|
Si
è conclusa a Duronia mentre il sole tramontava dietro
le Mainarde nella cornice di un panorama incantevole la marcia
dei 200 partecipanti alla decima edizione di "cammina,
Molise!"
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Il
"cammina, Molise!": la collaborazione con il migliore
associazionismo di base molisano (A.I.I.G. Molise, Italia Nostra
di Isernia, I Cavalieri Triventini, I Cavalieri del Tratturo,
L'A.C. Punto e Accapo, le Pro Loco dei paesi attraversati, ecc.).
Ben centoquindici i Paesi molisani attraversati. |
In
dieci anni questa manifestazione, nata con l'intento di promuovere
la cultura e la bellezza e l'ospitalità dei paesi dell'entroterra
molisano, ha portato a camminare sui sentieri e sui tratturi
delle nostre terre centinaia di persone, provenienti da ogni
parte d'Italia e anche dall'estero
|
1995:
trenta persone da
Roma a Duronia per festeggiare il primo anno di vita de "la
vianova", il nostro giornale ed il bisogno di ripercorrere
in senso inverso gli antichi sentieri che portarono i nostri
padri ad emigrare verso la grande città in cerca di fortuna. |
1996:
settanta persone a
camminare nell'entroterra del Molise centrale, ventuno paesi
attraversati, incontri dibattiti alla fine di ogni tappa. |
1997
centotrenta
persone sui monti dell'Alto Molise .
|
1998
"cammina,
Molise!"viene riconosciuta, insieme ad altre tre, manifestazione
di interesse regionale dall'Assessorato al Turismo; 182 marciatori
sul Matese, una fila interminabile di magliette verdi: mai
vista tanta gente camminare in queste zone, giurano gli addetti
ai lavori |
1999
i
marciatori vanno a conoscere la bellezza dei paesi e del territorio
dei monti del Parco Nazionale d'Abruzzo sul versante molisano
delle Mainarde. |
2000
è l'anno del
Giubileo; 180 marciatori vanno a scoprire l'arte romanica delle
chiese molisane, il bellissimo territorio ed assaporare l'ospitalità
esuberante dei paesi compresi tra le fondovalle del Tappino,
del Biferno e del Trigno. |
2001
i marciatori vengono
condotti per la prima volta sui sentieri del Basso Molise, dove
emerge la ricchezza delle terre, l'attivismo e l'enorme generosità
degli abitanti dei paesi attraversati. |
2002
188 marciatori tornano
ad attraversare i paesi del Matese, con un intero giorno di
tappa dedicato al versante Campano di Letino e Gallo. |
2003
150 marciatori vanno
ad esprimere la loro solidarietà itinerante alle popolazioni
colpite dal sisma dell'ottobre del 2002, attraversando proprio
quel territorio e quei paesi, che li avevano accolti due anni
prima con uno spiccato senso dell'ospitalità. |
2004
la decima edizione.
Una edizione particolare, nel segno di una ospitalità
sentita da parte dei paesi attraversati nei confronti dei marciatori..
I Sindaci di ogni paese hanno voluto omaggiare i marciatori
con una accoglienza calorosa, nel segno di un apprezzamento
alto per il messaggio di testimonianza che il "cammina,
Molise!" porta nei paesi e nel territorio molisano per
la promozione della loro Terra.
|
Ecco
come una marciatrice spagnola rievoca i quattro giorni di
marcia:"
sono stati quattro giorni tra i più
belli della mia vita. Fra di voi ho trovato gentilezza, educazione,
comunicazione, cultura, allegria, amicizia, cooperazione,
spiritualità, gastronomia, serietà
Toccare
la vostra bella terra per ore con i piedi, con i polmoni pieni
d'aria pulita mi ha fatto sentire parte di lei
".
Due professoresse di Novara invece osservano:"
Il
camminare con la mazza in mano ripropone comportamenti antichi,
legati alla radice stessa dell'umanità, induce a porsi
in modo nuovo nei confronti dell'ambiente, rida valore ad
elementi oggi spesso dimenticati, come la lentezza, la fatica
fisica, la semplicità e l'essenzialità dei gesti,
del vestire, dei cibi. Inoltre, si cammina insieme, per cui
la marcia stessa diventa atto di comunicazione, che rende
facile lo scambio di una parola o di un sorriso con gli occasionali
compagni a cui ci si ritrova affiancati. E poi il cammino
non è fine a se stesso, ma ha il senso e vuole essere
una testimonianza: le entrate in gruppo nei paesi, lungi dall'essere
una parata scenografica, attestano una presenza determinata
e fattiva che intende tradursi in ambiti operativi ben più
specifici. Così abbiamo percorso e conosciuto il Molise,
coi suoi monti dai profili dolci, rotti da strapiombi e da
creste rocciose, coi suoi paesi sgranati sui crinali, coi
suoi meravigliosi boschi di faggi e di abeti; e abbiamo conosciuto
la sua gente, dura e tenace come la pietra e insieme tenera,
ospitale, gentile. Per questo, abbiamo vissuto i quattro giorni
di marcia come un'esperienza splendida e, a tratti, emozionante.
Vogliamo quindi ringraziare coloro che hanno organizzato la
manifestazione
" .
In questo bel quadro qualche tinta in ombra. La
Regione Molise, che pure ha riconosciuto questa manifestazione
di interesse regionale, non riesce se non con l'esibizione
del suo logo sui manifesti a dimostrare il suo contributo.
L'attuale Sindaco di Duronia, Adelmo Berardo in continuità
con la linea politica del suo predecessore Luigi Petracca,
ha dimostrato, non accogliendo per l'ennesima volta i marciatori,
di non saper recepire un messaggio così chiaro, qual
è quello della valorizzazione del proprio paese. Il
"cammina, Molise!" a Duronia è nato e a Duronia
ha voluto concludere la sua decima edizione: qualsiasi persona
di buon senso avrebbe messo da parte le deleteree beghe politiche
paesane e cogliere l'occasione di omaggiare la propria Terra
porgendo un saluto, un semplice saluto, a tanta gente venuta
dall'Italia e dall'estero a riempire col proprio entusiasmo
un Paese, che proprio per l'inettitudine politica e la cecità
culturale di simili amministratori, volge tristemente alla
morte.
Prelevando soldi dalle nostre tasche e tempo
al lavoro, alla famiglia, al tempo libero, da anni cerchiamo
di testimoniare un impegno sincero a favore delle nostre terre.
NOI, cari Domenico Lucarelli, Michele Cianciullo, Rocco Cirino,
Enza Santoro, Claudio Di Cerbo, Filippo Poleggi, Nicola Roberti,
i tanti Sindaci dei paesi attraversati e gli amici di sempre,
Alfredo Ciamarra, Michele Manzo, Silvio e Franco Adducchio,
con la nostra passione ed i nostri progetti ad asciugarci
le tasche ed a raccattar gli spiccioli per promuovere le nostre
terre, LORO con i loro assessorati, con le loro deleghe, con
le loro commissioni, con i loro manager, con i loro partiti,
con i loro giornali ad intruppare i signorsì onde perpetuare
il circolo vizioso della staticità molisana.
Comunque l'amore per le nostre terre è molto forte
e perciò diciamo a tutti: arrivederci al prossimo anno,
nella speranza che il nostro messaggio di testimonianza riesca
finalmente a coinvolgere anche le Istituzioni regionali
(Giovanni
Germano) |
|
|
|
|
Il
consuntivo
E’
stata la decima edizione di Cammina, Molise! e, dopo dieci
anni, viene spontaneo tracciare il consuntivo delle attività
svolte.
Riscoprire il nuovo è sempre azione inebriante, riscoprire
il già noto significa approfondirne la conoscenza,
esaltarne l’inedito, rivivere il bello che esplode dalla
trama di cose che si conoscono e si osservano con più
occhi e con la voce di chi guida.
Legare il Molisano alle piccole realtà della sua terra;
aprire il Molise a chi vive lontano nella speranza di sollecitarne
il ritorno ed un soggiorno breve o lungo è azione meritoria.
Già questi obiettivi giustificano ampiamente la complessa
e faticosa macchina organizzativa di Cammina, Molise !
E’ legittimo chiedersi se, in dieci anni, abbia avuto
effetti positivi l’invito al risveglio ed al progresso,
tante volte gridato al megafono dall’arch. Giovanni
Germano, manifestato dal corteo verde acclamante, pubblicizzato
da la Vianova e da altri mezzi di comunicazione.
La risposta non è univoca, legandosi alle diverse realtà:
là dove c’è coesione e la partecipazione
agli eventi è corale il paese si sviluppa in armonia,
mostrando di sé la parte migliore nel lindore delle
strade, nel ripristino dei centri storici con le tipologie
abitative e i materiali propri del luogo, nel perpetuarsi
delle tradizioni, delle feste, nella degustazione delle vivande
di un tempo, nella volontà comune di progredire.
Là dove, invece, odi e risentimenti antichi contagiano
ancora il presente, determinando contrasti insanabili, il
divenire si blocca in un misto di chiusura, diffidenza, gretto
isolamento, che inasprisce il carattere paesano, già
di per sé portato all’isolamento.
In modo sia pur differenziato, grazie alle agevolazioni economiche,
comunali e regionali, e grazie ai benefici dei progetti europei,
il nome di quasi tutti paesi molisani è pubblicizzato
in guide turistiche, che ne esaltano le peculiarità
artistico/storico/gastronomiche, tuttavia riaffiora il difetto
tutto molisano e meridionale di non inserire i singoli interventi
in un quadro d’insieme, con percorsi geograficamente
interrelati, con attività connesse, nell’intento
di offrire al turista un pacchetto variegato, appetibile,
nuovo per molti aspetti e quindi interessante.
Manca ancora nel Molise la capacità di incastonare
le pietre preziose sparse nel territorio in gioielli che acquisterebbero
un più alto valore, in quanto le singole pietre, enfatizzandosi
nell’insieme, si arricchirebbero del pregio di un tutto
armonizzato nei colori, nel taglio, nella posizione.
Chi accusare di tanta separatezza? Certamente il campanile
che si identifica spesso con un potere locale gelosamente
custodito, timoroso della concorrenza, o con rancori familiari,
che si vestono di un colore politico di facciata, inconsistente
perché privo di una progettualità tesa a sottrarre
la realtà locale all’isolamento, all’esangue
spopolamento.
L’atavica rassegnazione al Destino nei pochi che restano
diventa un alibi costruito dal nulla, che tanto più
si rafforza, quanto più mancano la consapevolezza delle
cause e l’assunzione di responsabilità per rimuoverle.
E’ ormai tempo di sentirsi cittadini e, disdegnando
deleghe ed attese miracolose, proiettarsi nel fare, nella
compartecipazione attiva, nell’attuazione di piani a
lungo termine e ad ampia veduta.
(Enza Santoro Reale)
|
|
|
|
|