri di diametro.
Si ritorna, poi, indietro di qualche centinaio di metri per scendere
attraverso i campi ricoperti da stoppie e riprendere la direzione
verso il torrente Carapelle. Siamo già all’anteprima dello spettacolo. I partecipanti, dividendosi lo superano in punti diversi poco distanti fra loro. Il torrente è ricco di granchi, sintomo questo della buona qualità delle sue acque, ma i suoi versanti mostrano segni di instabilità in
numerosi punti.
La risalita sul versante opposto del colle è faticosa per la pendenza abbastanza accentuata, ma si recupera la forza con una sosta, allietata dal gruppo dei suonatori-marciatori, all’incrocio con la stradina interpoderale che si dovrà poi percorrere. Questa, fiancheggiata da cespugli di rovi, dà la possibilità di raccogliere e mangiare qualche saporita mora. L‘ambiente ora ha cambiato aspetto, di fronte il paesaggio è attraente.
Il percorso, in costante discesa, ci porterà al di la
del fondovalle del Tappino, che versa le sue acque nel lago di
Occhitto, alla Tavernasituata , a quota 250, sul tratturo Castel
di Sangro-Foggia.
Il grosso edificio a piantacompatta regolare con lo stemma al
di sopra del portale della parete est, un tempo era luogo di
sosta a servizio dei transumanti che percorrevano il tratturo,
ora è luogo di sosta per radunare il gruppo.
Sono ormai le due. Di fronte abbiamo il versante da scalare per
superare un dislivello di oltre 300 metri con il cielo terso
e il sole caldissimo. Non è possibile, il dislivello fa ”rizzare” i capelli al prof. Lucarelli: quest’anno
sembrano crearsi divisioni tra i collaboratori!
Pietracatella è di fronte, in alto S. Elia ed è ancora lontano, si dovrà raggiungerla in pullman. Il tempo, infatti, è tiranno e il caldo estivo ora è debilitante, si abbandona così l’idea
di continuare sul percorso stabilito.
Un sentiero, attraverso una strada interpoderale in salita, avrebbe
toccato Fonte Pila e Morgia Palombaro per superare, con una bella
sgroppata, un dislivello di 400 metri, facendo salire i partecipanti
da quota 200 a quota 660 di S. Elia. Questo è un bel paese di 2556 abitanti e, posto a quota elevata, domina entrambe le vallate con vista sul percorso del torrente Cigno. Il convento dei Frati Cappuccini testimonia la presenza di Padre Pio da Pietrelcina che vi soggiornò per
quattro anni.
Nella splendida cittadina il Sindaco e la cittadinanza ci attendono.
Si visita il centro storico ed in particolare la croce in pietra
(fine1300), messa al sicuro nell’edificio del Municipio.
Altrettanto ammirato è un antico frantoio ancora ben conservato, sappiamo che l’olio
di questi luoghi presentaottime caratteristiche.
Ormai è pieno pomeriggio, bisogna ripartire per Pietracatella
e qui cominciano le dolenti note per qualcuno il cui peso fa
aumentare il dolore della tallonite.
Il tracciato è in piano, in effetti Pietracatella è a
quota 700 e lo si raggiunge utilizzando in parte la strada asfaltata
e in parte i sentieri fra i campi.
Il paese à situato ai piedi di una roccia, dalla quale si domina il corso del Tappino a
Nord della Morgia ci sono i pochi resti del castello, rovinato dalla presenza del serbatoio dell’acquedotto, mentre ben conservata è la vicina chiesa di S. Giacomo che può lasciare perplessi per gli ingressi, quello principale, con arco a sesto acuto, è sul versante a nord- est. Ottima è la
spiegazione di Giuseppe Mignogna delquale potremmo maggiormente
la sua arguzia in occasioni successive.
La visita alla chiesa ci lascia stupiti per la sua struttura elegante e slanciata e per le lettere forse puniche- fenicie incise su un arco e per il presepe.
La giornata si conclude con una buona cena insieme al Sindaco
ed al gruppo de “le maitunate”. Intanto ci si scambiano
le impressioni sulla giornata trascorsa.
|
JELSI |
JELSI
Il territorio del Comune di Jelsi si
estende alla destra ed alla sinistra del fiume Carapelle e confina
con gli agri di Toro e Pietracatella a Nord, di Riccia ad Est,
di Cercemaggiore a Sud, di Gildone e di Campodipietra ad Ovest. La maggiore altitudine non supera i 745 metri s.l.d.m. Il territorio è formato da colline e piccole valli. Le
sponde del Carapelle formano un' ampia conca dal Castello della
Rocca fino al Campo della Terra.
Dista 23 Km dalla città di Campobasso.
Origini e Storia
Alcuni ritrovamenti di armi paleolitiche fanno risalire
le origini di Jelsi alla remota preistoria. Le prime tracce di insediamemti umani sono, però, da attribuire agli Osci ed ai Caraceni che popolarono il territorio fino all'arrivo dei Sanniti. La località venne chiamata, secondo studi condotti da vari ricercatori, ROMULEA. Dopo
il 573 tutto il territorio venne invaso dai Romani che regnarono
sul territorio fino al primo Medio Evo. Si annoverano, poi, divesi
periodi di dominazioni di popolazioni quali i Longobardi, i Longobardi-Bulgari,
i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi e Spagnoli,
gli Austriaci ed i Borboni, i Francesi Murattiani e, per concludere,
di nuovo i Borboni.
Manifestazioni Segnalate
Una importante tradizione locale è rappresentata dalla "Sagra del Grano" che si celebra ogni 26 di Luglio dal 1805. Per le strade del paese sfilano le caratteristiche "Traglie"(strutture in legno simili a slitte addobbate con composizioni di spighe intrecciate) ed i carri allegorici. Questa sfilata ricorda un evento miracoloso avvenuto a Jelsi durante il terremoto del 1805 quando tutti i paesi del circondario vennero distrutti e solo Jelsi si salvò. La popolazione, attribuendo a S. Anna questo miracolo, a Lei dedicò, dall' anno successivo, la sfilata delle "Traglie".
SANT'ELIA A PIANISI è un
piccolo paese dei Molise situato a nord-est di Campobasso,
capoluogo di regione, da cui dista approssimativamente 36 chilometri.
La sua superficie, di circa 6784 ettari, e' costituita da boschi, colli e monticelli dove vengono praticate diverse colture: grano, granone ed avena.
C'è, inoltre, la coltura dell'olivo, per la cui promozione questo comune è entrato a far parte della "Associazione Nazionale Città dell'Olio" che si propone tra i suoi obiettivi quello della valorizzazione e della promozione dei prodotto "olio" e dei territorio dove l'olivo è più vocato.
Sant' Elia a Pianisi è stata sede di importanti attività industriali, i cui prodotti sono oggi conosciuti in molte parti dei mondo. Ed infatti negli anni '70 qui c'erano tre pastifici, un sansificio, un molino, un pantalonificio, la maggior parte dei quali, soprattutto per problemi legati alla viabilità, si sono trasferiti nel capoluogo, e sono stati solo parzialmente sostituiti da altre attività sorte
in questi ultimi anni. Tra queste un biscottificio ed una azienda conserviera.
Arte e architettura
Pochi ma interessanti i luoghi da visitare: la Chiesa
Madre, situata nella parte alta e più antica dei paese, che è intitolata al patrono Sant'Elia Profeta e di cui non si hanno notizie certe sulla data della sua edificazione. In questa chiesa si possono ammirare, tra le altre cose, due statue del '600 in marmo, raffiguranti rispettivamente San Giuseppe e la Vergine Maria; un dipinto raffigurante l'Allegoria dei Sette Sacramenti, risalente intorno al 1500, trasferita a Sant'Elia a Pianisi nel 1720, quando la Chiesa di Torre di Zeppa (dove si trovava Ripabottoni) minacciava di crollare. Inoltre è possibile
ammirare una tela, eseguita da un giovane artista santeliano
- Fernando Di Stefano - che raffigura il patrono Sant'Elia Profeta
sui carro di fuoco, donata dal sacerdote don Elia Testa alla
Chiesa madre in occasione dei suo cinquantesimo anno di sacerdozio.
A poca distanza dalla Chiesa madre si trovano - di fronte ad
essa - la Cappella di Sant'Anna, consacrata agli inizi dei XIX
secolo, oramai priva purtroppo delle pitture che la adornavano
e, nella parte centrale dei paese - adiacente al palazzo comunale
- la Chiesa di San Rocco che, restaurata in tempi recenti, è stata
riaperta al culto.
C'è poi il Convento dei Padri Cappuccini dedicato a San Francesco d'Assisi, per la cui realizzazione furono necessari 27 anni (dal 1604 al 1631), anche se solo nel 1690 avvenne la consacrazione della chiesa. Entrando nella chiesa dei convento l'attenzione dei visitatore e' attirata dal complesso lignea dell'altare maggiore e il polittico che riveste la parete; restaurato nel 1964, si presenta simile ad altri esistenti nei conventi della stessa provincia cappuccina e ciò in quanto pare che detti altari vennero creati tutti dalle stesse mani: quelle di frà Berardino
da Mentone. In esso si possono ammirare una serie di quadri attribuiti
a Paolo Gamba di Ripabottoni (1712-1782) che nel 1740 visse alcuni
mesi in questo convento.
Ogni anno qui fanno tappa centinaia di pellegrini che vengono
a visitare la cella di Padre Pio; infatti il convento di Sant'Elia
a Pianisi, dopo quello di San Giovanni Rotondo, è il luogo che ha ospitato più a
lungo Padre Pio: quasi 4 anni.
Adiacente al convento sorge il Palazzetto dello Sport che, fatto
costruire dai Padri Cappuccini, e' attualmente di proprietà'
comunale.
Tra le opere artistiche all'interno dei paese sono da menzionare la Fontana della Pace, la Via Crucis recentemente ristrutturata ed una bellissima statua di Padre Pio situata nella piazza ad egli intitolata. Appartengono ad una antica tradizione salteliana le FIERE che si svolgono con cadenza bimestrale a parlare dalla prima domenica di febbraio.
PIETRACATELLA
Il centro abitato di Pietracatella è stato formato dall'unione di due casali esistenti nel Medioevo, Catella e Rocca Catella. Nell'undicesimo secolo, Riccardus de Guastus ne era feudtario, a cui seguirono i De Catellis che vi rimasero fino al XIV secolo. In seguito il luogo fu feudo dei Boccapianola (XVI secolo) e dei Di Capua. Gli ultimi feudatari furono i Grimaldi. In epoca Medioevale, fu edificato il castello del luogo, nel punto più alto del paese e precisamente su di uno sperone roccioso - oggi restano poche tracce della grande fortezza - in questo castello si sono verificati episodi cruenti per il possesso dell'Italia meridionale tra Angioini ed Aragonesi: Alfonso D'Aragona, il vincitore Antonio Caldora, senza incontrare grosse difficoltà vi
pose l'assedio per ben due volte nel 1441.
Architettura
Attualmente costituisce un unico edificio quello che
racchiude la chiesa di San Giacomo e la Cappella di Santa Margherita.
Quest'ultima è di origine altomedioevale, ricavata da un edificio di culto paleocristiano. La Cappella di Santa Margherita era di dimensioni assai ridotte, completamente affrescata e presentava un piccolo altare vicino una nicchia arcuata. L'ingresso è stato ricavato costruendo una ripida scala nella roccia. L'altra chiesa, quella di San Giacomo vi fu sovrapposta, rendendo l'insieme pittosto rozzo. All'interno è composta
di una sola navata con quattro campate e il tutto confluisce
nella zona absidale. I capitelli della quarta campata e quelli
della zona absidale sono decorati con motivi floreali e vegetali.
Un'attenzione particolare meritano l'acquasantiera ed il crocefisso
ligneo.
Tradizioni
La festa patronale è ancora più attesa per la fiera locale che comprende vari punti di ristoro. Il primo martedì dopo la Pentecoste si celebra la Madonna della Ricotta, che comprende una serie di manifestazioni che si protraggono per tutta la precedente settimana. I giochi popolari si contrappongono ai tradizionali concerti bndistici e spettacoli folkloristici. La festa viene chiusa con i fuochi pirotecnici, questa raggiunge la sua intensità con la processione in onore della Madonna: questo corteo arriva fino alle contrade ed è accompagnato
da carrettini trainati da pecore che trasportano bambini di pochi
anni. La processione si conclude con la benedizione dei campi
e degli animali.
Sport e tempo libero
Le roccie su cui poggia il castello, invitano i più arditi visitatori ad un emozionante arrampicata. Per gli amanti della tranquillità ci
sono un campo da tennis ed una piscina. Pietracatella dista 33
km da Campobasso e 90 km da Isernia
|