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CAMMINANDO
E
SUONANDO
di GINO LANCIANESE
(Roma) |
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CAMMINANDO E SUONANDO
Carissimi organizzatori,
mi
sono preso un po' di tempo per pensare,
riflettere e descrivere le mie emozioni
sul cammina,
Molise! prima di scrivervi.
Confesso
che quando il sig. Berardo Pietro mi invitò a
partecipare, non ero molto entusiasta, anzi
ero piuttosto per il no. Però l’amicizia
che mi lega a Pietro e a Franco Falasca mi
ha convinto a provare, dato che per me era
la prima volta.
Camminando
camminando ho incominciato a prenderci gusto
anche se era dura, anzi durissima. Ma per me,
che amo molto la natura e che vivo a Roma
da 50 anni a respirare tutto lo smog, ritrovarmi
a prendere una boccata d’aria
pura, vedere boschi, pastori, animali allo
stato brado è stato come se fossi ritornato
ragazzo, quando vivevo in Abruzzo sul Gran
Sasso.
L’emozione
più grande volete
saperla? Era quando si arrivava nei paesi e
tutti ci aspettavano con grande rispetto per
offrirci ospitalità. Mi sembra ancora
di vedere gente di ogni età emozionata
con qualche lacrima sul viso. E noi con musica
ed allegria abbiamo ridato il sorriso. Queste
persone, non conoscendole, sembravano per la
loro schiettezza tutti amici da tanti anni.
Come mi sono trovato con la comitiva? Bene
con tutti, ma soprattutto devo ringraziare
l’instancabile Prof. Lucarelli che mi
ha insegnato tante cose. “Caro professore
Lei spiegava con tanto amore. Ma i giovani
puledri scappavano, correvano,… ad ogni
traguardo l’ho visto arrabbiato e senza
fiato”.
Interessante
il ballo finale in piazza a Duronia del Gruppo
di Ricerche Danze Popolari,
eseguito con stile, arte e passione.
Così questo “carrozzone” ad
agosto riprenderà il via e ripartirà per
conoscere altra gente, lidi e orizzonti e … per
l’amicizia siamo sempre pronti a ripartire.
Un
abbraccio dal vostro amico Gino e dalla mia
signora che ha condiviso in tutto e per tutto
le stesse emozioni.
Gino
Lancianese
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IL
MOLISE FORTE E GENTILE
di FRANCESCA FONIO
(Termoli) |
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IL
MOLISE FORTE E GENTILE
Cari
amici,
Non
ho capito bene perché sono stata premiata
su quel bel prato nella piana del Volturno (o non
si trattava di un premio?), ma il dono mi ha fatto
molto piacere e mi ha commossa. Intanto, l’atto
in sé, formale quanto basta, assume per
me il significato di un riconoscimento, come fosse
il conferimento di una cittadinanza onoraria, per
questo, ora mi sento anche più legata al
Molise, che ho imparato ad amare nelle lunghe camminate
di questi tre anni, e i dolci profili dei monti,
le rocce grigie e scabre, i paesetti arroccati
sui colli fanno parte ormai del mio paesaggio interiore.
Il
dono, poi, è originale e bellissimo:
una pietra che l’uomo ha lavorato fino ad
evidenziarne linee e colori di eleganza impareggiabile.
Davvero non mi stanco di guardarla, ritrovando
nella purezza astratta del suo disegno i tratti
di un affascinante mondo minerale che sembra portare
in sé il nucleo enigmatico della vita. Io
amo la pietra, amo la poesia della pietra, espressa
nella levigata semplicità dei ciottoli del
fiume o nella bizzarria delle formazioni rocciose
o nella sinuosa dolcezza delle dune nel deserto.
E provo ammirazione per coloro che, anche tra voi,
leggono nella pietra la storia della terra e dell’uomo,
ne traggono suggestioni di raffinata bellezza,
la adattano con sapienza alle esigenze del vivere
quotidiano.
Grazie,
dunque, di cuore per il vostro piccolo grande dono:
esso rappresenta per me il Molise forte e gentile.
di
Francesca Fonio
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UNA
PAGELLA PER "CAMMINA, MOLISE! 99"
di FRANCESCA
FONIO
e
LUCIA UBEZIO
(Novara)
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UNA
PAGELLA PER "CAMMINA, MOLISE! 99"
Cari amici,
segnate
senza scampo dalla nostra lunga attività di
insegnanti, esprimiamo in una pagella le nostre
valutazioni su “cammina, Molise! ‘99”.
Abbiamo individuato alcuni aspetti dell’iniziativa
che ci sembrano importanti, e su di essi abbiamo
stilato un breve giudizio, traducendo poi in un
voto espresso in decimi.
1.Finalità dell’iniziativa
(10)
Ci
sembra straordinaria e ricca di implicazioni e
significati l’idea di percorrere a piedi
un territorio per viverne la realtà presente,
conoscerne le tradizioni e la storia, elaborare
qualche idea per il futuro.
2.
Corrispondenza agli obiettivi (7)
Si è camminato
molto nella realtà del
presente, si è posta attenzione in modo
un po’ disorganico (ma diamo atto che era
inevitabile) al passato vicino e lontano, ma la
costruzione del futuro è stata solo oggetto
di iniziative velleitarie e posticce (v. convegno).
3.
Documentazione e gadget (7)
Buono
l’impegno a fornire cartine e materiale
informativo. Le magliette – solo S o XL – non
tenevano conto che non esistono soltanto gli estremi
(anzi, adesso va di moda il centro).
4.
Percorso
4.1. Interesse
naturalistico-culturale (9)
Suggestivi
i paesaggi e ricchi di storia e di tradizioni i
paesi. Le spiegazioni in itinere dei
proff. Cirino, Lucarelli, Cianciullo e le conversazioni
degli esperti locali hanno ben valorizzato gli
aspetti geologici, botanici, antropici, storici
del percorso.
4.2. Caratteristiche (8)
Troppo
asfalto, il primo giorno. Bella, però,
la risalita del torrente (asciutto), splendido
il percorso sul tratturo, affascinante il tratto
nella foresta durante l’eclissi di sole.
5.
Organizzazione (6)
Se
c’era, l’organizzazione era talmente
sotterranea che lasciava spazio totale alla libertà e
all’intraprendenza dei singoli.
Compatto
alla partenza come un fiume di cappellini verdi,
il gruppo si sfaldava e si divideva subito in rivoli
diversi, secondo imperscrutabili disegni che
l’auto metallizzata di Michele Manzo
tentava invano di coordinare. Ognuno si trovava,
per scelta o per caso, a seguire un leader, ufficiale
o improvvisato, senza saper bene che cosa lo aspettasse:
se l’asfalto bollente, o un sentiero EE (definizione
CAI) o un terreno vergine e accidentato disseminato
di rovi. Quando venivano date indicazioni, la meta
era un generico “là”, a cui
si poteva arrivare con percorsi variamente definiti:
c’era quello agevole e quello difficile,
quello breve e quello lungo, quello da fare con
marce forzate e quello con andatura da passeggio,
quello con acqua (da bere) e quello senz’acqua.
Ognuno si affidava mentalmente alla sua buona stella
e camminava, immemore e sciolto da legami collaudati
di parentela, di convivenza, di amicizia. Miracolosamente,
il gruppo si ricompattava davanti alle tavole imbandite
o dietro il complessivo folk, all’ingresso
nei paesi.
Comunque,
considerando che nessuno si è perso
ne si è infortunato, e tenendo conto che
l’albergo ci è piaciuto (non sappiamo
se noi siamo piaciuti all’albergo), possiamo
esprimere un giudizio di generica sufficienza.
6.
Rispetto degli orari (4)
Gli
orari indicati sul programma si sono rivelati una
patetica finzione di efficienza. I marciatori del
nord, constatando che ogni giornata di marcia si
concludeva con un ritardo di almeno due ore, hanno
sofferto in silenzio.
7.
Comportamento del gruppo (7)
Nel
complesso, il gruppo si è dimostrato
rispettoso dell’ambiente e disciplinato,
pronto a seguire le disposizioni date, anche le
più incongrue, interpretandole in modo personale
e fantasioso.
Si
può muovere qualche appunto per l’eccessiva
esibizione di natiche e cuscinetti di cellulite,
per la disinvolta appropriazione di merce altrui
(pere, fichi, bastoni), per la scarsa puntualità.
La tendenza allo svaccamento e al mugugno è stata
quasi sempre rintuzzata dalle allegre marcette
dei suonatori al seguito (quando avevano gli strumenti).
8.
Socializzazione (8)
Qualche
contrasto fra i capi. Ma i marciatori semplici
hanno solidarizzato nel superare i passaggi difficili
e nel brontolare contro qualcuno. Davanti ai
panini, però, ognuno pensava per sé.
Il complessino folk, eccezionale per bravura e
simpatia, è stato un forte elemento di coesione.
9.
Accoglienza nei paesi (8)
Stendiamo
un velo su Filignano, Venafro, Pozzilli. Ma ci
rimangono nel cuore Carovilli, Chiauci, Pescolanciano,
Roccasicura, Civitanova del Sannio, Scapoli,
Forlì del
Sannio, Duronia.
10.
Eventi collaterali (5)
Il “convegno” è stato
intempestivo e deludente. La premiazione degli
alunni ha suscitato interesse, ma avremmo voluto
sapere qualcosa di più sui lavori svolti.
Come
si vede, il bilancio è per noi largamente
positivo, e autorizza a promuovere l’edizione
Duemila di “cammina, Molise!”.
Ci permettiamo di dare alcuni consigli pratici:
prevedere
anche magliette di taglia M, perché i
marciatori “normali” non vengono
strizzati nelle S o non navighino nelle XL
non
affidare i marciatori alle guide del CAI (chiedere
ragguagli ad Alfredo)
- non preventivare
cene scozzesi a Filignano
- assicurare
la magia di un’eclissi
di sole, sia pure parziale
- garantirsi la
partecipazione di Pavarotti; ma va benissimo
anche un robusto tenore napoletano
- non organizzare
convegni con amministratori locali
- fare in modo
che resti negli animi non solo il ricordo
di una bella esperienza, ma anche il seme
di un progetto, il desiderio di costruire
qualcosa.
Vi
ringraziamo per l’impegno profuso, ricordandovi
con sentimenti di amicizia che nulla ormai potrà incrinare.
Salutiamo tutti, organizzatori e marciatori, con
la speranza che ci possa ritrovare l’anno
prossimo.
Francesca Fonio e Licia Ubezio - Novara
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PER
ME E' STATA LA PRIMA VOLTA
di GIANCARLO FABIO
(Roma) |
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PER
ME E’ STATA
LA PRIMA VOLTA
Salve sono il marciatore
Giancarlo Fabio ho partecipato a questo cammina,
Molise! ’99 solamente
gli ultimi due giorni ma sono bastati ad apprezzare
questa mia prima esperienza che definirei divertentissima,
culturalmente interessante e mentalmente rilassante.
Posso
dire che solo partecipandovi si può apprezzare
il lavoro fatto dagli organizzatori, che svolgono
veramente con amore, che ti viene spontaneo dargli
un sostegno in qualsiasi evenienza perché vi
assicuro non è per niente un lavoro semplice
quindi volevo fare i miei complimenti a queste
persone.Bravi!
Ho
solamente un rammarico su questo cammina,
Molise! ed è quello di
non aver partecipato alle edizioni precedenti
ma spero di rifarmi alle prossime anzi, invito
altre persone a partecipare perché vale
veramente la pena. Grazie ancora ed arrivederci
al “cammina, Molise! 2000”.
Giancarlo Fabio - Roma
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ADDUCCHIO
MANZO
LUCARELLI
MEGLIO
DI POZIELLO
CALIANO
PALUMBO
di SERGIO GENOVESE
(Campobasso)
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ADDUCCHIO-MANZO-LUCARELLI
MEGLIO DI
POZIELLO-CALIANO-PALUMBO
Costantino
Adducchio (70), Odorino Manzo (65), Domenico
Lucarelli (72) sia per la fonetica che
per l’identità probabilmente
lasceranno indifferenti i lettori di questa
pagina sportiva. Tutt’altra cosa
rispetto all’interesse che possono
stimolare i vari Poziello (24), Caliano
(29), Palumbo (29) (giovani giocatori del
Campobasso – n.d.r.)
assai familiari per quei cognomi che sembrano
avere le melodie giuste per le nostre orecchie.
Invece
i tre della premessa, assieme a tanti
altri, per senso di giustizia, devono
guadagnare la scena perché qualche
giorno fa nell’originale idea “cammina,
Molise!” hanno dimostrato
di avere cellule, muscoli e cervello da veri
campioni.
Circa
novanta chilometri ingoiati in quattro
giorni su percorsi sconnessi ma di straordinaria
bellezza dove l’acidità del
sudore cacciato ha fatto il paio con l’interminabile
serenità riacquistare al contatto
con gli scenari mozzafiato delle nostre vallate
e dei nostri tratturi della provincia isernina.
Adducchio (70), Manzo (65) e Lucarelli (72)
non vanno catalogati in quella retorica dello
sport che contempla per essi il fatidico
giorno da leoni, un momento che ti fa guadagnare
in fretta la prima pagina ma poi subito l’oblio.
Essi,
invece, sono lo sport! Non quello da
parrocchia come direbbe qualche cronista
da retrobottega, ma sport autentico dove
impegno, coraggio, sforzo fisico capacità di
crescere come persone nonostante l’età,
hanno trovato di fatto la chiave giusta per
realizzarsi come valori imprescindibili.
Nei quattro giorni in cui mi sono cimentato
in questa esperienza nuova, tra uno scivolo
e l’altro, tra una puntura di mosca
cavallina e un omaggio del “nettare” di
Scapoli, ho pensato che la lunga traversata
avrebbe fatto bene a tutti.
Dentro
la compagnia avrei visto con piacere
i politici che si occupano di sport e
di turismo, i giornalisti, i dirigenti
federali e perché no i
vari Caliano (29), Poziello (24) e Palumbo
(29).
Ho
idea di proporlo ai bravissimi organizzatori
dell’associazione culturale “La
Terra”.
Dal
prossimo anno inviti mirati nella speranza
di trovare nel gruppo tutti gli attori del
mondo sportivo regionale.
Ai
politici, quelli che si occupano di sport
e di turismo, avrei voluto far notare che
in tanti centri toccati nelle varie tappe
non esiste uno straccio di impianto sportivo
e di una struttura ricettiva. Mi chiedo che
valorizzazione potrebbe avere Carovilli con
un campo di calcio erbato e un albergo? Eppure
a pensarci non si tratta di realizzare ferrovie
o autostrade! Invece si perde il tempo a
strutturare i convegni, depliant e fare viaggi
oltre oceano ovviamente con mogli, figli
e portaborse al seguito.
Ai
giornalisti mi sarebbe piaciuto far conoscere
un’altra faccia dello sport, quella
più autentica dove il sudore e il
sacrificio ti portano alla conquista di traguardi
che pur non facendo notizia possono contribuire
notevolmente a far crescere la cultura sportiva
soprattutto per quei giovani che andando
allo stadio, con una diversa educazione,
potrebbero sentirsi più attratti a
tifare per la propria squadra anziché perfezionarsi
all’uso dei bastoni, spranghe eccetera.
Verso certo sport che non è alternativo
nessuna enfasi sarebbe fuori luogo.
Ai
dirigenti federali avrei voluto far conoscere
l’impeto e la passione degli organizzatori,
mai arroganti, sempre disposti ad ascoltare
ogni suggerimento, bravi ad essere pungenti
con le istituzioni. Ma soprattutto pronti
a fare qualcosa per gli altri in piena gratuità spirituale
e materiale. Per me è stata una sorpresa
abituato come sono a relazionarmi con dirigenti
che barattano un voto per l’assemblea
con una divisa, un acrilico o quattro palloni
sgangherati.
Quando
poi alla gratuità meglio sorvolare.
Anzi una cosa voglio dire: corrono voci di
cellulari a sbafo con bollette stratosferiche
a carico delle società; cercherò di
approfondire.
A
Caliano (29), Poziello (24) e Palumbo
(29) avrei voluto far conoscere la cultura
dello sforzo ben viva in tutti i protagonisti
(circa duecento). I calciatori, salvo
eccezioni, non hanno un grande feeling
con l’allenamento.
Sempre pronti a darti del pazzo se proponi
trenta minuti di fartlek o a considerarti
un marine come si dice adesso per pompare
un preparatore.
Ai
nostri eroi mi sarebbe piaciuto mostrare
che i “pedalatori” del cammina,
Molise! intanto si sono tassati
per partecipare. E poi l’unico traguardo
che si proponevano, dentro quello sforzo
intenso, era l’acqua gelida della fonte
conquistata con la stessa emotività con
cui baci la tua innamorata nella prima adolescenza.
Aggiungo che è stata arricchita la
rete sociale che si è determinata
per la convivenza e l’omogeneità di
intenti.
Un
aspetto questo che nei rossoblu, almeno
a sentire le cronache dello scorso anno,
non si è realizzato
mentre possiede valenze essenziali per
un gruppo che vuole vincere.
Infine
un po’ di gloria per
un altro Berardo (Bruno), quarantuno anni,
discreto scalatore specie di tratturo Civitanova
del Sannio – Duronia
non tanto però da superare chi scrive,
quarantatré anni e tanta voglia di
battersi…
Articolo
pubblicato sulla pagina dello sport del “Quotidiano
del Molise” il
18.08.99
Sergio
Genovese Professore di Educazione Fisica al
Liceo Scientifico di CB e Preparatore atletico
della squadra di calcio del Campobasso.
di
Sergio Genovese
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VALIDITA'
DELLA FORMULA PER APPREZZARE MEGLIO LA VOSTRA
REGIONE"
di ALBERTO ALBERTI
(Roma)
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VALIDITA'
DELLA FORMULA PER APPREZZARE MEGLIO LA VOSTRA
REGIONE
Egregio architetto,
ho
partecipato all’ultima edizione dell’iniziativa “cammina,
Molise! ‘99” promossa
dalla sua associazione e da Lei coordinata.Mi
complimento per il programma da Voi sviluppato
e per le modalità dell’esecuzione.
Gran parte del successo dell’iniziativa è dovuto
alla bellezza dei luoghi attraversati ed alla cordialità ed
ospitalità dimostrate dai loro abitanti.
Tuttavia è merito della Sua organizzazione
avere saputo scegliere i luoghi da visitare, in
una buona miscela di posti già noti al turismo
con altri di fama inferiore, ma pur sempre molto
attraenti e meritevoli di valorizzazione. Altro
punto forte della vostra iniziativa è stato
il valore non solo come esperti, ma anche
umano degli accompagnatori.Sottolineo
così che la validità della
Vostra formula è, a mio parere, dovuta al
fatto di fare apprezzare anche i valori umani della
Vostra regione, valori che è difficile avere
l’opportunità di conoscere da parte
del turista convenzionale. Voglio anch’io
dare un caldo incoraggiamento a Voi di proseguire,
contando di partecipare alle prossime edizioni
anche con qualche amico.Se
posso indicare qualche punto da migliorare,
citerei la Vostra grande comprensione
per le esigenze di tutti i partecipanti.
Ciò è dovuto
senz’altro al Vostro senso di ospitalità,
ma ritengo che sia più giusto un bilancio
con il rispetto della puntualità nell’esecuzione
del programma, per evitare ritardi eccessivi,
che disturbano.Sfrutterei
al massimo il tempo usato per viaggiare
in pullman, magari differenziando le spiegazioni.
Ad es. si potrebbe già in partenza segnalare
che in pullman si avranno illustrazioni più complete
della storia e della natura dei luoghi attraversati,
mentre negli altri 2 pullman le spiegazioni potrebbero
essere un po’ più riassuntive. È sperabile
che questo permetta illustrazioni più rapide
durante la camminata, contribuendo così ad
evitare i ritardi.Vi ringrazio per la bella vacanza e per quanto
ho appreso.Con i migliori saluti.
Dott. Alberto Alberti - Roma
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LE IMPRESSIONI
DI UNA MARCIATRICE VENUTA DAL SUD AMERICA
di FILOMENA CAPPELLA
(Juan Dolio -
Repubblica Domenicana)
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LE
IMPRESSIONI DI UNA MARCIATRICE VENUTA DAL
SUD AMERICA
“Cammina,
Molise! conosci? No, cos’è,
un periodico, il titolo di una canzone?!
Ma no, è una camminata di 4 giorni
attraverso tratturi visitando paesi e borgate
del Molise per ricordarci e riscoprire le
origini storiche della nostra regione”.
Questa conversazione l’ho ascoltata
2 anni fa, tra due amiche, e la mia curiosità mi
spinse a saperne di più. Grazie a
mia sorella che è un’assidua
partecipante e finalmente quest’anno
ho potuto parteciparvi.
“Cammina,
Molise!” effettivamente è molto
più che una camminata: è un incontro
con la natura, con paesaggi indimenticabili,
abbandonati, ma sempre vivi che chiedono ancora
di raccontarci e ricordarci le nostre origini. È vero!
Camminare tutti sappiamo, tutto dipende da come
lo facciamo, da cosa vediamo o guardiamo. “Cammina,
Molise!” ci insegna tutto
questo con persone appassionate ed autentiche
come il prof. Lucarelli capace di spiegare qualsiasi
cosa sulla flora ed il calmo prof. Rocco che
con la sua pazienza e la sua conoscenza è capace
di far parlare le pietre. E poi, quella solidarietà di
gruppo che esiste in ogni spirito e risorge in
occasioni antagoniste che fanno del “cammina,
Molise!” un cammino da percorrere
da tutti e non solo per 4 giorni ma per molto
più a lungo. Grazie a questo modo di camminare
ho ripreso anche a camminare, non più come
un automa, con gli occhi chiusi, ma a guardarmi
intorno, osservare il suolo dove metto i piedi,
ascoltare ed avvicinarmi a gli altri con più rispetto
e molta più umiltà.
“Cammina,
Molise!” se
non sbaglio, è alla sua 5° edizione
io solo alla prima, ma conto di farne molte altre,
anzi tutte le altre. Grazie.
Filomena
Cappella
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