La mattinata
è dedicata alla visita dell'area protetta del "Torrente
Callora" che il Comune di Rocccamandolfi ha dato in gestione
all'Associazione Italia Nostra di Isernia.
La profonda spaccatura alle spalle dell'abitato, un territorio
selvaggio da Wilderness, si può frequentare con alcuni
sentieri sistemati e segnati; è un'autentica riscoperta
anche per gli abitanti del posto.
L'area si può frequentare con i primi tre percorsi
già segnalati grazie soprattutto all'opera di alcuni
soci di Italia Nostra, Michele, Enrico, Roberto che con grosso
lavoro hanno sistemato e reso agibile, solo per esperti e
per l'occasione, anche il sentiero più difficile con
la messa in opera di corde .
Un ambiente naturale che, proprio per le difficoltà
di accesso, non è cambiato affatto, anche se vicinissimo
all'abitato, rispetto alle prime frequentazione ormai circa
20 anni fa.
Ora la descrizione di due dei due sentieri che la comitiva
divisa in gruppi ha frequentato.
SENTIERO
1
IL Sentiero del castello
Tracciato facile
e suggestivo in ogni periodo dell'anno con la neve spesso
presente in inverno ed in estate per l'ombra offerta dai pini.
Il sentierino si svolge nel tratto centrale nella pinetina....
Si parte dalla parte bassa del paese presso la croce bizantina
protetta dal portico con arco a sesto acuto. Percorrendo stradine
e viuzze del paese con un po' di fatica si arriva nella parte
alta dell'abitato.
Sono da osservare con attenzioni piccoli particolari quali
i portali e, ancora presenti, i numerosi batacchi in ferro
fuso lungo le viuzze, la prestigiosa croce viaria, e le stradine
che hanno ancora una buona parte della pavimentazione in "seliciato"
di pietra bianca del posto.
Giunti in alto si continua per un poco sull'asfalto della
strada per Longano, la camminata non è monotona per
la bellezza del paesaggio e per la vista dall'alto dei tetti
dell'intero abitato di vecchia data ancora interamente in
coppi di argilla. Di fronte la mole del monte Miletto con
la fenditura del Vallone Grande e dei "Campanarigl".
Si lascia l'asfalto in corrispondenza del serbatoio e della
piccola area attrezzata dove ci si può soffermare per
osservare il panorama.
Al di sopra del manufatto del serbatoio inizia il sentierino
erboso in direzione del castello. Sporgendosi con cautela
in corrispondenza del primo spuntone roccioso, dove è
posizionato il segno topografico in acciaio inossidabile,
si ha la visione della profonda gola del torrente. Percorrendo
tornantini fra le piante di pini, che arricchiscono l'aria
del caratteristico profumo che penetra nei polmoni, si giunge
dopo pochi minuti al castello. Vi si può accedere percorrendo
la stretta rampa addossata alle murature e protetta dalle
torri. Nella zona interna alla muratura sono stati eseguiti
lavori di restauro. Dallo spuntone roccioso che sovrasta la
vallata si può osservare adesso quasi tutta l'area
naturale con il corso superiore del torrente ed la profonda
forra arricchita nel periodo primaverile, quando l'acqua è
abbondante, dalle numerose cascate visibili anche dal castello.
Ci si rende conto come il castello fosse imprendibile , osservando
da questo lato le alte e verticali pareti naturali.
Verso sud il gruppo del Matese e la cima del Miletto è
lì, vicinissima sembra quasi possibile toccarla quando
l'aria è tersa.
Al ritorno si percorre la traccia sul versante opposto fra
i prati a pascolo e ci fermiamo sulla provinciale in corrispondenza
del piccolo piazzale segnato da una semplice croce su roccia
posizionata in occasione di un pellegrinaggio.
SENTIERO 2
Il Sentiero dei Fringuelli
Il tracciato si sviluppa
a mezza costa del versante sul lato del castello utilizzando
per un breve tratto un vecchio sentiero realizzato in occasione
dei lavori di sistemazione idrogeologica con partenza dal
ponticello in pietrame che scavalca il torrente all'ingresso
del paese. Si percorre per un breve tratto la stradina bianca
ed al terzo tornante si imbocca la traccia appena accennata
sulla scarpata, si supera l'edificio del vecchio serbatoio
sino allo spuntone roccioso. Da qui inizia il bel sentiero,
ben individuabile, che ad una certa altezza con andamento
pianeggiante segue il corso del torrente, sistemato negli
anni '50 con muretti in pietrame a secco a valle nei tratti
in cui supera i piccoli fossi.
Si può percorrere il primo tratto con tranquillità
ammirando lo spettacolo delle acque limpide e cristalline
nelle conche.
La parte finale del sentiero non è adatta a chi soffre
di vertigini poichè corre su una cengia e dalla parte
a valle il terreno scende a picco.
Poco dopo il sentiero continua sulla destra sino al letto
del torrente nei pressi della sorgente d'acqua in alveo Capo
d'Acqua
Continuando sulla sinistra il sentiero termina al di sotto
del castello e prosegue con una traccia appena accennata sale
prima lungo il costone roccioso; in alto piante di leccio
abbarbicate sulla roccia e qualche sorbo montano sulle cengie
.
Qui è stato necessario fare un grosso lavoro di sistemazione
da parte dei soci di Italia Nostra Michele, Enrico e Roberto
ed apporre qualche corda per rendere più tranquillo
il passaggio sul burrone che adesso segue il corso del fosso.
Questo tratto attraversa prima il versante ricoperto da bosco
misto di carpini, leccio, ornello, maggiociondoli e nel tratto
finale di pini ed abeti.
La parte terminale del tracciato sale sino ad incontrare il
sentiero che conduce al castello oppure si percorre la strada
asfaltata.
Oltre questa diramazione, se dalla sorgente di capo d' Acqua
, superato il fosso, si prosegue per un sentierino erboso
a poca altezza dalla acque, fra il bosco di carpini, lo spettacolo
è
è ancora più suggestivo con lo scenario diretto
della serie di cascate e scivoli d'acqua fra le alte pareti
rocciose.
Si prosegue, con accortezza, sino ad incontrare il tracciato
che conduce a Masserie Scino, dopo aver osservato, ma solo
in pochi periodi dell'anno, sulla destra l'alto scivolo delle
acque della sorgente.
E' consigliabile percorrere il sentiero nei periodi in cui
non vi è la neve ed il ghiaccio.
Per il desinare ci
si ritrova puntuali alla " rotonda" del Parco Trainara
nella parte bassa del paese, ricca di acque e fontane dove
ci si attarda più del previsto.
E' necessario pertanto abbreviare il percorso eliminando un
pezzo di tracciato che avrebbe portato i partecipanti sino
a quota 1400 e che avrebbe interessato ambienti montani ricchi
di praterie di alture e visioni a 360 gradi dalle Mainardi,
al Miletto, alla valle del Biferno ed ai Monti della Maiella
.Ridiscendere poi con un tracciato ben segnalato, che fa parte
del sentiero Cercemaggiore Isernia, per giungere sino al Santuario
dell'Addolorata di Castelpetroso.
Raggiungiamo la chiesa in stile neogotica con il pullmann
e percorriamo il sentierino della Via Crucis lungo il quale
si snodano i bei gruppi bronzei, di ottima fattura...
Raggiunto Castelpetroso una inaspettata sorpresa ci accoglie,
anche se qualcosa era stata accennata precedentemente dal
sindaco Forte, magistralmente organizzata e diretta da Marino,
vigile non solo di professione ma di fatto, guardia tuttofare
dotato del dono dell'ubiquità e sempre impeccabile
nei rapporti.
Il vin brulè è accompagnato dai dolcetti locali,
ed il tutto è rallegrato dal ritmo suono del du -bot
magistralmente suonata da una ragazzina con una notevole esperienza.
La visita all'antico borgo inizia da Porta Catiello dove sorge
la chiesa madre con l'originale presepe in cui sono presenti
personaggi che indossano i costumi del Molise.
S. Angelo in Grotte si trova a circa 5 km e lo si raggiunge
facilmente percorrendo la strada provinciale poco trafficata,
accompagnati anche da Giancola che ci parla delle tradizioni
locali..
Una strada che permette di osservare il gruppo del Miletto
e la sottostante piana di Cantalupo e Bojano.
A S. Angelo in Grotte, qualche studioso ipotizza che abbia
dato i natali a S. Pietro Celestino, sede comunale sino all'anno
1955, attualmente posta a S. Maria del Molise che appare in
basso, Pisani, Bertone e Mucciarone hanno predisposto tutto
alla perfezione, e nemmeno la pioggia riesce a rovinare la
serata . L'avv Messere fa da cicerone per le vie del paese
curato nei particolari, con evidenziate testimonianze storico-culturali
anche quelle di minore entità e con reperti archeologici.
Abbiamo anche la possibilità di visitare la Cripta
in cui sono custoditi affreschi di scuola senese del periodo
medioevale, datati alla fine del 1300, che rappresentano le
sette opere di misericordia corporale.
La chiesa rupestre di S. Michele, ricavata in una grotta,
è un ambiente di grande fascino ed allo stato naturale,
all'interno c'è una piccola cavità per la raccolta
delle acque di stillicidio, sembra richiamare la legenda secondo
la quale scoppiò un temporale di inaudita potenza nel
momento in cui i fedeli si accingevano a portare fuori dalla
grotta la statua di S. Michele in processione . L'evento fece
annullare il tentativo e costrinse tutti al riparo nella grotta;
ora il temporale scoppiato costringe anche noi a trovare riparo
nella caverna.
Ma ciò non impedisce di apprezzare quanto è
stato fatto si prolunga con polenta, salumi, vino e dolci
locali per la preparazione hanno partecipato tutti gli abitanti.
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Una tappa
comoda piuttosto riposante rispetto alle precedenti.
Non posso dare testimonianza diretta della giornata perché
il Matese, da me tanto amato e desiderato, mi ha punita, invalidando
il mio piede poco abile ad evitare i sassi. Mordo il freno,
essendo privata di una splendida passeggiata. Mi limito ad ascoltare
il racconto infervorato di chi ha preso parte all'escursione
e godo della loro gioiosa avventura.
Il raduno nell'accogliente piazza di Roccamandolfi, la visita
al centro storico, nel labirintico intrecciarsi di scale e stradine,
l'ascesa alla superba Rocca, donde la vista si inebria, spaziando
tra l'arduo Matese protettivo e l'ampia vallata del Biferno,
ed il rientro in paese sono le attività antimeridiane
che alleviano il corpo e caricano la mente.
E' conveniente una pausa manducatoria, cui provvedono con solerzia
gli organizzatori, propinando l'ottimo pane con olio e pomodori,
un cibo sano e saporito che reintegra le energie, sì
che si parte con nuova lena alla volta di Cantalupo e di Castelpetroso.
Il passaggio nei pressi di Cantalupo, un luogo attivo della
transumanza, perché crocevia dei greggi che provenivano
da diverse direzioni, centro fieristico e produttore di lana,
le antiche taverne ed il tratturo offrono al Prof. lucarelli
ed al Prof. Cirino lo spunto per illustrare 'la transumanza'
e la sua valenza economica nei lunghi secoli in cui venne praticata.
Castelpetroso e quindi Sant'Angelo in Grotte offrono una calda
accoglienza; Sant'Angelo è particolarmente festosa: strade
imbandierate, cibi di ottima qualità, l'intero paese
partecipe ad un evento che porta vitalità ed allegria,
felice di vedere le strade liberate dalla monotonia del silenzio,
rallegrate da persone in cui la fatica del camminare rinnova
le energie e fa crescere il piacere di comunicare e socializzare.
Purtroppo non manca il terzo incomodo: una pioggia impetuosa
sconvolge la festa, disperde i partecipanti, lasciando delusi
gli ospiti, che avrebbero voluto onorare al meglio i marciatori
e protrarre la serata in allegra compagnia fino a notte inoltrata.
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