Siamo al quinto anno
che “La Terra” organizza questo
piacevole “ tour de force” fra i territori ed i paesi,
sinora principalmente della provincia di Isernia, attraversando
paesaggi estremamente vari così come gli interessi culturali
e le attrattive naturali.
Il
territorio interessato si presenta con caratteristiche morfologiche
ed orografiche diverse da quello degli anni precedenti, a testimonianzadi
come unaporzione del Molise possa offrire ai frequentatori emozioninon
usuali e un nuovo modo di frequentarlo al di fuori dei soliti schemi.
E
non si tratta di azioni da “superman” percorrere
i chilometri giornalieri, vista la attiva partecipazione di persone
di una“certa” età e con abbigliamenti a volte
un po’ troppo“casual” , per la mancanza di scarpe
adatte, o a volte senza abbandonare l’eleganza, anzi con
qualche graziosa civetteria tanto per non far passare inosservato
la partecipazione femminile.
Non
si sono toccati i 1500 metri di Monte Campo, raggiunti nell’anno
1997, quando il tracciato interessò i territori del Molise
altissimo, non si sono attraversatii più dolci versanti
pedemontanidel Matesecampobassano e le più dolcicolline
del circondario isernino, ma il tracciatoha voluto rendere omaggio
alla bellezza di quelli del Parco Nazionale D’Abruzzo sul
versante molisano delle Mainarde.
Siamo
in un territoriopiù instabilesotto l’aspetto
idrogeologico che, anche quando non così selvaggio rispetto
a quelli precedentemente percorsi, talora presenta difficoltà per
attraversarlo. Volendo seguire un percorso a mezza costasi incontrano
difficoltà di vario genere, causate da versantiin cuisono
sviluppatii fenomeni torrentizi e la percorribilità pedonale èinfluenzata
dall‘attualescarsa utilizzazione del territorio una volta
agricolo.
Vaste fasce sono, infatti, in stato
di abbandono, non più coltivate
ed il prevalere o il riformarsidella macchia mediterranea ha favorito
quel processo di rinaturalizzazione spontanea con l’abbandono
di pascoli e coltivi e la diffusione di piante pioniere quali il
biancospino, il prugnolo, il rovo…
La difficoltàdi transitarvi, anche se non evidente, è data
dallarealtà, perché è molto più facilepercorre
ed orientarsi in territori, ad esempio con faggete o inun bosco
di alto fusto che presentano un sottoboscopiù “pulito”,
anziché framacchiedi rovi cioè fra terreni invasida
sterpaglie.
Anche, ad esempio, nel caso di Cerro
al Volturno, il cui territorio è ampiamente
antropizzatocon più di unadozzina di frazioni, si trova
difficoltà a percorrerlo poiché gli antichi sentieri
sono stati abbandonati, non più utilizzati per raggiungere
i campi anch’essi in lento abbandono nella zona più “sconnessa” idrogeologicamente.
Dal punto di vista culturale non
sono mancatiinteressi pari a quelli degli anni precedenti congli
importanti siti dell’Abbazia
di S. Vincenzo al Volturno,dell ‘antico borgoabbandonato
di Rocchetta Vecchia , della ricchezza dimonumenti di Venafro,
del piccolo nucleo di Roccapipirozzi, del castellodei D’Alessanfro
di Pescolancianoo di testimonianze minori ma altrettanto pregne
di storia, quali la Chiesa di S. Maria delle Grotte , la torre
di guardia di Rocchetta, il Castello di Cerro al Volturno.
Lungo i tracciati tratturali , anch’essi monumenti storici,
non sono mancate le testimonianzedi epoca sannitica: A Forlì del
Sannio , a Carovilli, a Pescolanciano con Santa Maria dei Vignali,
a Chiauci,a Civitanova del Sannio ed a Duronia.
Sotto l’aspetto ambientale enaturalistico non sono mancati
interessi e spettacoli affascinanti : teniamo presente che siamo
in territori interni odai margini dell’area del P.N.A. ,i
cui confini sono statiampliati con decreto del 1990 ai comuni di
Rocchetta al V., ScapoliCastel S. Vincenzo e Filignano.
In effettiè stato attraversato tutto il basso Molise ,dal
fiume Volturno al limite campano , risalendo sino alle sorgenti
, per poi“tagliare il territorio della provincia di Isernia,
e giungere al tratturo Castel di Sangro - Lucera ed utilizzarlo
come tracciato sino al punto di arrivo a Duronia.
Da ricordarefra
ivaloriambientaliilletto del Rio Chiaro,i boschi al di spora
di Pozzilli e quelli di Cerro al V. , Monte Ferrante di Carovilli
ed il bosco di cerri secolari di Monte S. Onofrio diChiauci
, il Monte Cesima con l’areaWilderness sul versante
campano ,area da salvaguardare , anche sul nostro versante
, come proposta da Italia Nostra per l’aspetto paesaggisticodato
dal colore rosache assume nel periodo della fioritura degli
alberi di cercide