EDIZIONE 2008

IL PERCORSO

MONTENERO di BISACCIA - COOP IL NOCE- SAN GIOVANNI degli SCHIAVONI




L'ITINERARIO

a cura di
ENZA SANTORO
SILVANA REALE

 

ALBUM

Montenero di Bisaccia


Latitudine: 41° 57′ 0′′ N
Longitudine: 14° 47′ 0′′ E
Altezza: 273 s.l.m.
Superficie: kmq 6688
Abitanti: 93,01
Densità: 71,90 ab./Kmq

Su un’altura tufacea, in cui si aprono grotte di grande interesse geologico, alto si eleva il campaniledella Chiesa di San Matteo Apostolo che domina l’abitato con le case addossate, degradanti verso una campagna rigogliosa di seminativi, di vigneti, uliveti e frutteti.
Stupendo il paesaggio che dai monti abruzzesi abbraccia il Golfo di Vasto fino al Porto di Termoli, alle Tremiti, al Gargano.
Arioso il viale alberato che immette nell’ampia piazza ridente nel verde della villa comunale,fresca di zampilli di belle fontane.
Imponente la Chiesa di San Matteo Apostolo: la parete laterale è in mattoni con rosone ed arco ogivale, il prospetto moderno è in pietra e porte intarsiate di legno e metallo; oggetti di pregio sono un organo del 1740, un coro di legno intagliato, datato 1787ed una statua del Santo in argento del 700 napoletano.
Il centro storico si sviluppa lungo via Regina Elena con vicoletti laterali, aperti sul contorno paesaggistico o chiusi da abitazioni che ne bloccano la visuale. Accanto a case con intonaco rozzo si fanno notare alcune abitazioni con le romanelle e la pietra che conserva il tocco di maestria artigianale.
Monumentale ilSantuario di Santa Maria di Bisaccia, con l’ampia scalinata., la bella facciata e la cupola in stile neoclassico, edificata nel 1811 in sostituzione di una piccola cappella.
È un luogo di incontro dei Monteneresi e di devota partecipazione alla processione che accompagna il quadro della Madonna, ritrovato, secondo la tradizione popolare, da un pastorello in una grotta tufacea.
Dall’altura costeggiata dal tratturo Centurelle–Montesecco la vista spazia sulle propaggini appenniniche con spettacolari forme calanchive che denunciano la difficoltà del terreno a prendere e mantenere l’humus, un sito riconosciuto di Importanza Comunitaria e quindi tutelato.
Non distante la Grotta della Madonna che custodisce materiale fossile la cui origine risale al Miocene Superiore secondo la stima del dipartimento di paleontologia dell’Università di Napoli.
Nella contrada Montebello, in posizione dominante sulla foce del Trigno, permangono i resti di una Torre a pianta quadrata edificata nel sec. XIII sui ruderi di un castello, per rafforzare la difesa dagli assalti che venivano dal Mare.
Buona la tenuta demografica; il benessere è legato, nel passato, al vasto impianto industrialecomprensivo di mulino, oleificio, pastificio, lanificio e centrale elettrica, nel presente, alla produttiva attività agricola ed all’espansione dell’offerta Turistica, favorita dal felice connubio mare-collina.


MONTENERO DI BISACCIA
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MONTENERO DI BISACCIA - COOP IL NOCE
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COOP IL NOCE
(agro del comune di Petacciato)
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COOP IL NOCE - SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI
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SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI
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Petacciato


Latitudine: 41° 58′ 0′′ N
Longitudine: 14° 57′ 0′′ E
Altitudine: 169 m s.l.m.
Superficie: 1 0 km²
Abitanti: 1220
Densità: 111 ab./km²

Petacciato, il terrazzo del Molise, poggiato a quota 225 m s.l.m. tra distese floride di varie colture, offre una bella vista sul mare da Vasto, all’arcipelago delle Tremiti, al promontorio del Gargano e sul contesto montano molisano e abruzzese con la splendida Maiella.
Mare, pineta, collina, un insieme gradevole che offre ospitalità a quanti cercano il mare, ma anche la salutare aria collinare; è questa la nota vincente di Petacciato che presenta un sensibile incremento demografico anche grazie allo sviluppo turistico favorito dall’ampia spiaggia e dalla confortevole pineta e potenziato da una discreta disponibilità logistica con l’utilizzo delle vecchie case e con la costruzione di nuovi complessi che emergono come strutture dal vivace colore con unità abitative rispondenti alle richieste dei villeggianti.
Un viale ombroso di pini e di palme conduce in un ampio spazio, dove Scuola, Comune ed una Chiesa moderna rappresentano il nuovo centro culturale - amministrativo, mentre l’indicazione Borgo invita a perlustrare l’antico.
Un belvedere con vista sul mare offre una vista gradevolissima e la piazza Belgioioso si fregia di un gioiello dell’ XI – XII sec.,la chiesa di San Rocco tutta in mattoni: la facciata si fa ammirare nella sua linearità fregiata da una teoria di archetti e da un timpano in cui è collocata una piccola nicchia con la Madonna. La bellezza globale dell’edificio è compromessa, purtroppo, da case che si addossano al monumento chiudendo la visuale delle absidi e della Torre campanaria. Davvero bello l’interno a tre navate con colonne ed archi rivestiti da mattoni; di particolare suggestione è la Cripta a quattro navate con volta a crociera.
Il palazzo ducale in restauro ed alcune case private ben ristrutturate con il recupero delle parti in mattone e con l’intonaco vivacizzato da colori pastello sono segno di una rivitalizzazione che va interessando anche il centro storico.
Petacciato deve la sua prosperità e tenuta demografica alla mentalità aperta ed imprenditiva dei Petacciatesi . Ne sono un buon esempio le48 attività industriali, tra cui la Fornace e l’Azienda Di Vaira che è un fiore all’occhiello molisano.
Nato come centro di educazione e di formazione dei futuri agricoltori, ha un’estensione di 500 ettari, un centro polivalente con colture varie, allevamento del bestiame e lavorazione dei prodotti caseari, centro all’avanguardia nella sperimentazione e nella produzione biologica.

 

 

San Giacomo degli Schiavoni


Latitudine: 41° 1′ 0′′ N
Longitudine: 14° 52′ 0′′ E
Altitudine: 225 m s.l.m.
Superficie: 34 km²
Abitanti: 3488
Densità: 100 ab./km²

Un ampio viale introduce nell’abitato di San Giacomo degli Schiavoni: l’impressione è di ordine e dignitoso benessere.
La visuale è ampia: lo sguardo si posa sulle distese collinari tappezzate di seminativi e vegetazione arborea e spazia lontano verso gli Appennini e sul mare per un raggio amplissimo che va da Vasto al Gargano.
Una delle tre antiche porte resta a testimonianza del tempo in cui le mura proteggevano l’abitato dalle scorrerie piratesche e le tre porte, che si chiudevano al tramonto, custodivano la pace notturna dagli assalti dei briganti.
La porta, sovrastata da una struttura con orologio rappresenta il sito di incontro, di discussioni, di festa, un luogo con quattro secoli di Storia, dove da sempre i Cittadini si danno convegno, sott u rlogg.
La Comunità più antica residente nella Contrada delle Piane, intorno ad una cappella rurale dedicata a San Giacomo Apostolo, costituisce il primo nucleo abitativo che, però, è decimato dal terremoto del 1456; dell’abitato restano ruderi, solo in parte visibili.
I pochi sopravvissuti, sette famiglie, si trasferiscono su un’altura dove sette grotte scavate nella roccia di tufo offrono loro riparo e danno vita ad una piccola Comunità che tuttavia resiste poco.
Nel 1564 alcune famiglie di Schiavoni, venuti dall’Istria per sottrarsi alla persecuzione turca, diventano assegnatari di terreni da coltivare dietro pagamento di canoni; lavorano molto e bene in modo da far prosperare la nuova Comunità.
La Chiesa di San Giacomo ed il suo territorio, sin dal XIII sec. appartiene all’Università di Guglionesi; successivamente viene concessa dal Papa Bonifacio VIII ai Cavalieri Gerosolimitani e nel XIV sec. è assegnata alla Mensa vescovile di Termoli. Il Vescovo di Termoli, quindi, assume anche il titolo di Barone e fa costruire Il Palazzo, la sede del Vescovo-Barone, dove periodicamente si recano i Coloni per versare la Traggeria, il canone da pagare su tutti i prodotti della Terra.
La vessazione continua, nonostante vari tentativi per liberarsene, fino al 1965, quando una petizione popolare, su iniziativa del Sindaco Tullio Alberto di Lena, ne chiede l’abolizione secondo la legge del 1964 sull’affrancazione dei Canoni.
Il detto popolare Tre Case e due Religioni sottolinea la presenza dei Valdesi che, agli inizi del ‘900, trovano facile diffusione nella Comunità sangiacomese, la quale si sente oppressa e non rappresentata religiosamente dalla baronia del Vescovo di Termoli. La donazione di un terreno consente l’edificazione di una Chiesa Valdese che si realizza, nonostante la ferma opposizione della Chiesa cattolica, provocando divisione e contrasti talora violenti tra i cittadini di diversa fede religiosa.
Maria Santissima del Rosario ha una bella architettura del XVIII sec. costruita sui resti di un precedente luogo sacro.interessante la Torre Campanaria di stile romanico, rivestito di mattoni a spina di pesce.
Da notare l’ampio uso di mattoni nella zona costiera, prodotto del materiale locale e dell’opera solerte delle fornaci.
A due chilometri dall’ abitato, sono stati portati alla luce i resti di antichi edifici tra cui una Villa Rustica Romana costruita tra il V ed il IV secolo prima di Cristo, di cui sono ben conservati alcuni pavimentati, una cisterna ed una fornace.
La storia del nome San Giacomo degli Schiavoni manifesta la perfetta integrazione del popolo slavo, la sua volontà di non rinnegare le origini e conservarne il ricordo nel Toponimo: infatti il nome più antico, Casale San Giacomo, assume l’appellativo di Schiavone con decisione del Consiglio Comunale 12/12 1863, con Regio Decreto del 04/2 1864, per onorare la stirpe dei fondatori. Questo nome è stato accanitamente difeso e conservato, nonostante i tentativi di cambiarlo, nel 1940, quando si propone in nome San. Giacomo Maggiore e nel 1952 quando si propone il nuovo nome di San GiacomoAdriatico.

 

Copyright: A.C. "La Terra"

Editrice de la vianova, periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della manifestazione naturalistica e socio-culturale cammina, Molise!