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"CAMMINA,
MOLISE! 2000"
di ENZA SANTORO
(Campobasso) |
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“CAMMINA,
MOLISE! 2000”
Una testimonianza
Enza Santoro Reale
È la
prima volta che prendo parte alle escursioni
di “cammina, Molise!”, un’iniziativa giunta ormai alla sesta edizione, che già da qualche anno mi suggestionava per il nome accattivante e che, quest’anno, ho desiderato sperimentare direttamente, da quando gli amici dell’A.I.I.G.
me ne hanno illustrato il pregio.
Nata,
forse per scommessa, dall’amore per la propria terra di alcuni Duroniesi residenti a Roma, l’iniziativa si è concretizzata, il primo anno, con un percorso podistico di quattro giorni, che ha portato gli audaci avventurieri da Roma a Duronia, ripercorrendo le piste dei padri; si è poi arricchita, nelle diverse edizioni, di esperienze ed efficienza, sino ad acquistare risonanza sovra regionale; l’edizione di quest’anno,
infatti, ha visto la partecipazione entusiastica
di molti Molisani che vivono altrove, ma anche
di un folto numero di non Molisani.
(LEGGI TUTTO)
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DEVONO ESSERE I NOSTRI PAESI AD INIZIARE ALL'ARTE I NOSTRI GIOVANI
di ANGIOLINA GIUDITTA
(Termoli) |
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DEVONO ESSERE I NOSTRI PAESI AD INIZIARE ALL'ARTE I NOSTRI GIOVANI
di Angiolina Giuditta
È così anche
la VI Edizione del “cammina, Molise!” è andata.
Vi
ho partecipato col solito entusiasmo perché mi
piace camminare, mi piace rincontrare vecchi
amici e mi piace conoscere nuovi paesi.
A proposito di questi ultimi, vi devo proprio
ringraziare perché tramite voi sto
conoscendo paesi che, essendo fuori dai miei
soliti itinerari, forse non avrei mai conosciuto,
e mi accorgo invece che sono interessanti
e che vale la pena dedicar loro qualche visita.
Mi vengono in mente le Chiese, i quadri del
Gamba, i Castelli, le Croci Viarie e mi fermo
qui per non allungare l’elenco.
Mentre visitavamo i paesi mi chiedevo: perché non siamo stati iniziati alla storia dell’arte
partendo dalle nostre Chiese, dai nostri
portali, dai nostri castelli?
Come sarebbe stata diversa la nostra formazione
e forse anche il nostro modo di rapportarci
alla Regione se l’avessimo conosciuta
un po' meglio!
Diciamoci la verità, un certo complesso ce lo siamo portato appresso e non ci ha fatto apprezzare tutto quello che di buono avevamo in zona. E così tutte le volte che volevamo vedere opere d’arte
siamo andati fuori.
Ma questa specie di complesso si è esteso anche in altri campi dell’attività umana per cui o per necessità o per seguire un certo filone si è andata
fuori regione.
Tornando ai paesi, abbiamo trovato sindaci
e Giovani pieni di entusiasmo, che ce la
stanno mettendo tutta, perché i loro
paesi tornino a ripopolarsi, che il Molise
viva e che le tradizioni si tramandino ancora.
Ma tutto questo non basta, occorre prima di tutto il lavoro.
Bene, diamo una mano a questi giovani con
la nostra disponibilità e con qualche
idea fattibile.
Caro capo redattore, aspettiamo anche te per un contributo proficuo!
Ciao.
P.S. Voglio segnalare agli amici de “la vianova”, un libro pubblicato quest’estate
dalla Iannone Editore di Isernia:
“Nei cantieri di Toronto” di Franco Colantonio, un emigrato molisano
di Montorio nei Frentani.
È un libro di grande umanità, sensibilità e giustizia sociale.
È interessante da un punto di vista storico perché l’autore parla della sua giovinezza negli anni trenta e quaranta e quindi dell’Italia di quei tempi e da un punto di vista umano e sociale perché parla dello stato d’animo, dell’emigrante,
del lavoro e delle lotte che ha dovuto sostenere per vedere riconosciuti i propri
ed altri diritti.
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SUGGESTIONI MILISANE
di SILVIO VITONE
(Roma) |
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SUGGESTIONI MOLISANE
Di Silvio Vitone
Agosto
2000: per la quarta volta consecutiva ho
partecipato al “cammina, Molise!”. Ormai posso considerarmi, a buon diritto, un veterano di questa manifestazione e mentre aspetto che venga istituito un riconoscimento per i fedelissimi, mi lascio solleticare dall’idea di ripercorrere (e qui riproporre) i momenti più significativi
della mia passata esperienza nelle contrade
molisane.
Ma
a furia di ripensarci mi accorgo che le
mie migliori intenzioni si arenano nelle
difficoltà di elaborare una ricostruzione complessiva di fatti e personaggi e poi l’operazione mi appare di undiscutibile gusto “retrò” e mi fa pensare ad una certa letteratura sul “come eravamo”. Ripiego allora sulla prospettiva, non del tutto affascinante, di muovere alcune critiche, costruttive si intende, sull’organizzazione
e sugli obiettivi non sempre raggiunti.
Le
critiche, però, rischiano di essere recepite come un mancato riconoscimento dell’impegno (ed anche della diligenza e capacità)
di tanti volontari.
Potrei
allora muovermi nell’ottica di elaborare proposte migliorative, ma anche in questo caso non è difficile incappare nelle secche dell’ingenuità o
in quelle della presunzione di avere in
mano la soluzione di tutti i problemi.
Ma insomma in quale terreno posso affondare il mio aratro?
La
risposta mi viene più facile quando mi lascio alle spalle: le velleità di analisi sociologiche, gli intendi di carattere culturale, i progetti di rinascita, le ricerche sul folklore, i ricordi sulle mie origini molisane, ogni studio di carattere storico – archeologico
sui Sanniti.
Per
me il “cammina, Molise!” rimane un viaggio nella memoria e nell’immaginario.
Debbo
solo farmi trasportare da quel fiume umano
di magliette verde bottiglia, che cammina
su tratturi, sterrate e campi per ritrovarmi
in una dimensione così lontana dalle mie consuete realtà metropolitane.
Sotto
il sole impietoso di agosto, quando la
sete non viene lenita nemmeno dalle bottigliette
del provvido Santino e le gambe non reggono
più il peso dei chilometri, si consuma la catarsi del piccolo impiegato e posso immergermi (rinnovato nello spirito?) in quell’ambiente
di valli ampie e silenziose, di orizzonti
sconfinati, punteggiato di paesini bianchi
sullo sfondo di terre bruciate.
Ed
allora la Morgia di Pietracatella può sembrarmi
come un lembo di Arabia e nel guado del Biferno
posso immaginare le imprese dei Bulgari che
guidati da Alczeco imperversavano in queste
contrade sul finire del settimo secolo. |
"OGNI
ANNO TORNO CON LA MIA FAMIGLIA A RIVISITARE
I LUOGHI DELLA MARCIA "
di ALBERTO ALBERTI
(Trieste) |
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"OGNI
ANNO TORNO CON LA MIA FAMIGLIA A RIVISITARE
I LUOGHI DELLA MARCIA "
Egregio architetto,
sono già due anni che partecipo all’iniziativa “cammina, Molise!” promossa
dalla Sua associazione e da Lei coordinata.
Già lo scorso anno ero rimasto molto soddisfatto di avere preso parte al programma per il valore dell’iniziativa e per le modalità di esecuzione. Quest’anno ho notato che l’organizzazione è migliorata
forse per la maggiore esperienza acquisita.
I punti forti di “cammina, Molise!” sono certamente la bellezza dei luoghi che ci fa conoscere, ed anche i loro valori culturali ed artistici che vengono sapientemente messi in luce. Voglio però sottolineare
i valori umani della regione che vengono
scoperti. Credo che soprattutto per
queste caratteristiche la Vostra iniziativa
dovrebbe essere presa ad esempio anche
da altre regioni.
Come l’anno scorso, dopo avere partecipato ho effettuato un viaggio negli stessi luoghi con la mia intera famiglia, che, grazie alla mia “esperienza”, ha potuto godere appieno della vacanza in quelle belle località del
Molise.
Possa questa mia lettera incoraggiarVi a continuare.
Sentiti ringraziamenti ed i migliori saluti
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"IL
TOP DELLE MIE VACANZE NELLA TERRA
D'ORIGINE"
di ORLANDO ABIUSO
(Legnano)
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"IL
TOP DELLE MIE VACANZE NELLA TERRA D'ORIGINE"
Caro
Giovanni, devo dirti tutto il mio grazie
per la provvidenziale opportunità che mi hai dato, di immergermi “full” nelle
cose molisane, con il tuo “cammina, Molise 2000!”.
La provvidenza in sostanza esiste, ma non è divina: è la
contingenza spazio-tempo che si mescola con gli input emotivi-sensoriali
di ciascun soggetto, e se ci sei o non ci sei in un luogo,
ad un avvenimento, dipende dalle tue scelte!
Risultato per me: due giorni dopo essere sbarcato nel Molise
(il 6 agosto alle ore 23 circa a Tufara). Mi sono ritrovato
a Jelsi, ore 8.30, alla punzonatura per l’avvio di “cammina, Molise 2000!”,
il top delle mie vacanze nella terra di origine!
È vero che mi sono beccato, nello stesso luogo, anche una contravvenzione automobilistica con tanto di verbale verde infilato sotto il tergicristallo del vetro anteriore della mia automobile…ma questa è un’altra storia, che ti ho già raccontata
ed inviata per posta.
Mi ha telefonato poco fa Rocco Cirino, sorprendendomi mentre
mi leggevo l’ultimo numero de lavianova ricevuto
a Jelsi, apprezzandone icontenuti, l’impaginazione,
tutto.
Un giornale così meriterebbe più fortuna e diffusione, nel Molise! ma forse…si può fare.
Il tuo pezzo-editoriale, che non avevo ancora letto, dice
le stesse cose che io vado esprimendo sulle pagine del mio
neonascente libro di cui sai, che ora vorrei intitolare: “cammina, Molise! Non ‘vva ‘bbene così”. (Forse esce quanto prima, per i tipi della Tipografia editrice lampo di Campobasso. Ho già in agenda un appuntamento decisivo per il 2 ottobre prossimo. Pensavo, tra me, qualora l’affare non andasse in porto, che il libro potrebbe essere perso in carico dall’Editore
de “la vianova, l’Associazione culturale “la Terra” di
Duronia, per farne uno strumento di battaglia onde smuovere
le acque metiliche molisane e depurarle!).
Ti mando i capitoli più attinenti alla linea de “la vianova”: se mi chiami per telefono, sarò lieto di discutere insieme come utilizzare questo materiale che ti invierò subito
per posta prioritaria.
Ciao, grazie, a risentirci.
Orlando Abiuso, molisano di ritorno.
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"LA
STANCHEZZA MI HA GIOCATO UNO STRANO
SCHERZO "
di GINO LANCIANESE
(Roma)
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Cari amici di "Cammina,
Molise!", eccomi
a voi con questa lettera a descrivere
la mia impressione su questa manifestazione
a cui con quest’anno ho partecipato
per la seconda volta.
Ormai penso che mi conoscerete non solo come suonatore di organetto ma come persona allegra e molto sincera.
Sono
stato felicissimo di rivedere tutti quei
visi stanchi ma sorridenti e sono stato
un po' deluso per non aver rivisto quelli
che mancavano, specialmente l’amico di Campobasso che lo scorso anno mi regalò la maglia all’arrivo
a Duronia.
È stato
molto bello ed interessante scoprire
paesi nuovi e i loro abitanti molto cordiali.
Stare
insieme per quattro giorni significa
avere la possibilità di scoprire anche dei “personaggi” tra i camminatori: quest’anno per esempio ne ho scoperto uno molto simpatico che sapeva cantare, non ricordo il nome ma è il
sindaco di Pietracupa.
Il
percorso è stato molto lungo e duro al punto tale che la stanchezza mi ha giocato un brutto (o bello?) scherzo: mi pare che era la quarta tappa di km 29, all’arrivo in albergo ero sfinito dalla stanchezza ho sbagliato stanza e sono entrato dentro la stanza di una signora anche lei molto stanca, che non riconoscendomi mi ha fatto entrare scambiandomi per suo marito. Dell’errore
ce ne siamo accorti la mattina a colazione.
Vi ringrazio per la premiazione che mi ha commosso tanto. Un elogio agli organizzatori che saluto insieme a tutti i camminatori. Un saluto particolare al prof. Lucarelli che si dedica con tanto amore. Un saluto caro infine a Franca e Maurizio.
A
quelli che mi chiedono di quante stelle
era l’albergo dove alloggiavamo rispondo che a Campobasso la sera era sempre nuvoloso e di stelle non ce n’era
nemmeno una.
Per ultimo un grazie ai cavalieri Tridentini che hanno dato lustro alla manifestazione.
Un abbraccio dal vostro Gino Lancianese.
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