EDIZIONE 2004
Si è conclusa a Duronia mentre il sole tramontava dietro le Mainarde nella cornice di un panorama incantevole la marcia dei 200 partecipanti alla decima edizione di "cammina, Molise!"
Il "cammina, Molise!": la collaborazione con il migliore associazionismo di base molisano (A.I.I.G. Molise, Italia Nostra di Isernia, I Cavalieri Triventini, I Cavalieri del Tratturo, L'A.C. Punto e Accapo, le Pro Loco dei paesi attraversati, ecc.).
Ben centoquindici i Paesi molisani attraversati.

In dieci anni questa manifestazione, nata con l'intento di promuovere la cultura e la bellezza e l'ospitalità dei paesi dell'entroterra molisano, ha portato a camminare sui sentieri e sui tratturi delle nostre terre centinaia di persone, provenienti da ogni parte d'Italia e anche dall'estero

1995:
trenta persone da Roma a Duronia per festeggiare il primo anno di vita de "la vianova", il nostro giornale ed il bisogno di ripercorrere in senso inverso gli antichi sentieri che portarono i nostri padri ad emigrare verso la grande città in cerca di fortuna.
1996:
settanta persone a camminare nell'entroterra del Molise centrale, ventuno paesi attraversati, incontri dibattiti alla fine di ogni tappa.
1997
centotrenta persone sui monti dell'Alto Molise .
1998
"cammina, Molise!"viene riconosciuta, insieme ad altre tre, manifestazione di interesse regionale dall'Assessorato al Turismo; 182 marciatori sul Matese, una fila interminabile di magliette verdi: mai vista tanta gente camminare in queste zone, giurano gli addetti ai lavori
1999
i marciatori vanno a conoscere la bellezza dei paesi e del territorio dei monti del Parco Nazionale d'Abruzzo sul versante molisano delle Mainarde.
2000
è l'anno del Giubileo; 180 marciatori vanno a scoprire l'arte romanica delle chiese molisane, il bellissimo territorio ed assaporare l'ospitalità esuberante dei paesi compresi tra le fondovalle del Tappino, del Biferno e del Trigno.
2001
i marciatori vengono condotti per la prima volta sui sentieri del Basso Molise, dove emerge la ricchezza delle terre, l'attivismo e l'enorme generosità degli abitanti dei paesi attraversati.
2002
188 marciatori tornano ad attraversare i paesi del Matese, con un intero giorno di tappa dedicato al versante Campano di Letino e Gallo.
2003
150 marciatori vanno ad esprimere la loro solidarietà itinerante alle popolazioni colpite dal sisma dell'ottobre del 2002, attraversando proprio quel territorio e quei paesi, che li avevano accolti due anni prima con uno spiccato senso dell'ospitalità.
2004
la decima edizione. Una edizione particolare, nel segno di una ospitalità sentita da parte dei paesi attraversati nei confronti dei marciatori.. I Sindaci di ogni paese hanno voluto omaggiare i marciatori con una accoglienza calorosa, nel segno di un apprezzamento alto per il messaggio di testimonianza che il "cammina, Molise!" porta nei paesi e nel territorio molisano per la promozione della loro Terra.

Ecco come una marciatrice spagnola rievoca i quattro giorni di marcia:"…sono stati quattro giorni tra i più belli della mia vita. Fra di voi ho trovato gentilezza, educazione, comunicazione, cultura, allegria, amicizia, cooperazione, spiritualità, gastronomia, serietà…Toccare la vostra bella terra per ore con i piedi, con i polmoni pieni d'aria pulita mi ha fatto sentire parte di lei…". Due professoresse di Novara invece osservano:"…Il camminare con la mazza in mano ripropone comportamenti antichi, legati alla radice stessa dell'umanità, induce a porsi in modo nuovo nei confronti dell'ambiente, rida valore ad elementi oggi spesso dimenticati, come la lentezza, la fatica fisica, la semplicità e l'essenzialità dei gesti, del vestire, dei cibi. Inoltre, si cammina insieme, per cui la marcia stessa diventa atto di comunicazione, che rende facile lo scambio di una parola o di un sorriso con gli occasionali compagni a cui ci si ritrova affiancati. E poi il cammino non è fine a se stesso, ma ha il senso e vuole essere una testimonianza: le entrate in gruppo nei paesi, lungi dall'essere una parata scenografica, attestano una presenza determinata e fattiva che intende tradursi in ambiti operativi ben più specifici. Così abbiamo percorso e conosciuto il Molise, coi suoi monti dai profili dolci, rotti da strapiombi e da creste rocciose, coi suoi paesi sgranati sui crinali, coi suoi meravigliosi boschi di faggi e di abeti; e abbiamo conosciuto la sua gente, dura e tenace come la pietra e insieme tenera, ospitale, gentile. Per questo, abbiamo vissuto i quattro giorni di marcia come un'esperienza splendida e, a tratti, emozionante. Vogliamo quindi ringraziare coloro che hanno organizzato la manifestazione…" .
In questo bel quadro qualche tinta in ombra. La Regione Molise, che pure ha riconosciuto questa manifestazione di interesse regionale, non riesce se non con l'esibizione del suo logo sui manifesti a dimostrare il suo contributo. L'attuale Sindaco di Duronia, Adelmo Berardo in continuità con la linea politica del suo predecessore Luigi Petracca, ha dimostrato, non accogliendo per l'ennesima volta i marciatori, di non saper recepire un messaggio così chiaro, qual è quello della valorizzazione del proprio paese. Il "cammina, Molise!" a Duronia è nato e a Duronia ha voluto concludere la sua decima edizione: qualsiasi persona di buon senso avrebbe messo da parte le deleteree beghe politiche paesane e cogliere l'occasione di omaggiare la propria Terra porgendo un saluto, un semplice saluto, a tanta gente venuta dall'Italia e dall'estero a riempire col proprio entusiasmo un Paese, che proprio per l'inettitudine politica e la cecità culturale di simili amministratori, volge tristemente alla morte.
Prelevando soldi dalle nostre tasche e tempo al lavoro, alla famiglia, al tempo libero, da anni cerchiamo di testimoniare un impegno sincero a favore delle nostre terre. NOI, cari Domenico Lucarelli, Michele Cianciullo, Rocco Cirino, Enza Santoro, Claudio Di Cerbo, Filippo Poleggi, Nicola Roberti, i tanti Sindaci dei paesi attraversati e gli amici di sempre, Alfredo Ciamarra, Michele Manzo, Silvio e Franco Adducchio, con la nostra passione ed i nostri progetti ad asciugarci le tasche ed a raccattar gli spiccioli per promuovere le nostre terre, LORO con i loro assessorati, con le loro deleghe, con le loro commissioni, con i loro manager, con i loro partiti, con i loro giornali ad intruppare i signorsì onde perpetuare il circolo vizioso della staticità molisana.
Comunque l'amore per le nostre terre è molto forte e perciò diciamo a tutti: arrivederci al prossimo anno, nella speranza che il nostro messaggio di testimonianza riesca finalmente a coinvolgere anche le Istituzioni regionali

(Giovanni Germano)

       

Il consuntivo

E’ stata la decima edizione di Cammina, Molise! e, dopo dieci anni, viene spontaneo tracciare il consuntivo delle attività svolte.
Riscoprire il nuovo è sempre azione inebriante, riscoprire il già noto significa approfondirne la conoscenza, esaltarne l’inedito, rivivere il bello che esplode dalla trama di cose che si conoscono e si osservano con più occhi e con la voce di chi guida.
Legare il Molisano alle piccole realtà della sua terra; aprire il Molise a chi vive lontano nella speranza di sollecitarne il ritorno ed un soggiorno breve o lungo è azione meritoria.
Già questi obiettivi giustificano ampiamente la complessa e faticosa macchina organizzativa di Cammina, Molise !
E’ legittimo chiedersi se, in dieci anni, abbia avuto effetti positivi l’invito al risveglio ed al progresso, tante volte gridato al megafono dall’arch. Giovanni Germano, manifestato dal corteo verde acclamante, pubblicizzato da la Vianova e da altri mezzi di comunicazione.
La risposta non è univoca, legandosi alle diverse realtà: là dove c’è coesione e la partecipazione agli eventi è corale il paese si sviluppa in armonia, mostrando di sé la parte migliore nel lindore delle strade, nel ripristino dei centri storici con le tipologie abitative e i materiali propri del luogo, nel perpetuarsi delle tradizioni, delle feste, nella degustazione delle vivande di un tempo, nella volontà comune di progredire.
Là dove, invece, odi e risentimenti antichi contagiano ancora il presente, determinando contrasti insanabili, il divenire si blocca in un misto di chiusura, diffidenza, gretto isolamento, che inasprisce il carattere paesano, già di per sé portato all’isolamento.
In modo sia pur differenziato, grazie alle agevolazioni economiche, comunali e regionali, e grazie ai benefici dei progetti europei, il nome di quasi tutti paesi molisani è pubblicizzato in guide turistiche, che ne esaltano le peculiarità artistico/storico/gastronomiche, tuttavia riaffiora il difetto tutto molisano e meridionale di non inserire i singoli interventi in un quadro d’insieme, con percorsi geograficamente interrelati, con attività connesse, nell’intento di offrire al turista un pacchetto variegato, appetibile, nuovo per molti aspetti e quindi interessante.
Manca ancora nel Molise la capacità di incastonare le pietre preziose sparse nel territorio in gioielli che acquisterebbero un più alto valore, in quanto le singole pietre, enfatizzandosi nell’insieme, si arricchirebbero del pregio di un tutto armonizzato nei colori, nel taglio, nella posizione.
Chi accusare di tanta separatezza? Certamente il campanile che si identifica spesso con un potere locale gelosamente custodito, timoroso della concorrenza, o con rancori familiari, che si vestono di un colore politico di facciata, inconsistente perché privo di una progettualità tesa a sottrarre la realtà locale all’isolamento, all’esangue spopolamento.
L’atavica rassegnazione al Destino nei pochi che restano diventa un alibi costruito dal nulla, che tanto più si rafforza, quanto più mancano la consapevolezza delle cause e l’assunzione di responsabilità per rimuoverle.
E’ ormai tempo di sentirsi cittadini e, disdegnando deleghe ed attese miracolose, proiettarsi nel fare, nella compartecipazione attiva, nell’attuazione di piani a lungo termine e ad ampia veduta.
(Enza Santoro Reale
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Editrice de la vianova, periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della manifestazione naturalistica e socio-culturale cammina, Molise!