Edizione 1997

 

Il Percorso

PIETRABBONDANTE (IS) - CAPRACOTTA (IS)

Le Caratteristiche

- lunghezza Km 25
- tempo percorrenza ore 9
- quota partenza 750 m. slm
- quota arrivo 1420 m .slm

IL RACCONTO

a cura di
CLAUDIO DI CERBO


ALBUM

a cura di
ALFREDO CIAMARRA
e
GIOVANNI GERMANO

L'ITINERARIO

Diario di un viaggio a cavallo nell'alto Molise

a cura di
LINO MASTRONARDI

Un percorso fra storia e natura, uno spazio geografico in cui gli elementi si compenetrano, e reso piacevole con la degustazione della gastronomia locale.

Lunghezza: Km. 25
Quota di partenza: slm. 750
Quota di arrivo: slm. 1420
Tempo di percorrenza: ore 9
Difficoltà: per escursionisti

Pietrabbondante è conosciuta a livello internazionale per la zona archeologica e soprattutto per il teatro sannitico, dai sedili anatomici e dalla acustica eccezionale che è utilizzato per rappresentazioni teatrali di pregio. Poco distante, a circa due chilometri vi è un fazzoletto di terra, appartenente amministrativamente a Pescolanciano, poco conosciuto localmente ma apprezzato a livello mondiale; fa infatti parte del programma MAB sotto l’egida dell’Unesco. Si tratta di un magnifico bosco di maestosi abeti bianchi trasformato in riserva orientata: è Collemeluccio uno dei due nuclei che compongono la riserva.
L’Azienda delle Foreste Statali, dimostrando gentilezza, ha accompagnato la numerosa comitiva per l’intero tragitto all’interno della riserva di Collemeluccio. Varcata la sbarra, alzata per l’occasione, inizia una camminata di circa due ore fra piante maestose, prima lungo una stradina sino alla sorgente, poi attraverso un sentiero appena accennato. Dopo esserci dissetati, oltrepassata una radura, non più coltivata e in cui il bosco si sta ampliando, la fila di oltre un centinaio di persone, in perfetto silenzio in ascolto delle illustrazioni botaniche del personale del corpo forestale e del Professore Lucarelli,vice presidente dell’AIIG, veterano ma alla ricerca ansiosa della “belladonna”. Dribblando gli alberi, ora il bosco è misto e il sottofondo di soffice muschio, si giunge allo scalandrino che è segno che si è giunti al limite della riserva.
Al di là c’è la traccia del tratturo Celano-Foggia in cui scorre attualmente la strada provinciale; la fila si ricompone trasformandosi in gruppi che occupano la sede.
Si va in direzione di Staffoli. Sulla sinistra l’ampia distesa di prati, con bovini al pascolo, tappezzata da rotoballe, che rendono evidente come la meccanizzazione e come il nuovo modo di fare zootecnia, coesistendo con quello tradizionale, producono degli ottimi caciocavalli e latticini in tutto l’Altomolise.
A Staffoli la sosta è presso l’azienda che utilizza il grosso edificio ed il pianoro sino a qualche anno fa intatto; splendido in primavera per l’intenso colore giallo dovuto alla fioritura del pascolo. E’ una delle aree attrezzate per l’equitazione che, sempre più numerose, si vanno realizzando in particolare nell’altissimo Molise.
Appare poco dopo Vastogirardi, arroccato attorno al castello di Giusto Girardi. Rita Di Benedetto, consigliere comunale e presidente della pro-loco, ci fa da guida con perizia attraverso le stradine in salita lungo le quali si snoda come un bruco verde la lunga fila sino a quando, oltrepassata una delle porte d’ingresso del castello, si giunge nel piazzale interno in cui sembra di essere ritornati indietro nel tempo.
Il portico della chiesa di S. Nicola di Bari, le due porte contrapposte, le strutture ed i paramenti dei fabbricati, la fontana costituiscono un insieme particolarmente suggestivo. Qualche decennio or sono è stato demolito anche il vecchio, ma una volta utile, serbatoio idrico che svettava come un secondo campanile ma che deturpava l’aspetto.
Fulvio, il Sindaco, si è fatto perdonare di avere dimenticato la giusta data dell’appuntamento, con abbondante gustazione, sulle gradinate della chiesa, dei prodotti locali annaffiati da un buon vino che usciva dalle fresche cantine della corte medievale. Altrettanto gradita, soprattutto per la componente del gentil sesso, la visita alla mostra mercato dei lavori e tessuti nella ex chiesa della Congrega.
La sosta è stata più lunga del solito perché interessante. Si riparte e dopo una breve camminata si arriva alla zona archeologica di Piana S. Angelo, ove si ammira il basamento di un tempio di epoca sannitica, riscoperto qualche decennio fa, che fa parte di una zona archeologica ancora da valutare sia per importanza che per vastità.
Da Vastogirardi a Capracotta ci separa il complesso della cime di Monte Capraro, m.1730 slm, Monte Civetta e Monte Cavallerizzo; sono alture ricche di storia e di testimonianze. Si ritiene che in un vecchio convento su Monte Capraro sia nato il dialetto molisano, come testimonia il documento detto di frate Ruele.
Su questo monte rimangono resti di epoca medievale, mentre su Monte Cavallerizzo i resti di mura sannitiche. La fortificazione che dominava il versante sul Sangro era protetta dalle mura su Monte Miglio di S. Pietro Avellana che, seppure previsto, non è stato possibile raggiungere, visto il protrarsi delle soste ed il sopraggiungere della sera.
Dopo un tratto della stradina “panoramica”, la scalata è affrontata da quasi tutti gli escursionisti al ritmo abbastanza sostenuto impresso da Rita lungo le balze ricoperte da prato di questo versante. In breve si raggiunge la “sella” fra Monte Capraro e Monte Cavallerizzo, un passaggio chiamato la Crocetta o la Forcatura.
Il panorama si apre ampio: sulla sinistra il Matese, in basso, nella vallata il centro storico di Vastogirardi, il tracciato del tratturo, sullo sfondo il complesso della cartena delle Mainarde, della Meta, dei Monti alle spalle di Roccaraso e sulla destra le cime della Maiella al di là della vallata del fiume Sangro, confine naturale fra Molise e Abruzzo.
Si scende, fra boschi di faggio, presenti su questo versante, lungo una stradina carrabile dal fondo erboso verso Capracotta che appare nei tratti in cui qualche piccola radura si apre fra la folta vegetazione.
All’uscita del bosco la comitiva si ricompone anche con i cavalieri che effettuano lo stesso tragitto ogni giorno anche se con qualche variante di percorso, per raggiungere l’ingresso del paese, dove il gruppo viene accolto con la innata schiettezza e gentilezza dai componenti l’Amministrazione, dalla pro-loco e dal “notaio” (l’Amministrazione comunale ha già tempo intrapreso la valorizzazione del territorio per mezzo della sentieristica con la redazione di una guida e la segnatura dei tracciati). E’ ormai giunto l’imbrunire e con piacere ci si siede alla tavolata organizzata con la consueta ospitalità per gustare tra le altre squisite pietanze la “pecora del cotturo”, il consueto pasto dei pastori.
Si può affermare che è stata una tappa in cui si è potuto apprezzare un ambiente naturale reso più piacevole dalla degustazione della gastronomia locale, anche questo patrimonio culturale e dalla conoscenza di testimonianze storiche ed ambienti naturali incantevoli.

 

Appena dopo pranzo (effettuato presso l’Agritrekking di Maranconi gestito da Nicola Mastronardi), selliamo i cavalli e ripartiamo per Capracotta. Oliver si avvia con noi. Il Terranova arriva fino alla contrada “Montagna” di Agnone, poi si ferma e non lo vediamo più. Ho saputo poi che è ritornato indietro e alle 7,30 circa è stato investito da in mercedes sul viadotto! E’ morto sul colpo. Ho esposto denuncia di smarrimento, ma i carabinieri mi hanno riferito dell’incidente, per cui ho dovuto denunciare il fatto di nuovo all’assicurazione.
Bellissima galoppata sulla prateria di Montagna fiorita. Passiamo Colle Prechesciana e quindi valichiamo il passo della Crocetta a 1.600 mt. S.l.m.. Scandiamo al bivio della S. P. per S. Pietro Avellana dove arriva, con circa 1,5 h di ritardo, il resto del gruppo del Cammina, Molise!
Sono 150 circa i marciatori. Entriamo a Capracotta in perfetto schieramento con tre cavalli neri, tre bianchi, tre cavalli di mantello maio ed i marciatori dietro. La gente applaude, dimostrando un’ottima accoglienza.
Dopo aver attraversato Capracotta ci dirigiamo con i cavalli verso la pineta del campo sportivo dove abbiamo magnificamente sistemato i cavalli. Ho dormito con loro, come sempre. E’ stata una bellissima e quieta nottata. Verso le 10,30 è venuto a cercarmi zio Mario, fratello di mamma Erminia. Ho accompagnato lui ed il genero nella notte fino a Capracotta. I cani mi hanno subito avvisato della loro presenza. Avevo trasportato in precedenza, con la Defender 90 ed il carrello, il fieno, la biada e le copertine per i cavalli.
Abbiamo percorso 30 Km. circa.

 

 

 

 

 

 

 

editrice de la vianova, periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della manifestazione naturalistica e socio-culturale cammina, Molise!