L'ITINERARIO
a cura di
ENZA SANTORO
SILVANA REALE
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ALBUM |
Monacilioni
Latitudine:
41°36′39′′24 N
Longitudine:
14° 48′33"84 E
Altitudine:
366 minima/922 massima
Superficie:
27km²
Abitanti:
680
Densità:
259 ab./km²
Un paese
avvolto nel silenzio; si direbbe disabitato se la presenza
di anziani e qualche capannello di donne, intente a confabulare
ed a godersi il sole, non dessero il segno di una certa
animazione.
Accogliente
la piazza con i preparativi di una Festa imminente e con
la Chiesa di Santa Reparata, una cappella secentesca, un
tempo extra moenia ed oggi, incorporata nel tessuto abitativo, è il
centro spirituale della Religiosità del Popolo.
Semplice
nella sua struttura, onora con grande devozione la Madonna
ed i Santi: Reparata, Rocco, Andrea, Bartolomeo, Francesco,
e soprattutto Benedetta, il cui corpo èsolennemente
custodito in un’urnadorata.
Si
procede verso il luogo dove una Porta segnava l’ingresso
nel centro abitato ed il controllo della Dogana; il percorso è in
salita, tra viuzze che incrociano l’antico Corso
Umberto. Si ammirano molte case in pietra con bei portali
e con la pietra bianca, resistente all’usura del
tempo e del clima, presa dal fiume, lavorata dai bravi
scalpellini locali e trasportata a dorso di mulo attraverso
impervi sentieri.
Si
respira un’aria
diversa nella piazza ampia e soleggiata, a
mez a chiazz, finché lo sguardo, spaziando
lontano, non incrocia un paesaggio tormentato; un territorio
geologicamente giovane e fragile, case diroccate scivolate
verso il vallone e rimaste in bilico sul pendio, un complesso
dicase abbandonate, con segni evidenti ell’antica
eleganza di stile, costituiscono la spettrale testimonianza
di una Natura che ha i suoi tempi e lesue esigenze spesso
contrastanti con l’opera dell’uomo; di contro
l’intervento di alta ingegneria con potenti rinforzi
ha, almeno per ora, fermato il dissesto ed un nuovo villaggio
di case uniformi, addensate su un’altura ospita
i Sinistrati.
Sull’ampio
piazzale ristrutturato sono sistemate alcune colonne
lasciate a testimonianza della Chiesa che un tempo costituiva
il cuore spirituale e civile della dinamica Comunità di
Monacilioni. Indagando si scopre la grandiosità della
Chiesa Madre, di cui resta conservata la bella scalinata
d’accesso.
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MONACILIONI |
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MATRICE
- SANTA MARIA della STRADA |
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SANTA
MARIA della STRADA -
MONTAGANO |
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MONTAGANO |
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Matrice
Latitudine: 14°43′0″E
Longitudine: 41°37′0″N
Altitudine: 600 m s.l.m.
Superficie: 20 Kmq
Abitanti: 1067
Densità: 53
ab /Kmq
Si estende
Matrice su una superficie di 20 Kmq a 600 m. di altezza in
un contesto collinare dolce nelle sue forme flessuose, vivace
nella varietà dei colori e nella floridezza arborea,
aperto alla vista della catena appenninica che corona il
contesto dotando la linea dell’orizzonte di particolare
suggestione.
Da Port
a Mont, la Porta, oggi scomparsa, situata adOccidente
si scende nell’abitato attraverso un’ampia scalinata
in pietra, costruita dagli esperti scalpellini locali e difesa
dalle Donne quando la volontà di innovare ad ogni costo
era tale da distruggere indiscriminatamente l’antico,
senza tener conto della qualità dei nuovi materiali
e della loro compatibilità con le condizioni climatico-ambientali.
I
guasti del cambiamento sono ben evidenti nel vicino lavatoio
dove la pietra della pavimentazione è stata sostituita
da mattoni e cordoli in pietra di Apricena, le cui lesioni,
spaccature e sbriciolamento mostrano chiaramente la non idoneità dei
materiali usati.
Da Port
a mont si procede in direzione Est attraverso il ‘corso’ per
salire al centro medioevale raccolto nell’antica cinta
muraria, oggi visibile solo in qualche tratto. Nella piazza,
una volta cuore dell’abitato, c’è la Chiesa
Madre e l’antico Palazzo Ciaccia con
segni evidenti di abbandono e di degrado.
Proseguendo
la passeggiata lo sguardo si posa sui portali in pietra e sulle
chiavi di volta cesellate con grande maestria, sui caratteristici
ballatoi che coprono corpi avanzati quadrangolari adibiti a
deposito, sulle piazzette in cui inaspettatamente si scoprono
belle strutture in pietra abilmente scolpite, tra cui una datata
1786, un’altra siglata C. (Carmine) d’Amato del
1914.
Questi
manufatti sono una bella testimonianza del fiorente artigianato
locale che è stato produttivo finché nuovi sistemi
costruttivi più competitivi e più rispondenti
alla mania della modernità non hanno messo in crisi
l’antica arte dello scolpire, costringendo gli scalpellini
molisani ad espatriare.
La
passeggiata termina presso Porta da ball dove si apre
una piazza accogliente in cui fa bella mostra di sé la
fontana di Salvatore realizzata in ghisa e raffigurante un
giovane che porta un Fascio di spighe e la falce, testimonianza
di un’attività agricola che ha impegnato proficuamente
per anni i Matriciani.
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Montagano
Latitudine: 14°40′0″E
Longitudine: 41°39′0″N
Altitudine: 803 m s.l.m.
Superficie: 26 Kmq
Abitanti: 1248
Densità: 48 ab /Kmq
Montagano
accoglie il visitatore nell’ampio viale delimitato da alcuni
palazzi ottocenteschi di bella struttura e da case a due piani
variamente rifinite nella facciata, la cui difformità risponde
al gusto ed alle potenzialità economiche dei proprietari.
Costruzioni di pregio sono: il Palazzo, dove ha sede il Comune,
la Chiesetta Tagliarerri, e case con bei portali in pietra e
chiave di volta abilmente lavorata.
L’asse
viario si sviluppa longitudinalmente tra la chiesa di Sant’Antonio
e la Chiesa del Purgatorio e si chiude con un originale monumento
che ricorda le vittime della seconda grande guerra.
La
rampa dei Leoni invita a percorrere la scalinata e la strada
in forte salita, da dove lo sguardo si perde tra i vicoli e si
protende su scorci verdi là dove la strettoia non è interrotta
da case che bloccano la visuale.
Da
ammirare alcuni pregevoli caseggiati e la Chiesa Madre con una
ben conservata facciata barocca.
Un
ampio portale di bella fattura immette in uno spazio degradato,
ove trionfano l’usura del Tempo e l’incuria dell’Uomo.
Il palazzo Ianigro, un tempo segno di potere e di ricchezza,
ristagna tra i ruderi di una bell’architettura ormai cadente
e di un giardino pensile dove svettano ancora alcune piante,
segno di una vitalità destinata a spegnersi.
Per
fortuna, allontanandosi dai segni di morte e di rovina, la vista
si rinfranca allargandosi sulla splendida vallata del Biferno,
risalendo per i pendii segnati da campi seminati, da chiazze
verdi di una florida vegetazione, da agglomerati di case che
si stringono intorno al campanile; lo sguardo si posa infine
sui Monti che si elevano con dolce gradualità sino a
raggiungere le quote più alte del Matese, splendente
al riverbero della luce solare.
Una
testimonianza di Giuseppe Maria Galanti
La Campagna
di Montagano è proverbialmente ricca di alberi
da frutto e vigneti di qualità; indubbiamente la buona
esposizione delle Terre al sole è un vantaggio, ma anche
l’alacrità e la competenza degli agricoltori giova
a sviluppare le buone colture.
Lo sottolinea
G.M.Galanti nella Descrizione dello Stato
antico ed attuale del Contado di Molise, pubblicato nel
1781, in cui l’Autore descrive la condizione di degrado
dell’agricoltura molisana, e ne individua le cause nella
scarsa competenza degli Agricoltori, nella mancanza di una
sollecitazione e di una guida nell’esercizio del loro
lavoro.
Emblematico è quanto
egli riferisce a proposito di Montagano.“il
vero Spirito della Religione cristiana fia il più acconcio
a formare del vero Credente il buon Cittadino”
Montagano è una
bella terra, sei miglia da Campobasso. Quando vi giunsi, trovai
il paese tutto coperto di alberi e di frutti, e di un genere
il più squisito. Io ne restai
sorpreso e fui istruito che di beneficio sì singolare è stato
opera un suo arciprete, chiamato Damiano Petrone. Egli non
dava altra penitenza ai peccatori che di piantare un numero
determinato di certi albori nei fondi loro propri e, quando
non ne avevano, negli altrui e le piantagioni erano in proporzione
del numero e qualità dei peccati. Si era obbligati talvolta
portarli in regioni lontane e farne l’acquisto. Quando
i peccatori si scusavano di essere poveri e di non avere né strumenti,
né modo, il nostro Parroco era colui che di suo danaro
gli uni e l’altro somministrava.
Egli
faceva servire la religione al bene della patria. Ecco il vero
ministro di Dio
Montagano,
anche se attualmente fa registrare un diminuzione degli abitanti,
continua ad essere una Comunità viva,
soprattutto per il persistere di attività agricole ed
artigianali che continuano a prosperare grazie alla passione
di cultori che conservano e potenziano l’attività degli
avi. Infatti è fiorente l’artigianato: Ferro battuto,
Ebanisteria, Reaturo, Arte della pietra scolpita e decorata e
si producono ancora ottimi pomodori ed un buon vino dal vitigno
Moscatello,
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Copyright:
A.C. "La Terra"
Editrice
de
la
vianova,
periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della
manifestazione naturalistica e socio-culturale
cammina,
Molise!
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