EDIZIONE 1999

 

Siamo al quinto anno che “La Terra” organizza questo piacevole “ tour de force” fra i territori ed i paesi, sinora principalmente della provincia di Isernia, attraversando paesaggi estremamente vari così come gli interessi culturali e le attrattive naturali.

Il territorio interessato si presenta con caratteristiche morfologiche ed orografiche diverse da quello degli anni precedenti, a testimonianzadi come unaporzione del Molise possa offrire ai frequentatori emozioninon usuali e un nuovo modo di frequentarlo al di fuori dei soliti schemi.

E non si tratta di azioni da “superman” percorrere i chilometri giornalieri, vista la attiva partecipazione di persone di una“certa” età e con abbigliamenti a volte un po’ troppo“casual” , per la mancanza di scarpe adatte, o a volte senza abbandonare l’eleganza, anzi con qualche graziosa civetteria tanto per non far passare inosservato la partecipazione femminile.

Non si sono toccati i 1500 metri di Monte Campo, raggiunti nell’anno 1997, quando il tracciato interessò i territori del Molise altissimo, non si sono attraversatii più dolci versanti pedemontanidel Matesecampobassano e le più dolcicolline del circondario isernino, ma il tracciatoha voluto rendere omaggio alla bellezza di quelli del Parco Nazionale D’Abruzzo sul versante molisano delle Mainarde.

Siamo in un territoriopiù instabilesotto l’aspetto idrogeologico che, anche quando non così selvaggio rispetto a quelli precedentemente percorsi, talora presenta difficoltà per attraversarlo. Volendo seguire un percorso a mezza costasi incontrano difficoltà di vario genere, causate da versantiin cuisono sviluppatii fenomeni torrentizi e la percorribilità pedonale èinfluenzata dall‘attualescarsa utilizzazione del territorio una volta agricolo.

Vaste fasce sono, infatti, in stato di abbandono, non più coltivate ed il prevalere o il riformarsidella macchia mediterranea ha favorito quel processo di rinaturalizzazione spontanea con l’abbandono di pascoli e coltivi e la diffusione di piante pioniere quali il biancospino, il prugnolo, il rovo…

La difficoltàdi transitarvi, anche se non evidente, è data dallarealtà, perché è molto più facilepercorre ed orientarsi in territori, ad esempio con faggete o inun bosco di alto fusto che presentano un sottoboscopiù “pulito”, anziché framacchiedi rovi cioè fra terreni invasida sterpaglie.

Anche, ad esempio, nel caso di Cerro al Volturno, il cui territorio è ampiamente antropizzatocon più di unadozzina di frazioni, si trova difficoltà a percorrerlo poiché gli antichi sentieri sono stati abbandonati, non più utilizzati per raggiungere i campi anch’essi in lento abbandono nella zona più “sconnessa” idrogeologicamente.

Dal punto di vista culturale non sono mancatiinteressi pari a quelli degli anni precedenti congli importanti siti dell’Abbazia di S. Vincenzo al Volturno,dell ‘antico borgoabbandonato di Rocchetta Vecchia , della ricchezza dimonumenti di Venafro, del piccolo nucleo di Roccapipirozzi, del castellodei D’Alessanfro di Pescolancianoo di testimonianze minori ma altrettanto pregne di storia, quali la Chiesa di S. Maria delle Grotte , la torre di guardia di Rocchetta, il Castello di Cerro al Volturno.

Lungo i tracciati tratturali , anch’essi monumenti storici, non sono mancate le testimonianzedi epoca sannitica: A Forlì del Sannio , a Carovilli, a Pescolanciano con Santa Maria dei Vignali, a Chiauci,a Civitanova del Sannio ed a Duronia.

Sotto l’aspetto ambientale enaturalistico non sono mancati interessi e spettacoli affascinanti : teniamo presente che siamo in territori interni odai margini dell’area del P.N.A. ,i cui confini sono statiampliati con decreto del 1990 ai comuni di Rocchetta al V., ScapoliCastel S. Vincenzo e Filignano.

In effettiè stato attraversato tutto il basso Molise ,dal fiume Volturno al limite campano , risalendo sino alle sorgenti , per poi“tagliare il territorio della provincia di Isernia, e giungere al tratturo Castel di Sangro - Lucera ed utilizzarlo come tracciato sino al punto di arrivo a Duronia.

Da ricordarefra ivaloriambientaliilletto del Rio Chiaro,i boschi al di spora di Pozzilli e quelli di Cerro al V. , Monte Ferrante di Carovilli ed il bosco di cerri secolari di Monte S. Onofrio diChiauci , il Monte Cesima con l’areaWilderness sul versante campano ,area da salvaguardare , anche sul nostro versante , come proposta da Italia Nostra per l’aspetto paesaggisticodato dal colore rosache assume nel periodo della fioritura degli alberi di cercide

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Editrice de la vianova, periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della manifestazione naturalistica e socio-culturale cammina, Molise!