....Dal sagrato della Chiesa, dopo aver osservato ancora una volta il superbo panorama, si percorre il corso Garibaldi fino alla Piazza intitolata ad Antonio Zara, il finanziere ucciso a Fiumicino in un attentato terrorista degli anni ‘’70.
Lo sguardo si sposta a destra e a manca attratto dagli scorci suggestivi che i vicoli strettissimi fanno intravedere, un’attrattiva bella che distoglie l’attenzione dalle case svilite dal tempo e dall’incuria.
San Felice del Molise offre al turista alcuni reperti che testimoniano antichità ed importanza strategica.
La Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, il cui culto è di chiara derivazione orientale, porta evidenti segni della stratificazione artistico-architettonica e delle vicende storiche che si sono succedute; eretta in epoca normanna subisce una trasformazione in stile romanico-gotico ed ha rifacimenti successivi che in parte hanno snaturato o ricoperto il preesistente. Opere di pregio sono le 15 tele che rappresentano i misteri del Rosario, nonché una statua lignea di Sant’Antonio Abate realizzata da Paolo Saverio di Zinno.
La Cappella di San Felice Papa, conserva murata un’iscrizione con scritta in ebraico e greco.
Castellelce: a ridosso di una chiesetta del 1910 si conserva un basamento in pietra che fa pensare ad un’antica costruzione, probabilmente il Castello, dove, secondo la tradizione,ai tempi degli Orsini, viveva Cecilia Orsini, morta a Napoli in concetto di santità.
Non distante dalle abitazioni, il Regio Tratturo di Pietra Canale Ateleta – Biferno rappresenta oggi una potenziale risorsa ed un ricordo tangibile della vitalità di un sistema viario transumante e di un indotto straordinariamente operativo e produttivo.
...La
Chiesa di Santa Lucia costruita su antiche strutture del 1300 conserva
il Campanile e due portali: l’uno gotico, l’altro di
stile barocco; costruiti con materiale di altri manufatti. Di grande
effetto le facciate di pietra ripulite dall’intonaco che le
copriva.
All’interno è conservata una tela di Santa Lucia, in
sostituzione dell’antica immagine della Santa che, secondo
la tradizione, aveva accompagnato e protetto i primi Slavi durante
le traversie di un viaggio rischioso dall’una all’altra
sponda dell’Adriatico, alla ricerca di una terra ospitale
più sicura che garantisse loro la sopravvivenza ed un certo
benessere.
Località Castello è il punto più alto, donde
la vista spazia in basso per scrutare l’ampia vallata segnata
dalle flessuose anse del Trigno e si innalza sui forti declivi dei
monti abruzzesi, punteggiati di agglomerati abitativi, gradevoli
nella variabilità della conformazione, bene saldinel loro
arroccamento difensivo. Un tempo era una Torre /Fortezza con camminamenti
e vedute da cui si poteva controllare un’ampia zona per un
raggio di molti chilometri.
Piccoli slarghi e portali, gli orti curati in piccoli appezzamenti
di terreno sono un corredo bello che richiamano l’attenzione
e destano curiosità. Un paese piccolo con un decremento demografico
accelerato negli ultimi decenni, una vita sonnolenta ed inerte eppure
l’incontro è animato da giovani che stanno investendo
le proprie risorse in progetti di rinnovamento edilizio. La cura
delle case in via di ristrutturazione per essere destinate all’ospitalità,
la promozione di percorsi naturalistici nell’amenità
dei luoghi, il recupero di aree selvagge per destinarle a luoghi
di sosta e di ricreazione sono i segnali positivi che danno una
speranza di riscatto e di promozione.
L’attenzione al recupero delle Botteghe artigiane ed alla
conservazione di attività artigianali come quella della tessitura
di coperte, stuoie e tovaglie di panno grezzo su antichi telai ed
infine la cura nella conservazione delle tradizioni e della lingua
croata con lo sportello linguistico e con iniziative tese ad animare
l’interesse dei più giovani per le proprie origini
sono segnali che confermano uno spirito di conservazione che non
contraddice il progresso, una capacità di conservare la propria
identità integrandosi con lo sviluppo e confrontandosi con
le diversità. E’ questo lo spirito che ha animato le
minoranze etnico-linguistiche dei paesi slavi.
L’attività agricola sussiste nella cura dei campi e
degli orti, mentre l’attività pastorale langue, ma
il percorso del Regio Tratturo di Pietra Canale Ateleta-Biferno
viene utilizzato come percorso/Natura che ingloba una confortevole
area attrezzata intorno al Lago in Contrada Macchie del Lago, al
confine con Montefalcone, servita da un accogliente Ristorante Al
vecchio tratturo Un luogo di particolare bellezza è il Selo/Villaggio,
probabile sede di soggiorno della prima Comunità croata,
un luogo storico dove sono state ritrovate delle tombe e dove, su
una preesistente costruzione, è stata edificata la "Cappella
di Santa Lucia"
La domenica in Albis vi si festeggia la santa patrona amata ed invocata
“Sveta Luca mol za nas /Santa Lucia prega per noi”
come si legge nell’abside della cappella.
Il Busto della Santa, ornata di fiori e di ori, viene portata in
processione da sole Donne, per un percorso di tre Chilometri dalla
chiesa parrocchiale alla Cappella del Selo, accolta dal
suono delle campane e da fuochi pirotecnici.
Dopo aver fatto tre giri in senso antiorario intorno alla Cappella
la processione entra in chiesa per le funzioni religiose che si
concludono con la distribuzione del pane.
Alla sera la Santa viene riaccompagnata nella Chiesa Madre accolta
dal suono di campane e da spari.
Una peculiarità della giornata festiva trascorsa all’aperto
tra religiosità e divertimento è l’Asta dei
Dolci; a suon di banda il banditore vende al migliore offerente,.i
dolci che i devoti hanno offerto alla Santa.
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